Sono le 17. Meglio che inizi a prepararmi. Mi faccio una lunga doccia. Mi asciugo, indosso la divisa, che consiste in una camicia bianca e una gonna nera, i miei inseparabili tacchi e mi trucco leggermente. Tutto questo lo faccio canticchiando. Poi mi accorgo di cosa sto cantando. Ancora lui, dannazione! Devo assolutamente cambiare coinquilina. Una più tranquilla, che non torni a casa ubriaca tutte le sere e che non si metta a cantare a squarciagola canzoni di Bieber alle 3 di notte. Sospiro. Prendo tutto l'occorrente per andare al lavoro e scendo al piano di sotto, dove noto Angie intenta ad uscire. Porta uno dei suoi vestitini striminziti e cortissimi, tacchi vertiginosi e almeno un chilo di trucco addosso. "Tesoro, mi accompagna Taylor, sicura di non poter prendere una pausa dal lavoro per qualche giorno? Giusto per uscire e divertirci?" Mi chiede facendo il labbruccio, cosa che con tutto il rossetto rosso che si è messa, non le riesce proprio bene. "No Angie, perché se io non lavoro non abbiamo soldi, e se non abbiamo soldi possiamo dire addio alla casa, allo shopping e al cibo" spiego cercando di farla ragionare, come se stessi parlando ad una bambina di tre anni anziché ad una donna di venticinque. Lei sbuffa e esce. Io dopo cinque minuti la seguo, entro nella mia macchina e Guido fino al ristorante, irrequieta. Oggi è proprio una giornata no
Appena entro a lavoro, Martha, una mora dagli occhi verdi sempre con il sorriso sul volto e con un insopportabile parlantina, viene verso di me. "Sai che forse Juss in questi giorni deve venire qui?" Mi domanda. Io, forse per la sgradevole giornata avuta, forse perché ho le pall... le scatole piene di quel biondino, perdo le staffe. "Senti, se viene o no non me ne può fregare. Tappati quella bocca e lavora!! Sono veramente stufa! Justin qua, Bieber di la, Juss qui... Non posso neanche girarmi senza vedere la sua stramaledetta faccia! Basta! Lasciatemi lavorare! Nessuno si avvicini a me, capito?!" Strepito come una matta. Si avvicinano alcuni colleghi, incuriositi dalla situazione. Io li fulmino con un'occhiataccia. Martha si ritrae spaventata. "Si Ariana" risponde con un filo di voce. Io continuo a lavorare come se niente fosse, e fortunatamente nessun Justin-sono-figo-ma-stronzo-Bieber si presentò in ristorante. Alle 12 in punto esco, entro in macchina e vado alla discoteca per prendere Angela. Appena la vedo noto subito che è sbronza. Mi butta le braccia al collo e mi stritola. "Aaaariiii" dice urlando. Sento la puzza di alcool nel suo alito. "Su Angie, andiamo" le dico dolcemente, staccandomi da lei. Prima che possa entrare in macchina però si blocca, sbarra gli occhi e indica qualcosa oltre la mia spalla "È Justin Bieber!" Biascica. Io mi volto con uno scatto d'ira. Il tizio che Angela ha indicato è incappucciato, ma per una frazione di secondo giuro di aver visto degli occhi nocciola. Quelli che odio. Il tizio scappa. Io spingo a forza Angie dentro la macchina. Lei si accascia sul sedile piangendo disperata, ma io sono troppo confusa e arrabbiata per consolarla. Appena arriviamo a casa Angie si sdraia sul suo letto e crolla subito. Io invece mi agito nel mio letto. Incapace di addormentarmi perché ero certa di sognare i suoi occhi, e non c'è niente che mi faccia provare più odio e paura.Hey Wattpadiani, come va? Scusate per il capitolo corto, ma ero di fretta. Ringrazio come al solito i miei follower, seguitemi, votate, commentate e supportatemi!
Ho deciso che alla fine di ogni capitolo vi porrò una domanda.
A domaniiii❤️
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You are my purpose
FanfictionAriana:24 anni, ragazza normale, lavora come cameriera in un ristorante di Los Angeles. È una ragazza gentile, dolce e riservata, che non si fa gli affari altrui. Justin: 24 anni,popstar famosa, torna a Los Angeles dopo il suo tour. E se un giorno...