Capitolo 8

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Al mattino, Jessie si svegliò con profumo di pancake, e corse in cucina.
~ Ben sveglia amore, allora, come è andato l'appuntamento?~
~Non era un appuntamento, siamo solo amici, mamma. ~
~Va bene, e che cosa avete fatto?~
~Niente di che, abbiamo fatto due passi, abbiamo parlato, e poi mi ha riportato a casa.~
~ Tutto qui?~ ~Si, mamma, tutto qui.~
~Va bene, mangia, fai presto, che farai tardi a scuola. ~
Jessie allora si ingozzò di pancake e si preparò in tutta fretta. Già immaginava cosa l' aspettava una volta arrivata a scuola. Una Celine molto curiosa.

Infatti appena arrivata a scuola, fu sommersa di domande.
~Che avete fatto? Dove siete andati? Che ti ha detto? Mamma mia, l'ho visto dalla finestra, quanto è bello. Dove ti ha portato? Ti sei divertita? Ti ha portato a cena fuori? Avete preso un gelato? Ti ha offerto da bere?~
~ Calma Celine. Niente di tutto questo, mi ha portato in un suo posto speciale, e mi ha parlato un po' della sua vita. Sapere del suo passato mi ha sconvolt...~
~Chi se ne frega del suo passato.Ti ha baciata? Si che ti ha baciata. Stampo o lingua? Come è stato? Racconta racconta racconta.~
~No, non mi ha baciato. Cioè ci ha provato, poi qualcosa ci ha interrotti. Era solo una mela che cadeva, ma non so, mi ha lasciata una strana sensazione. Forse ero solo sorpresa, ma non me la sono sentita in quel momento.~
~Vabbe dai, la prossima volta andrà meglio, perché ci sarà una prossima volta, giusto?. ~
~Non lo so, oggi ci rivediamo al Centro, ma non so se mi chiederà di nuovo di uscire. ~
~ Beh chiederglielo tu allora.~
~Io? Nah, perché mai? Non credo di sentirmela.~
~Chi ti capisce è bravo. Su, ora andiamo a lezione.~

Mentre il professore spiegava, lei non riusciva a fare altro che pensare all'appuntamento del giorno prima. Era stata bene, molto bene. Ma si sentiva terribilmente in colpa, eppure non era così che avrebbe dovuto sentirsi, sarebbe dovuta semplicemente andare avanti nella sua vita, godersi la sua giove età, divertirsi con gli amici. Già aveva passato troppo tempo aspettando. Lui non sarebbe ripiombato nella sua vita in groppa ad un cavallo bianco.
Prese un foglio bianco, ci scrisse sopra l'unica cosa che riusciva a pensare in quel momento. "Mi manchi." Lo guardò triste, lo accartocciò e lo buttò nel cestino.

---

Era arrivata presto al centro d'ascolto, e la dottoressa Boyle stava parlando in lontananza con un gruppo ragazze di una certa gita di gruppo, una settimana in campeggio, in mezzo alla natura incontaminata. Le era sembrato quasi un segno del destino. Campeggio, natura, boschi...magari era l'occasione giusta. Cercò quindi di acuire l'udito e capirne di più.
~Ciao Bambolina.~
Una voce la riscosse e alzò lo sguardo, Nate la guardava dall'alto coi suoi occhioni blu, poi prese e si sedette al suo fianco.
~Ti va se oggi saltiamo questo noiosissimo incontro e ci facciamo un giro? ~
~Ma non noteranno se ce la filiamo via?~
~Nah, la seduta ancora non è iniziata, la dottoressa non ci ha neanche notato.~
~Aspetta un attimo.~
Prese il cellulare, mandò un messaggio alla madre: "Mi riaccompagna Nate a casa."
Il trillo fu quasi immediato: "Ok, non fare tardi. XOXO"
~Okkey, mi hai convinto. Andiamo~
Lui le prese la mano, e di soppiatto, senza farsi vedere sgattaiolarono fuori dalla stanza. Alla porta d'ingresso lui con un gesto teatrale della mano la invitò ad uscire.
~Prego My Lady, prima le signore.~ Lei non se lo fece ripetere due volte, l'angosciava stare lì. Non c'era sensazione più bella di andarsene.
Salirono in sella e partirono.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 21, 2018 ⏰

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