Capitolo 2

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"Per la centesima volta, può stare regolarmente nel suo posto e non appoggiarsi a me?" dico al signore seduto accanto a me.

È un signore grasso e sudato che per la maggior parte del viaggio è stato appoggiato sulla mia spalla, ma fortunatamente da quando siamo atterrati non si sbilancia più verso di me.

È stato un viaggio molto lungo ma per fortuna tra cinque minuti potremo scendere dall'aereo che ormai è già atterrato e già fermo al suo posto.

Tutte le persone prendono le proprie valigie lasciate negli appositi portabagagli, e si incamminano verso l'uscita dell'aereo pronti per scendere.
Passati pochi minuti rimane pochissima gente sull'aereo e quindi decido di alzarmi e prendere la mia roba.

Ho posato la valigia nel portabagagli sopra il mio sedile e cerco di prenderla, ottenendo scarsi risultati a causa della mia scarsa altezza e per colpa delle persone che mi hanno preceduto, che l'hanno spinta più lontano.

Mi alzo in punta di piedi provando a raggiungere la maniglia del mio trolley ma nonostante i pochi centimetri in più che ho guadagnato, non riesco lo stesso ad afferrarla.
Decido di arrampicarmi sui sedili ma una voce mi precede prima che spostassi il piede su un sedile.

"Aspetta ti do una mano" mi dice una voce abbastanza allegra proveniente dalle mie spalle.

Sorrido e ringrazio il ragazzo dai capelli verdi che si era offerto di aiutarmi.
Non è affatto un brutto ragazzo, anzi è molto affascinante e sembra anche simpatico.

"Ecco qui la tua valigia, straniera" mi dice con voce allegra e con uno strano accento, probabilmente australiano.

"Straniera?" Gli rispondo con tono titubante ma anche divertito per i suoi modi di fare.

"Non vorrai farmi credere che sei Australiana. Se così fosse il tuo accento ti inganna e anche molto" mi dice divertito iniziando ad andare verso l'uscita dell'aereo.

"Comunque piacere, mi chiamo Michael" parlò con il suo solito tono allegro che ho notato fin da subito e allunga una mano verso di me.

"Piacere, il mio nome è Scarlett, per gli amici Scar" gli rispondo educatamente tendendogli la mano.
Ci stringiamo la mano e poi continuiamo a camminare per raggiungere le nostre altre valigie che abbiamo spedito.

"Tu sei australiano vero?" gli chiedo mentre aspetto che le mie valigie bordeaux e nera spuntino sulla passerella.

"Si capisce dall'accento giusto?" Mi risponde a sua volta con una domanda, venendo verso di me con già il bagaglio in mano che per sua fortuna ha già trovato.

"Si esatto. L'accento australiano é abbastanza diverso dagli altri" rispondo e con la coda dell'occhio intravedo le mie valigie così vado a prenderle.

Michael mi segue e dopo aver preso i bagagli ci incamminiamo verso l'uscita.
Mi fa un sacco di domande, dalle più comuni come ad esempio 'da dove vieni?' alle più strane come 'quanto reggi l'alcool?'

Chiacchieriamo per un bel po' a causa della fila interminabile per raggiungere l'entrata ufficiale dell' aeroporto, e mi racconta che era stato in Inghilterra a trovare un amico e che ad aspettarlo qui fuori c'è uno dei suoi più cari amici.
Io gli racconto che mi sarei fermata in Australia per un po' e che ho trovato un appartamento più o meno nel centro di Melbourne.

Fatti i controlli, finalmente varchiamo la soglia dell'entrata dell'aeroporto vero e proprio. Ci sono moltissimi negozi su più piani e subito mi decido che avrei fatto un giretto.

Mi giro per avvertire Michael, ma noto che si è già allontanato e che ha già raggiunto il suo amico che ha assalito saltandogli addosso. Il ragazzo con i capelli neri che abbraccia penso che sia l'amico di cui mi ha parlato.

Mi dirigo verso H&M ma appena fatti due passi verso il mio negozio preferito, una voce, o meglio un urlo, seguito dalla mia caduta per terra mi ferma nel mio intento di arrivare alla mia meta.

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