La pioggia stava battendo insistentemente contro i vetri sporchi dell'aula di scienze. La signora Bennet stava spiegando qualcosa riguardo alcuni organismi viventi, che a dirla tutta mi stavano sulle scatole. Mi voltai in direzione di Mia, che stava scarabocchiando con la matita sul quaderno e sorrisi. Quando si concentrava aggrottava la fronte, facendosi venire delle rughette, che la facevano sembrare arrabbiata.
Tirai fuori il telefono dalla tasca dei jeans e sbloccai lo schermo per accedere ad Instagram, cosa che molto probabilmente non avrei dovuto fare. Il primo post che mi apparve praticamente sotto gli occhi, raffigurava Christopher che teneva stretto tra le dita piene di anelli, il suo cocktail dal colore vivace. Dopo averlo mollato nella mia stanza, sapevo avesse litigato anche con Cleo, e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Qualcuno interruppe il flusso dei miei pensieri, bussando alla porta con una certa enfasi. Tenni lo sguardo fisso, sulla persona che varcò la soglia della classe, nei suoi vestiti stravaganti. Alzai gli occhi al cielo e portai una mano alla fronte, di fronte il suo ennesimo tentativo di riconquista. La signora Bennet si abbassò gli occhiali sul naso e lesse velocemente le poche righe intrise d'inchiostro. Poi alzò lo sguardo verso di me.
"Signorina Smith raccatti le sue cose. Ha un permesso per uscire prima" affermò facendo scorrere la penna sul registro.
Avrei voluto ribattere, ma avrei potuto scatenare la curiosità dei miei compagni di classe, quindi mi autocontrollai. Mi alzai svogliatamente e gettai alla rinfusa le cose nello zaino. Lanciai un bacio volante a mia ed uscii dalla classe, seguita da Christopher. Non appena la suola delle mie scarpe, incontrò il pavimento consunto del corridoio, mi fermai sul posto ed incrociai le braccia al petto.
"Che sta succedendo?" Chiesi calma, aggrottando le sopracciglia.
Christopher continuò a camminare per qualche metro, fino a che non fu costretto a fermarsi e a darmi delle spiegazioni. Si stampò in faccia un sorriso tirato, perché sapeva quanto potessi essere irritabile in quei giorni. Avevo persino saltato l'allenamento con le cheerleader per evitarlo.
"Volevo...volevo parlarti e l'unico modo per farlo era questo, visto che mi hai bloccato su whatsapp" esclamò allargando le braccia " E sai perfettamente che uso poco Instagram" spiegò "Ti porto in un posto, ti va?" Chiese porgendomi la mano.
Mi toccai la fronte con le dita, incapace di dirgli categoricamente di no. Non avrei potuto rifiutare, anzi non potevo. Sapevo nel profondo che se non fosse stato lui a tornare da me, ci sarei andata io. Quindi mi stava solo alleggerendo il lavoro. Nonostante gli avessi urlato in faccia che doveva starmi alla larga, non volevo che lo facesse davvero.
Gli strinsi la mano e lo seguii fino alla sua macchina. Per tutto il tempo, ci immaginai una coppia normale, una di quelle che camminava per i corridoi della scuola senza doversi preoccupare delle occhiate degli altri. Ma quando tornai alla realtà mi incupii notevolmente. Io e Christopher non saremmo mai stati una coppia normale, o meglio, probabilmente non saremmo mai stati una coppia.
Nessuno dei due parlò per tutto il tempo, ciò che ci tenne compagnia fu l'acqua che batteva contro i finestrini dell'auto. Non appena questa si fermò mi sgranchii le gambe, faceva freddo ed avevo i piedi gelidi.
"Perché siamo fermi qui?" Chiesi non riuscendo a capire dove fossimo.
Chris si voltò verso di me, poggiando le spalle alla portiera della macchina. Sorrise e si toccò il mento con le dita, aveva sempre avuto il vizio di solleticarselo.
"Perché da qui si vede tutta la città, ed ogni volta che ci vengo mi vieni in mente tu" spiegò guardando fuori.
Sorrisi perché nessuno in vita mia mi aveva mai detto una cosa del genere. Inoltre, non avrei mai pensato, che uno come Christopher, così giocherellone, potesse essere profondo e romantico. Mi ero sempre chiesta come mia sorella riuscisse a starci insieme, visto che lei era così acculturata. Ed adesso ne stavo capendo il motivo. Chris aveva un animo pulito, che combaciava perfettamente col mio. Presi la sua mano e la incrociai alla mia, ma lui mi attirò verso di se e mi fece sedere sulle sue gambe.
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My Sister's Boyfriend (CNCO/Christopher Velez)
أدب الهواةSecondo Platone all'origine dei tempi, l'essere umano soprannominato "Ermafrodita" aveva a sua disposizione quattro braccia, quattro gambe e due teste. Tali individui però, divennero insolenti nei confronti degli Dei, che per punizione li separarono...