CAPITOLO 10

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-Stai bene?- mi chiese il Generale.
Con grande disappunto di James, mi appartai con la mia presunta madre e per tenere occupati i Vigilanti diedi loro l'ordine di iniziare a mobilitarsi, insomma prepararsi per la missione.
-Non perdiamoci in convenevoli Merida, non ti si addicono- le risposi freddamente.
-A quanto pare, è un lato del mio carattere che hai ereditato- ribattè lei.
Feci una smorfia e ricominciai a parlare.
-Ad ogni modo, tu sei la persona che più si avvicina a chi ha potere lassù, non è così?- le domandai.
-Sì, è così. Immagino che tu abbia delle domande-
-Ho bisogno di informazioni, più che altro- la corressi.
Merida sembrava pronta a darmele, perciò continuai.
-Avete mai modificato qualche storia, qualche verità?-
Merida sembrava stranita, non perchè io abbia fatto una domanda insolita, ma piuttosto perchè era una domanda piuttosto sciocca.
-È ovvio. Hai mai provato a dire a un bambino che il suo animaletto è morto? No. Nessun padre lo farebbe mai. Gli dirà piuttosto che è scappato, fuggito via in un posto migliore.
È così, sostituisce una crudele verità con una bugia più sopportabile-
-È quello che avete fatto anche con la storia di Caino e Abele?- la incalzai.
Merida annuì, capendo infine dove volevo finire a parare.
-Ebbene, quella storia in particolare ha subito una leggera modificazione.
Caino non ha ucciso suo fratello per invidia. Dio chiese ai due di offrire in sacrificio la cosa che più avevano di prezioso. E fu quello che accadde: mentre Abele offrì il suo bestiame, Caino offrì la vita del suo adorato fratello-
-Ma è terribile... perchè lo avrebbe fatto?- chiesi io.
-Era la cosa a cui teneva di più al mondo...- sospirò Merida.
-Offrendo qualcos'altro non sarebbe stato sincero- continuò.
-Perciò Dio l'ha punito con la dannazione eterna per aver fatto ciò che lui gli aveva ordinato...- conclusi incredula.
-Questa è una storia vecchia come il tempo, anzi direi una degli architravi della storia stessa. Non potevamo permetterci errori- si giustificò il Generale.
Io sbuffai ancor più esterefatta.
-Perchè avete tutti questa smania di cancellare gli errori?!-
-Tu non puoi capire cosa significa mantenere in vita un credo per così tante generazioni. Bisogna fare dei sacrifici-
-È facile quando a sacrificarsi sono gli altri- risposi io.
Non è che Merida non volesse capire, più che altro penso non fosse mentalmente in grado di capire; come potevo far cambiare idea a una persona che ragionava in quei termini da miliardi di anni?
-Avete narrato quelle storie deviate per così tanto tempo che alla fine avete modificato la vostra stessa storia. E avete finito per credere a quella realtà offuscata che vi siete costruiti-
Detto questo mi voltai per uscire, in segno di rassegnazione.
-Per la cronaca- disse Merida fermandomi
-la tua...
cioè, la nostra storia, non è stata modificata-
-Io esistevo ancora da poco tempo, non sapevo quello che facevo...- iniziò.
-Oh, non ci pensare neanche ...- le dissi.
-Le regole sono semplici lassù, devi solo essere in grado di amare. E io mi innamorai presto, ma dell'Angelo sbagliato...- continuò lei.
-Non voglio ascoltarti!- le dissi ancora.
-L'Angelo più capace, più intelligente, più forte, il braccio destro del Capo. Ne rimasi totalmente affascinata. Quell'Angelo era Lucifero, tuo padre...-
-Dici solo un'altra parola e...-
-Era straordinario, così straordinario da voler sfidare il Capo in persona per prendere il suo posto. E io, stupidamente e perdutamente innamorata, lo aiutai ad usurpare il trono. Col passare del tempo anche lui s'innamorò di me, e da quest'amore ribelle e sbagliato, sei nata tu-
-Stai zitta!- urlai. Una scarica di vento la scaraventò contro la parete.
-Perchè dovrei stare qui a sentire le storie della donna che mi ha lasciata intrappolata all'inferno?!- mugugnai avvicinandomi a lei.
-Io lo aiutai radunando quanti più disertori avessi potuto- continuò Merida sofferente per la botta.
-Ma il Capo riuscì ad avere la meglio. Non ne uccise neanche uno di noi, ma ci condannò all'esilio-
Merida cercò di alzarsi ed io, infuriata, la scaraventai contro il soffitto e cadde di nuovo in terra.
Merida però non si arrese e continuò a tentare di raccontare.
-Lucifero fu imprigionato al centro della Terra, nel fuoco incandescente, e quella è ancora oggi la sua prigione grazie a te e ai tuoi amici. Ero stregata dal suo ardore da essermi fatta corrompere. Tutti i ribelli ebbero il suo stesso destino, diventarono demoni e Lucifero divenne il loro re. Io sono stata graziata.
Ma ad una condizione...-
Afferrai la donna per il colletto della giacca e le alzai la testa.
-So quello che stai per dire- le dissi con ribrezzo -La condizione sono io, sono sempre io. La verità è che sei una vigliacca. Per non bruciare all'Inferno, hai mandato tua figlia al posto tuo. Non so se mi fai più schifo o pietà, ma so solo che io non voglio essere tua figlia-
-La condizione era rinunciare a te, perchè tu avevi un destino.
Lui ha un preciso progetto per te, lo aveva da sempre- sussurrò con un rigolo di sangue che scendeva dal naso.
In quel momento sentì la parte di mio padre fremere dentro di me. Avevo voglia di distruggerla, incenerirla e mandarla a fare compagnia al suo Angelo. Sentì un flusso di sangue bollente arrivare al cervello quasi a farmi scoppiare le vene. La pelle iniziò a fumare e a scottare. Di sicuro Merida poteva sentire il mio calore e la mia rabbia.

-Dov'era il tuo Dio mentre io soffrivo in quel tugurio, dov'era mentre Iron mi spezzava le ossa, dov'era mentre la gente moriva?! -
La mollai e lei come una bambola si accasciò.
-Sempre lì ad osservare, ad aiutarvi- gemette lei.
-Oh...- sospirai mentre le budella mi si ritorcevano per la sensazione di schifo che provavo.
-Non ha fatto abbastanza- conclusi.
Detto questo chiusi la porta e mi lasciai Merida alle spalle. Quando alzai gli occhi dal pavimento la squadra era disposta in un semicerchio davanti a me. Roland e Troy avevano ancora sulle spalle borsoni e zaini da caricare nell'auto. Sembrava che avessi premuto stop e tutto si fosse arrestato per qualche secondo.
-Hey Angelo, ti senti bene?- chiese Jimmy guardandomi con cautela come se da un momento all'altro potessi andare in mille pezzi.
I Vigilanti mi squadravano aspettando una risposta.
Io annuì.
-Ti serve solo un pò di tempo...- iniziò James.
-No!- esclamai.
-Partiamo subito- conclusi.
-E Merida?- domandò Hanna preoccupata.
In quel momento la porta alle mie spalle fu aperta dall'interno.
Merida uscì lentamente poggiando una spalla allo stipite della porta e premendosi una mano sulla tempia destra.
Alla vista del sangue del Generale, Eric fece una smorfia, molto probabilmente involontaria.
-Non ce la fai neanche a reggerti in piedi- osservò il vampiro.
-Posso medicarla, ma penso che per quella botta in testa le ci vorrà del riposo-  continuò Hanna mentre osservava con sguardo critico le ferite della donna.
-No. Lei viene con noi- affermai nonostante le occhiate di disapprovazione della Cacciatrice.
-Ha troppe cose da farsi perdonare- conclusi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 29, 2018 ⏰

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