4. Una bella sorpresa.

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"Hey, ragazza della forestale!"

"Hey!"

Mentre ero seduta su un albero stavo leggendo i messaggi che mi arrivavano da Ermal quando ad un tratto vedo un lupo accasciato a terra.
Mi avvicino e noto che è morta.
È una femmina.
Accanto a sé aveva dei cuccioli appena nati.
Il cuore mi si riempie di compassione.
La lupa era stata uccisa dai cacciatori.
Mentre mi avvicinavo sentii le voci di alcuni cuccioli di lupo.
Davanti alla lupa grigio chiaro mi inginocchiai e spostai la lunga pelliccia, ormai non più morbida ma sporca e unta, sotto la pelliccia trovai 5 piccoli cuccioli.
Erano appena nati.
Occhi chiusi, pelliccie con sfumature da grigio ghiaccio a grigio-nero, erano stanchi e anche affamati.
Mi occupai subito di loro.
Chiamai Claudio e lui mi disse di occuparmi di loro dato che ero la veterinaria della forestale e di curare eventuali ferite.

Quando fui nello studio gli diedi il latte e li misi in un cesto.
Mi venne un'idea.
Presi il cesto con i cuccioli che dormivano e mi incamminai verso l'hotel dove alloggiava Ermal.
Misi un telo sul cesto per nascondere i piccoli e sperando che non facessero rumore.
Andai alla reception e  chiesi di Ermal.

"Chi è lei?" Chiese la signorina osservandomi incerta "Il signor Meta non vuole visite." Concluse fredda.

"È importante! Sono la cugina." Inventai.

"Se è una parente va bene." Osservò il cesto, mi preoccupai immediatamente "Cosa c'è lì dentro?"

"Un regalo per mio cugino. Del cibo, sa..."

"Vada pure. Stanza 125"

Salii le scale e bussai.
Marco stava uscendo ed era di fretta, mi salutò e uscii.
Io entrai e trovai Ermal sdraiato sul divano a leggere degli spartiti.
Nel frattempo tolgo il telo dalla cesta dei cuccioli e noto che uno si è svegliato.

"Federica! Che ci fai qui??"

Il suo volto si spostò sulla cesta e appoggiò subito gli spartiti sul tavolino di fronte a lui.
Presi in braccio il lupetto che si era svegliato e lo posai sul petto di Ermal.
Lui lo osservo e subito dopo lo accarezzò e gli diede un bacio sulla testa.
Il cucciolo strofinò il naso contro la sua maglietta per cercare il latte.

"È fantastico!"

"Sei tu appena nato."

Scoppiò in una risata compiaciuta.

"Io non sono così peloso"

"Sicuro?"

"Sicurissimo!"

"Lo vuoi tenere? Lo devi addomesticare e addestrare tu. Ti sembrerò strana ma vorrei che lo tenessi. Io ne tengo uno."

"Non lo so. È un animale selvatico non un cane domestico."

"Ti prego!? Ti farà compagnia!"

"Ok, ma mi aiuterai ad addomesticarlo."

"Certo! Grazie! Grazie! Grazie!"

"Il piccolo ha fame."

"Devo dargli il latte e devo riportarlo al mio studio per curarlo. Quando si arrangerà da solo te lo darò."

"Mi privi di questa creatura magnifica??"

"Per un po', sì! Perché Marco era così di fretta?"

"Problemi di luci e audio. Nulla di che."

"Ok. Ciao. Ci vediamo dopo."

"Sì, ragazza paradiso."

Sorrisi deliziata presi la cesta ricoprendola con la stoffa e Ermal mi diede una mano tenendo d'occhio la receptionist.
Mentre uscivo mi sentii prendere per un braccio mi voltai e vidi Ermal trascinarmi fuori vicino all'auto.
Misi i cuccioli in auto e quando mi voltai lui mi baciò.
Ero stordita ma soprattutto deliziata ed estasiata.
Quando lui si staccò da me io lo abbracciai e lui mi strinse forte.
Non avrei mai dimenticato quel momento.
Ermal era riuscito a farmi capire cosa fosse l'amore vero.
Non come Giovanni che approfittava solo della mia presenza.

"Per che cos'era?"

"Per te. Sei la prima ragazza che penso d'amare sul serio."

"Dovresti scriverci un testo di una canzone con quella frase"

"Potrei ma questa frase è solo per te"

"Che dolce che sei"

"Sei ironica?"

"Per niente"

Mi staccai da lui e salii in auto.
Lui si avvicinò al finestrino.
Mi diede un bacio sulla guancia e io dopo andai allo studio per dar da mangiare ai cuccioli che si stavano svegliando.



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