capitolo 7

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Kylie

"Arrivo..."

Io e emily saliamo in macchina e ci precipitiamo in ospedale.

Durante il viaggio vedo emily tenere lo sguardo fisso sul finestrino e mantenere un tale silenzio che temo riesca a sentire i miei pensieri.

Mantenendo lo sguardo fisso sulla strada la chiamai

"Em..."

"Mh?"

È tutto quello che dice

"Come stai?"

"Ok."

"So a cosa stai pensando... Starà bene emily. Tranquilla..."

Tra me e me penso che si preoccupa troppo per jason nonostante non sia il suo ragazzo.

E forse emily. Piu che essere cotta è proprio innamorata. Ama jason nonostante lui non se la fili minimamente.

La sento sospirare e quando emily sospira vuol dire che sta pensando intensamente

"Vuoi sapere come mi sento ky?"

"Si emily. Voglio saperlo"

Il mio tono preoccuopato per lei la fa parlare e dare libero sfogo ai suoi pensieri, e io decido di ascoltarla.

Ho sempre pensato che le persone molte volte vogliano solamente essere ascoltate e lasciate parlare. Non vogliono sentire niente dall'altra persona. Hanno bisogno del loro sfogo.

"Sto pensando che sono una stupida a preoccuparmi così tanto per jason quando lui manco mi saluta.
Sto pensando che in realtà non sono arrabbiata con lui. Ma sono delusa da lui... non me lo sarei mai aspettato kylie. Me lo aspetto da uno come quell'idiota di justin. Ma non da jason. Sto pensando che lui ha fatto il tuo nome e che quindi tu, nel trattarlo male gli fai del bene e lui ti vuole li come sua fidanzata per questo; perché molto probabilmente, anzi, Quasi sicuramente si sente legato a te in qualche modo. Che forse tu, saresti la ragazza perfetta per lui"

In tutto questo tempo non ha mai staccato gli occhi dal finestrino, e ora mi guarda, e una lacrima le scende sul viso, e in un secondo torna a guardare fuori

"Io non sono brava con le parole ma dico quello che penso. E penso che tu emily
Primo. Non sei stupida.
Secondo. Jason ha fatto il mio nome perché io l'ho chiamato e lui era ubriaco e probabilmente la mia sfuriata sarà l'unica cosa che ricordava.
Terzo. Io e jason non potremo mai stare assieme. Al massimo potremo essere solo amici
E quarto. Non piangere per uno che non merita le tue lacrime"

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Arriviamo in ospedale e io mi dirigo verso la sala d'attesa

"Salve, cerco Jason Collins"

"È la fidanzata"

"Si... sono io"

"Mi segua"

L'infermiera si avvia e io guardo emily

"Vuoi andare tu?"

"No. No kylie... vuole te. Vai"

"Ok... torno subito"

Seguo l'infermiera e intanto le chiedo se sa cosa è successo

"Il signor Collins non ha rispettato la precedenza e ha avuto un incidente, il suo tasso alcolemico era di 2.5, ovvero ben oltre il limite consentito. Non ha riportato traumi permanenti ma le sue condizione non sono buone"

Mi fa entrare in una stanza dove è situato solo un grande letto al centro.

Su quel letto disteso con una flebo di sangue e dei tubicini su per il naso c'è jason ricoperto di lividi e ferite ovunque.

"Gli abbiamo fatto una lavanda gastrica e ora sta dormendo. Tra un paio d'ore si sveglierà e potra parlargli. Mi raccomando non deve affaticarsi"

"La ringrazio"

L'infermiera esce dalla stanza e io non so se stare qui in piedi come una scema o se sedermi di fianco a lui e aspettare che si svegli o andare da emily

Così opto per una via di mezzo.

Mi siedo e telefono a emily

"Hei em"

"Hei.. come sta?"

"Sta dormendo. Ha i tubi per l'ossigeno e una flebo di sangue attaccata, ne ha perso molto a quanto pare e la sua faccia è piena di lividi e ferite, ora gli hanno fatto una lavanda gastrica e tra un po dovrebbe svegliarsi"

"Senti ky... io vado a casa."

"Ok prendo la macchina e-"

"No... tu resta qui... io prendo il bus"

"Sei sicura?"

"Si"

"Ok"

Ci salutiamo e metto giù

Intanto guardo jason... il ciuffo gli ricade sul viso coprendoglielo e io delicatamentr glielo porto di lato.

Resto seduta per piu di un paio d'ore e questa sedia è veramente scomoda, jason dorme ancora, così io mi alzo per sgranchirmo un po le gambe e andare giù al bar a prendermi un caffè e qualcosa da mangiare visto che sono ormai le otto di sera e il mio stomaco grida aiuto

Mi alzo e apro la porta ma nel silenzio tombale di quella stanza sento farfugliare il mio nome

"Kylie..."

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