21.

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La scuola riprese regolarmente a funzionare qualche giorno dopo il 31 di dicembre. Quella mattina faceva davvero freddo, tanto che mi strinsi più volte nel cappotto. Mia e Loris erano passate a prendermi, ma prima ci eravamo fermate da Bops. Portavo al dito il regalo di Christopher quasi come se fosse un trofeo, perché per me lo era. Ma in quei giorni avevo dovuto fare i conti, con le insistenti domande di mia sorella al riguardo.

Avevo cercato di tenere un profilo basso, di fare la vaga. Cleo ovviamente se l'era bevuta, la mamma invece un po' meno. Continuava a tenere sotto controllo sia me che Christopher. Di tanto in tanto, ci sottoponeva a degli interrogatori, prendendoci alla sprovvista. Ma ormai avevo imparato a non dare peso alle sue frecciatine.

"Quella scuola mi fa schifo" esclamò Mia rigirando la cannuccia nel suo latte al cioccolato.

Io e Loris ci scambiammo uno sguardo complice, non riusciva proprio a dimenticare Erick. Se ne stava lì, con lo sguardo perso per ore. I suoi voti erano peggiorati, nonostante cercassimo di aiutarla in ogni modo.

"Perché non cerchi di sistemare le cose?" chiesi bevendo dal mio bicchiere.

Visto che ci teneva così tanto a quel ragazzo, perché non mettere tutto da parte e sistemare la situazione? Mia  alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi scuri nei miei. Stava male glielo si leggeva in faccia, nonostante avesse preso davvero male la relazione tra Erick ed una certa Savannah, se ne stava lì ferma a non fare nulla.

"Perché non mi chiamo Sasha Smith" affermò sbuffando "Io non sono coraggiosa come te, non riesco ad affrontare le cose come fai tu" disse gesticolando visibilmente.

Le sorrisi e le poggiai una mano sulla sua. Io non ero coraggiosa, ero determinata. Anche se questo voleva dire soffiare il ragazzo alla propria sorella.

"Ci penso io" intervenne Loris spezzando quel piccolo momento di dolcezza che si era creato tra di noi.

Ci voltammo verso di lei incitandola a parlare. Di solito quando piombava così, all'improvviso in una conversazione tendeva a dire solo stupidaggini.

"Stasera vi va di mangiare una pizza a casa mia?" chiese alzando le spalle.

Aveva sicuramente in mente qualcosa, che non sarebbe andata a finire bene.
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"Mia, cazzo vai ad aprire quella benedetta porta" esclamò Loris prendendo una bottiglia d'acqua dal frigo.

Mia senza farselo ripetere due volte, uscì dalla stanza, tornando con una pila di pizze che le copriva la faccia. Mancava ancora qualche minuto, poi sarebbero arrivati tutti gli altri. Loris, aveva invitato anche Christopher, ma io dubitavo che si sarebbe fatto vivo.

"Se viene anche la sua ragazza me ne vado" esclamò Mia tutto d'un tratto.

Si mise a sedere al bancone della cucina e cominciò a mangiare una manciata di patatine al lime. Non riuscivo a capire come potessero piacerle, facevano venire il mal di stomaco solo a guardarle. Scossi la testa e poggiai il mento su di una mano, quando d'un tratto il campanello di casa, prese a suonare insistentemente. Andai ad aprire raggiungendo la porta a grandi falcate, e mi ritrovai di fronte Richard e Zabdiel.

"Ciao" dissi salutandoli con un bacio.

Avevano le mani piene di buste, probabilmente si erano fermati a fare rifornimento prima di salire sù da Loris.

"Ciao bellezza" esclamò Richard alzando le spalle.

La sua faccia colpevole mi fece capire che ci saremmo sicuramente dati all alcol. Zabdiel invece, continuò a sorridere come un retino.

"Christopher ed Erick stanno salendo il resto delle cose " affermò Richard sorpassandomi.

Sentire il suo nome, mi smosse tutto dentro. Rimasi sulla porta ad aspettarlo, cominciai a fissarmi le scarpe, le unghie e quando me lo ritrovai davanti incurvai le labbra in maniera strana.

My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora