Blood

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Ormai sono passate quasi 24h da quel sogno. Nonostante tutti gli sforzi, sto fallendo miseramente nel dimenticare.... quei brutti, orribili ricordi....

Non posso continuare così.

Con tutta la determinazione che ho in corpo, mi dirigo nel bagno. Decisa a farlo. Entro, chiudo la porta a chiave, fregandomene del fatto che c'è anche Peter in casa. La prendo.... quella piccola, minuscola, elegante ed affilata lametta.

Nonostante lo stupido occhio non volesse piangere, sporgo il polso sul lavandino e la premo con forza, passandola velocemente da sinistra verso destra.

Ci sono finalmente riuscita....

Era tanto....tanto.....fin troppo.

Sangue.

Le mie emozioni erano confuse...

Gioia...

Tristezza...

Dolore....

Paura.

Mi girava la testa, avevo le vertigini. Non capisco se è per l'emorragia in corso o per la sola vista al sangue.

Il lavabo ne è ricoperto, ce n'è dappertutto. Sangue sullo specchio, sui miei vestiti, sulla lametta e persino sul mio viso. Cado, procurando un forte tonfo che fa allarmare Peter. Tutto preoccupato si precipita per bussare. Non doveva entrare, sennò avrebbe chiamato subito un'ambulanza....e se lo fa non potrò ultimare il mio compito.

-SOPHIE TUTTO OK?-

-Si Peter sto b-bbene-

Se ne frega delle mie parole e sfonda la porta. Neanche il tempo di vedere la scena di sangue ovunque che ha già il telefono in mano con la chiamata per il 118.

-COSA CAZZO HAI FAT.......-

Svengo definitivamente con Peter che mi urla addosso....le sue inutili e stupidi urla, disperate ed angosciate.

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Apro gli occhi. Mi trovo in una stanza bianca. Su un letto altrettanto bianco. Attaccata ad una flebo di sangue.

Cerco di staccarmi gli aghi che ho per tutto il corpo, ma una calda mano mi ferma. é Peter.

-Perchè l'hai fatto?-

Non dico una parola. Peter lo odio e questo significa che non ne parlerò mai con lui.

-i-io....-

Si alza, con delusione riflessa negli occhi e se ne va.

Ho perso un'occasione d'oro. La prossima volta mi butto giù da un balcone....almeno mi risparmierei tutte queste scenate.

La mia attenzione viene rapita da una piccola e minuta forma che giace dormiente sul divanetto della stanza.

Ti prego no. Fa che non sia.... M A R I A.

-oddio no- sussurro lievemente, ma questo basta per svegliarla.

-ti sei svegliata- mi dice calorosamente ma con una punta di rimprovero.

-s-si.... perchè sei qui?-

-perchè ero preoccupata-

-ma se ti ho sempre trattata male-

-non sempr....lascia stare. Sophie perchè l'hai fatto?-

-è complicato-

-Ho tempo-

-Non è il caso...-

-bene allora comincio io. Sono Maria, ho 15 anni, frequento la tua stessa scuola e mio fratello è morto 5 anni fa. è stato uno shock, ma sono riuscita a farmela passare pensando che dopo aver vissuto a pieno la mia vita io possa rincontrarlo in paradiso con un gran sorriso. Ora tocca a te.-

Soul hidden in the eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora