Capitolo 2

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L'infermeria era silenziosa: Madama Chips, l'infermiera che già da alcuni anni si occupava degli incidenti scolastici di Hogwarts, non aveva permesso a nessuno studente di entrare. Il coprifuoco era scattato già da alcuni minuti, eppure di tanto in tanto qualche testa faceva capolino nel tentativo di entrare , ma l'implacabile strega non si lasciava intenerire da nessuno: tutti gli amici erano stati rispediti nelle rispettive Sale Comuni, solamente la professoressa Sprite e Albus Silente avevano avuto la possibilità di accertarsi delle condizioni del ragazzo.
La notizia aveva fatto il giro della scuola in poco più di un'ora grazie al gruppetto di streghe di cui faceva parte Rita Skeeter; all'improvviso l'attenzione di tutte le ragazze curiose e pettegole si era destata e a cena era stato l'argomento più discusso degli ultimi mesi. Non accadeva spesso che qualcuno si tuffasse tra gli abissi per salvare la propria amata - come avevano sghignazzato tutte le amiche di Andromeda, indicandola ogni volta che entrava in una stanza. Discutendo in ogni momento disponibile, rendevano praticamente impossibile alla ragazza rimanere nell'ombra. E lo fu ancora di più quando Ted uscì dall'infermeria: il ragazzo si accorse che gli altri spesso gli sorridevano e la cosa lo aveva allarmato molto, soprattutto nel rendersi conto che tra loro c'erano anche alcuni compagni. In un primo momento non si era accorto dell'ironia che trapelava dai loro sguardi,ma si era visto costretto a dare ragione a Cynric quando gli aveva fatto notare la cosa.
"Tonks!" Ted continuò a camminare nonostante l'urlo che aveva fatto tremare le statue; sapeva bene a chi apparteneva quella voce gutturale e non aveva alcun desiderio di fare conversazione con lui; Maximus Flitt era sicuramente il Serpeverde meno intelligente del loro anno ma era perfettamente in grado di essere sgradevole con chiunque. Di solito i suoi obiettivi preferiti erano i ragazzini dei primi anni, ma non mancavano esempi più eclatanti: per esempio era riuscito ad avere la meglio in una disputa con Ludo Bagman, anche se era opinione diffusa che il ragazzo non fosse poi molto furbo. Ted era rimasto sorpreso solo dal fatto che l'amico si fosse fatto picchiare con la propria mazza da Battitore.
Il ragazzo si bloccò quando si ritrovò la strada sbarrata proprio da quel colosso di Flitt; a volte Ted si era domandato in che modo potesse camminare normalmente e persino a persuadere la scopa ad alzarsi da terra visto che pesava quasi centocinquata chili, e considerò che visto da vicino faceva una certa impressione. Solo in quel momento si accorse che il ragazzo non era solo, girando la testa si ritrovò praticamente circondato: erano in tutto sette, tutti ragazzi e parte dei Serpeverde. "Dobbiamo fare due chiacchiere con te." La fastidiosa voce acuta di uno dei presenti aveva chiarito a Ted la ragione per cui si trovavano lì: doveva avere a che fare con il suo ultimo gesto nei confronti di Andromeda.
Da quel momento Ted non riuscì a ricordare nulla, tranne che era stato circondato solo da buio e incubi.


"Ted! Mi senti?! Rispondimi!"
Il suo ultimo ricordo certo era il colloquio con Maximus Flitt e alcuni altri Serpeverde, prima che decidesse di recarsi in biblioteca. Aveva ancora dei compiti da fare, Ted, e ormai si sentiva pronto a riprendere le lezioni.
E poi c'era stato il buio totale, fino a quel momento. Sentiva una voce che chiamava il suo nome ma non riusciva ad associarla a un nome, tutto era così confuso e strano da fargli dubitare persino di essere vivo. Aveva l'impressione di ascoltare in modo ovattato qualcosa, come se fosse un semplice spettatore, ma allo stesso tempo percepiva un dolore cocente, come se il suo corpo venisse sbattuto ripetutamente contro un muro. Percepiva delle voci ma non riusciva a identificarle: in ogni caso sembravano appartenere a persone che dovevano divertirsi un mondo.
"Un altro po', dai!" Solo in quell'istante il ragazzo comprese che qualcosa non andava perché vedeva il mondo in modo sfocato, e la testa gli doleva al punto da indurlo a
pensare che fosse sul punto di scoppiare. Gli occorsero alcuni minuti per rendersi conto che le voci erano meno ovattate e che lui si ritrovava disteso a terra; all'improvviso i sensi tornarono prepotentemente recettivi, facendolo gridare per il dolore straziante che provava e che aveva attraversato improvvisamente il corpo.
Erano demoni quelli che gli strappavano via la pelle e si accorse - quasi con stupore - di essere lui a gridare, spaventato. Fino a quel momento non ne era stato veramente consapevole. Ebbe un conato di vomito nel sentirsi sballottato nuovamente dall'altra parte del corridoio e solo quando toccò terra comprese che, quello che credeva solamente di guardare, era invece accaduto veramente. Qualcuno si stava divertendo - le risatine in sottofondo non mentivano- e lui sentiva le guance in fiamme. Il ragazzo alzò casualmente lo sguardo verso una finestra, il cielo chiaro denotava che era ancora giorno.
"Allora, ti diverti, sudicio Mudblood?" Uno scoppio di risa sempre più forte lo colpì come uno schiaffo e si sentì di nuovo strattonato da una forza invisibile; inoltre il corpo pareva dilaniato da mille coltelli affilati, e milioni di creature orrende si gettavano su di lui per strappargli a morsi la pelle. Era grottesco e terribile, eppure non riusciva a reagire in alcun modo.
Erano in tre a colpirlo, mentre altri due si accontentavano di sbeffeggiarlo ogni volta che andava a sbattere contro una parete; Ted sentiva la testa sempre più pesante. Ridevano, e Ted riuscì a riconoscere - seppur a fatica - parte dei loro profili: erano sicuramente i ragazzi che lo avevano accerchiato nel corridoio, quasi tutti giocatori di Quidditch di Serpeverde, e parevano divertirsi moltissimo. Da parte sua si sentiva umiliato ma non riusciva a capire il motivo di quell'azione. Quando venne fatto nuovamente cadere a terra, poté sentire uno di loro che gli sputava addosso con disprezzo. "La prossima volta che ti verrà voglia di guardare una delle nostre donne, o di toccarla con le tue schifose mani da Babbano, giuro che te le taglio", ruggì uno di loro, che Ted riconobbe come Maximus Flitt, il Battitore della squadra.
Per un momento ebbe l'insensata voglia di ridere: sicuramente tutto era collegato al gesto compiuto alcuni giorni prima, quello di buttarsi nel Lago Nero per aiutare Andromeda, ma non ne aveva approfittato neppure per un momento, al contrario, dato che entrambi erano stati tirati fuori dagli sforzi combinati di ben tre insegnanti. Lui si era più volte chiesto, dopo quel giorno, come avesse trovato il coraggio di sfidare i neri abissi lacustri solo per quello; la cosa che più di tutti lo infastidiva era che altri - soprattutto lei -potessero aver pensato all'ennesima esibizione, quando faticava persino a mantenersi a galla e si era fatto trascinare giù così in fretta da non avere neppure raggiunto la ragazza. Si sentiva ancora straziare il corpo, ma ormai sembrava diventato nuovamente tutto nero e non riuscì più a vedere nulla.

When ice meets fireWhere stories live. Discover now