Capitolo 16

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Draco pov
"Draco non devi dire mai quella parola a una donna."
Mi aveva detto mia madre tenendomi in braccio.
"È una parola molto, molto brutta."
Questa era stata la sua risposta alla domanda: "Mamma che cosa vuol dire Puttana?"
Ero solo un bambino all'epoca, quando la sentii pronunciare da mio padre; ma ricordo ancora il volto inorridito e disgustato di mia madre.
Fino ad ora ho chiamato così molte ragazze, parlando con i miei così detti amici. Ma mai l'ho detto in faccia alla diretta interessata.
Ora capisco il perché delle parole di mia madre.
Non penso che Laila Craine sia una Puttana. Se dovessi creare una lista di ciò che lei è, Puttana non ci sarebbe.
Bellissima sarebbe al primo posto.
L'ho chiamata così solo per ferirla. Direi che ci sono riuscito.
E allora perché mi sento così una merda?
Il bruciore dello schiaffo è nulla in confronto al bruciore che mi sento dentro.
Laila Craine è una stronza, viziata, orgogliosa, altezzosa, intelligente, perspicace, sexy ragazza. Ma di certo non è una puttana.
Hai fatto un casino Malfoy... come sempre.
Esatto. Un fottuto casino.
Il mio orgoglio mi fa restare seduto, ma qualcosa dentro di me mi dice che dovrei andare a cercarla.
Ma ovviamente, come uno stupido, me ne resto qui seduto a mangiare, aspettando che quello schiaffo smetta di bruciare.
A chi volevo darla a bere. Non ci sopportiamo quasi.
Ciò che è successo prima è stato un caso, le pozioni ci avevano annebbiato la mente.
Non potremo mai essere neppure amici.

Laila pov
Lacrime nere mi scendono sul viso.
I singhiozzi mi scuotono.
I conati mi invadono, ma mi trattengo dal vomitare.
Voglio solo restare seduta qui, avvolta dall'umidità, seduta ai piedi della statua del mio antenato sul pavimento bagnato, col teschio del Basilisco che mi guarda, come per schernirmi.
Ti stai rammollendo Craine.
Si, mi sto rammollendo. Ma quella parola brucia. Brucia tremendamente perché lo sono stata davvero. Perché a 15 anni fuggivo dal castello e mi infilavo nei pub vicini, svendendo il mio corpo, per sentirmi speciale per qualche insulso momento.
E ora piango, in silenzio, fino a non avere più forza.
Si fottano Rune Antiche.
Resterò qui finché il sole non sarà tramontato, finché tutti non staranno dormendo, poi andrò a dormire. Con lo stomaco vuoto e la testa pesante.
Non mi rendo conto del tempo che passa, accovacciata qui, abbracciandomi le ginocchia.
Prendo il fazzoletto bianco che ho in tasca e mi pulisco il viso dalle lacrime e dal trucco.
Sono così stanca, così arrabbiata.
Caccio un urlo, acuto e lungo.
Una valvola di sfogo. Tanto nessuno può sentirmi sotto a queste profondità.

Draco pov
Puttana!
Sono un idiota.
Non dire mai quella parola ad una donna.
Sono un idiota.
Non permetterti mai più di parlarmi in questo modo.
Sono un idiota.
Mi massaggio la guancia ancora dolorante.
Ci sa fare...
Sono un idiota.
Non si è più vista in giro dall'ora di pranzo. Non si è presentata a Rune Antiche. E io sono sgattaiolato via dall'aula prima dell'entrata della professoressa.
Sono tornato nel dormitorio per cambiarmi.
In realtà speravo di trovarla...
Ho indossato un completo nero e delle scarpe lucide.
Sono steso sugli spalti del campo da Quiddich da ore, le mani sotto la nuca come cuscino, gli occhi verso il cielo che promette pioggia.
Sono un idiota.
Sarei dovuto correrle dietro e scusarmi. Ammettere di avere torto.
E io non chiedo mai scusa. Ne tantomeno ammetto i miei errori.
Ho rovinato tutto...
Tutto cosa? Non c'era nulla tra noi...
Un pensiero amaro.
Magari può ancora esserci tutto.
Scatto in piedi e scendo in fretta i gradini.
Devo trovarla... trovarla e chiederle scusa... trovarla e ispirare quel dolce profumo di liquirizia.

Laila pov
Sono passate ore ormai.
Ore passare a piangere, a gridare, a lanciare sassi contro il nulla.
Sono immobile, seduta abbracciandomi le ginocchi, coi capelli che mi circondano e mi separano dal mondo come una tenda.
La fronte appoggiata sulle ginocchia.
Mi scoppia la testa.
Lo stomaco è contratto e dolorante.
Un lento e regolare gocciolio sta contribuendo a farmi impazzire.
Cazzo.
Se mi vedessero così. Cosa ne sarebbe di me?
Se i miei compagni mi vedessero perderei ogni credibilità, ogni potere, perderei la dignità.
Se Malfoy mi vedesse, capirebbe di aver colpito nel segno.
Se la mia famiglia mi vedesse... mi ucciderebbero.
Guardo quella cicatrice sul mio polso, quel 'marchio di qualità', come lo ha definito più volte mio nonno. Quella certificazione del mio sangue.
Una Serpeverde non va a nascondersi per piangere.
Una Serpeverde punisce chi l'ha sfidata e gioisce delle sofferenze di quello stolto.
Draco Malfoy.
Scatto in piedi. Comincio a camminare avanti ed indietro.
Raccolgo un altro sasso e lo lancio con rabbia.
Santo cielo, è tutta colpa sua.
È entrato nella mia vita come un tornado, e come i venti impetuosi che lo formano ha distrutto tutto. In nemmeno una settimana.
Nessuno era mai riuscito a stravolgere così tanto la mia vita. A tenermi testa. È il primo che mi provoca e mi stuzzica solo per divertirsi, e poi è capace di tenere il gioco. Il primo capace di spingermi all'esasperazione, farmi perdere il controllo. L'unico in grado di sfidarmi apertamente, senza terrore negli occhi.
Vorrei poter dire che è una cosa che odio. Ma in realtà è una cosa che ammiro.
Ammiro chi non ha paura del pericolo. Ammiro Draco Malfoy per come sta rendendo le mie giornate incredibilmente divertenti, con dei semplici battibecchi o con liti epocali.
Ammiro Draco Malfoy per il coraggio che ha, dice ciò che pensa, senza mezzi termini.
Ammiro Draco Malfoy per la sicurezza che ostenta sempre, e per la dolcezza che tiene nascosta.
Non poteva essere falso.
Quello sguardo... quel sorriso...
Come si può fingere uno sguardo così dolce e rovente come quello che mi sentivo sulla schiena?
SMETTILA!
Ma che mi prende?!
Forse è dolce nel profondo, ma è solo un viscido serpente. Un futile bastardo. Uno stronzo. Un bambino viziato.
Ammiro Draco Malfoy, ma lo odio... può essere possibile?
Detestare e desiderare al tempo stesso...
Ma l'odio ora prevale su tutto.
Su ogni altra emozione.
Dannato Draco Malfoy!
"Che tu sia dannato!"
Lo urlo a pieni polmoni. Un urlo straziante, rabbioso, spaventoso.
Che tu sia dannato...

Draco pov
Sono ore che cammino in lungo e in largo per il castello senza meta.
Ho cercato nella serra della professoressa Sprite.
Erbologia mi rilassa, semplice. Il silenzio, i profumi, la terra, l'umanità... mi sento a mio agio.
La sua voce nella memoria. Erbologia la rilassa, l'ha detto lei, così ho pensato che fosse lì.
Non c'era.
Ho cercato in tutte le ale della biblioteca, dove la Granger mi ha riservato il suo solito sguardo di disprezzo; e dove mi sono quasi perso... non ci sono praticamente mai entrato in quel posto.
Ho camminato, cercandola, avanti ed indietro per i sotterranei bui e umidi, dove solo in pochi sappiamo orientarci bene.
Mi sono congelato il culo cercandola nei pressi del Lago Nero, ormai ghiacciato, e ai confini della foresta proibita.
Ho cercato ovunque.
La torre di Astronomia. Vuota.
L'aula di Pozioni. Niente.
I bagni. L'aula di Trasfigurazione. Persino gli stanzini delle scope.
Niente.
Solo alla fine ho bussato alla sua porta proibita, alla sua stanza. È effettivamente il posto migliore per nascondersi e chiudersi in solitudine. Nessuno può entrarci.
Ho bussato energicamente ma nessuno ha risposto. Solo un miagolio sommesso è giunto dall'interno.
Non mi aspettavo comunque una risposta. Anche se fosse stata lì dentro, mi avrebbe ignorato.
D'altro canto nemmeno io risponderei a qualcuno che mi ha insultato così davanti a tutta la scuola.
E adesso, quella ragazza misteriosa, perfida, intelligente, dannatamente orgogliosa e testarda e tremendamente sexy che per sei anni si è nascosta nell'ombra, è sparita.
Sparita come è arrivata, in un lampo.
Doveva essere il massimo a nascondino...
Un sorriso. Che pensiero stupido.
Una come lei non ha mai giocato a nascondino...
Io ci giocavo con Blaise, Nott e gli altri bambini a quelle feste organizzate dalle più ricche famiglie di Purosangue. C'era anche Pancy, era così simpatica all'epoca. E io vincevo sempre, ero troppo furbo.
Un sorriso nostalgico per quei tempi, in cui tutto era facile. In cui ero solo un bambino e non dovevo indossare abiti che non mi appartengono.
In cui non dovevo recitare la parte dell'assassino.
Mi fermo, stremato. Mi appoggio al muro e cerco di respirare. Non riesco a muovermi.
I pensieri oscuri e la preoccupazione mi hanno travolto.
Non riesco a respirare.
Una mano invisibile mi stringe la gola.
Respingo quel groppo in gola che da settimane rischia di uscire. Mi passo una mano tra i capelli. Chiudo gli occhi che pizzicano.
Che ne sto facendo della mia vita?
Dannata Laila Craine.
Da quando mi è venuta a sbattere non ha fatto altro che crearmi fastidi.
Ricordi dolorosi ricompaiono quando vedo il mio stesso dolore sul suo viso.
Ma quella sera, prendendola in braccio, mi sono sentito un po' più sereno, più capito. La leggerezza del suo peso e quel profumo di Liquirizia...
Dannata Laila Craine... mi hai mandato in pappa il cervello...
"Che tu sia dannata!" Un sussurro flebile e acido esce dalle mie labbra, coronate da un sorriso amaro.
Un sussurro che io stesso ho faticato a udire.
Che tu sia dannata...

Un cuore purosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora