Notte

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Ci si ritrova, persi nella buia notte o ci si perde, trovando nella luce ció che nascondevamo di noi stessi. Ed é un'esplosione di fitte, é tristezza e delusione che si fa dolore fisico, angoscia che rende impossibile il chiudersi degli occhi. Vagabondi ci ritroviamo a gironzolare senza meta, rivangando il passato nella speranza di cogliere un qualche nuovo dettaglio che sveli segreti illuminanti o sfiorando con un dito o con un semplice ricordo quei momenti lontani nello spazio e nel tempo. Sorridiamo, ma sentiamo di non sopportare il minimo dolore, di sentirci stanchi e nuovamente fragili. Cerchiamo la fuga e ci interroghiamo su quei segnali chimici che risvegliano le membra tingendole di gelido nero. La realtà e la finzione si fondono e confondono e rimaniamo intrappolati in una dimensione sognante. Desideriamo l'allineamento degli astri e il perfetto incastro, ma il dubbio sorge e sporca il meccanismo, che d'improvviso cessa di scorrere. La passione recondita dei piccoli gesti ora ci fa sentire vivi, ora morti e vuoti. Accarezzando quell'oscurità che sentivamo ormai lontana torniamo a temerla e tremare dinanzi a lei. Lo stomaco torna a sanguinare come colpito da lame e il fiato si spezza per il peso della verità che la realtà sputa in faccia. Ci ritroviamo a odiare il meccanismo ripetitivo che loda colui che noi disprezziamo, quel codardo e quel bugiardo che si perde tra le false apparenze e il finto ruolo del brillante. Cosí ci innamoriamo della sconfitta e del perdente, senza freni lo amiamo. Allo stesso tempo preghiamo per lui nella speranza che qualcuno avrà occhi attenti e saprà riconoscergli almeno la vittoria di una battaglia. Solo un piccolo trionfo. Oppure finiamo tra le lacrime centellinate perché sentiamo in modo così consistente il dolore che proviamo, ma ci sentiamo così inconsistenti e vuoti. Così desideriamo un legame, una corda concreta e invisibile che ci leghi alla realtà, noi miserabili, convinti di piangere per colui che vive nell'ombra, o forse semplicemente inconsapevoli di desiderare la sua forza e la sua indipendenza, la sua autonomia e il suo folle e sano amore per la solitudine.

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