Capitolo 57

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Draco pov
Davanti all'enorme specchiera del suo armadio, mi sistemo il nodo alla cravatta.
Devo essere perfetto.
Lo sono sempre.
Beh, diciamo che devo esserlo più del solito.
Mi porto i capelli all'indietro, lasciandoli tuttavia gonfi e morbidi.
Il completo di Armani mi calza a pennello, fasciandomi le spalle e la vita in maniera impeccabile.
La magia dell'avere un sarto personale.
"Craine ci sei morta la dentro?" Urlo alla cabina armadio, senza distogliere gli occhi dallo specchio.
"Odio questo vestito!"
La sua voce mi giunge ovattata da dietro la porta in mogano.
"Dobbiamo essere nel salone principale tra cinque minuti. Tu sei chiusa la da mezz'ora. Vedi di muovere quel bel culo che ti ritrovi e uscire."
Mi passo una mano tra i capelli, sorridendo amabilmente al mio riflesso, esercitandomi al sorriso di cortesia che dovrò portare tutta la sera.
Indosso la mia maschera; un sorriso cortese ma indifferente, lo sguardo assente ed un po' annoiato ma deciso. Linguaggio aristocratico ed educato.
La indosso stretta, in modo che non possa spostarsi, incrinarsi.
Così stretta che mi sembra di sentirne il nastro tra i capelli, sulla nuca.
La maschera Malfoy che porto da sempre, che mi è stato insegnato a portare.
E sorrido a quella maschera, la ringrazio per la sua invisibile e silenziosa presenza.
La serratura della cabina armadio scatta alla mia destra e una creatura meravigliosa ne esce.
In cima a dei tacchi in pelle nera che la rendono quasi alta quanto me.
Laila Craine ha i capelli sciolti sulle spalle, mossi ed ondulati che le arrivano fino a sopra il seno.
È fasciata da un abito decisamente Molto Lei, per citarla, che non sembrerebbe casto nemmeno su una bambina.
Un abito a sirena, di tessuto nero semitrasparente.
Più Trasparente che semi...
Lo scollo a V mostra abbondantemente il solco tra i seni, le spalline sottili sono composte da foglie d'edera in pizzo, che scendono lungo tutto l'abito, coprendole i seni e l'inguine.
La coda del vestito si infittisce di quello che sembra tulle nero e forma una piccola e leggera campana attorno ai suoi piedi.
L'edera e le rose di pizzo nascondono ben poco.
Le sue lunghe gambe sono ben visibili sotto a quella stoffa, riesco a intravedere anche l'ombelico.
Un abito che sicuramente sua madre non è riuscita a rendere 'opportuno'.
Un abito che sembra cucito addosso a lei.
Un abito nato per lei, per il suo spirito libero.
Un abito che lei sola potrebbe portare con questa grazia e regalità.
Un abito che addosso a chiunque risulterebbe volgare, ma che su di lei appare elegante.
Un abito per Laila Craine.
La magia dell'avere un sarto personale...
Si avvicina a me con sguardo scocciato.
"Laila, sei meravigliosa..." Mi esce in un sussurro roco dal desiderio.
"Oh ti prego Malfoy. Lo scollo doveva essere più profondo. E non dovevano esserci le spalline. Avevo espressamente richiesto uno strascico di almeno due metri e doveva essere corto sul davanti." Sbuffa mettendosi di fronte allo specchio e osservandosi ancora.
Le labbra carnose sono rosee e prive di rossetto, sugli occhi un trucco leggero, che ne valorizza l'oscurità naturale.
Senza staccare gli occhi dai suoi, nel riflesso, le appoggio una mano sulla schiena, scoprendola nuda.
"Perché lo strascico zuccherino?"
Sorrido baciandole il collo.
"Così avrei avuto una scusa per non ballare." Si appoggia con la schiena al mio ventre, lasciandosi cullare.
Le appoggio le mani sui fianchi e sento il calore della sua pelle attraverso quella stoffa così scandalosamente trasparente e sottile.
"Ti rendi conto che questo abito copre il minimo indispensabile vero?" Le sussurro all'orecchio.
"Ho minacciato la sarta di Cruciatus se avesse ascoltato troppo mia madre." La voce le esce in un soffio dalle labbra, a metà tra un sospiro e uno sbuffo.
Contegno Malfoy. Contegno.
"Forza zuccherino. Dobbiamo andare di sotto."
"Si." Sbuffa di nuovo, lanciandosi i capelli dietro la schiena.
"Dobbiamo andare."
Si avvia verso la porta, poi si blocca osservando la scatolina di velluto nero abbandonata sul divanetto.
"Devo indossare quel Qualsiasi-Cosa-Sia." Si stringe la radice del naso tra le dita, esasperata.
Allunga una mano e prende la scatola, rivelando un enorme, scintillante, costosissimo girocollo di diamanti.
Per un attimo resta scioccata, interdetta alla vista del prezioso gioiello.
Senza delicatezza lo prende dalla scatola e apre il gancino d'oro bianco che lo tiene chiuso.
Se lo lega dietro al collo in un gesto sprezzante.
"Odio queste cose. Pesano. Sono inutili. Ci si sfamerebbe un villaggio per mesi. Lo darò in beneficienza entro domani."
Le parole le escono acide come veleno.
"Zuccherino. Vieni qui."
Mi si avvicina, respirando affannosamente.
Le metto le mani sulle spalle e lei chiude gli occhi.
"Calmati. Finirà prima che tu possa dire 'Estratto di Asfodelo'. Sta calma."
Apre gli occhi, con espressione sconsolata.
"Estratto di Asfodelo."
Un sorriso malinconico le si dipinge in faccia.
Allunga una mano e mi accarezza la guancia.
"Mi piace la tua maschera Malfoy. Ma attento a non stringerla troppo, o ti resterà su per sempre."
Un sorriso sincero mi si forma sulle labbra, e quel nastro invisibile tra i miei capelli si allenta un po'.
Lei fa un respiro profondo e quando riapre gli occhi, ha indosso la sua perfetta maschera.
Un sorriso dolce ed esuberante, lo sguardo acceso da scintille di interesse e curiosità. Le movenze leggiadre e delicate.
"Andiamo."

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