Sospesa nel vuoto. Come un funambolo vivo in bilico. Tra la paura di cadere e la certezza di riuscire rimango in equilibrio. Solo questa sottile fune mi tiene legata alla realtá, solo questo fragile filo a reggere il peso dei miei squilibri. Cautamente mi giro: due passi avanti, due indietro. Rimpiango il percorso del passato, immagino il percorso futuro. Perdo l'orientamento, rischio di cadere ad ogni minimo movimento, ma rimango lì, immobile, apatica, tra la razionalitá e l'irrazionalitá, tra l'amore e l'odio, tra il sorriso e la smorfia, tra luce ed ombra. Alla mia destra il calore e la salvezza, a sinistra gelo e morte. Il terrore di cascare dalla parte sbagliata si impossessa di me. Mi sbilancio verso l'orrore, poi verso la meraviglia, un veloce scatto a destra, poi di nuovo gli occhi si perdono tra i ghiacciai e la candida neve. Lo sguardo torna a puntare verso l'orrizzonte, ma le immagini di quel macabro, cupo, luogo estraneo sono oramai l'unica visione. Quel nero e freddo vento aveva congelato il sangue e mi aveva per sempre cambiata. Io, statua di ghiaccio, fragile e sofferente, ero stata troppo curiosa e, ingannata dal secondo che tradisce, mi ero destinata all'eterna prigione.
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Io.
Short StoryChiunque scrive per un motivo. Io scrivo per resistere, per svuotarmi, per esistere o per dimenticarmi, per cercarmi o per perdermi, per vedermi e per nascondermi, per vestirmi e per spogliarmi, per confessarmi o, alla fine, solo per mentirmi.