Capitolo Uno

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Nota dell'autore per il lettore

Quello che stai iniziando a leggere è il terzo romanzo che vede come protagonista il commissario Pasubio. Come i precedenti, anche per questo libro ho scelto di utilizzare la forma del self-publishing.

Ritengo che l'auto-pubblicazione sia una delle più importanti forme di libertà di cui oggi godiamo, ottenuta grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie. Se ci pensi, non è mai accaduto prima che un tuo scritto avesse la possibilità di essere letto praticamente in ogni parte del mondo, senza dover ottenere l'approvazione di un editore. Se non è libertà, questa!

Ma, c'è sempre un ma, questa libertà porta con sé anche una grande responsabilità: quella di proporre al lettore un libro di qualità e credo che su questo punto sarai d'accordo con me. Quante volte abbiamo dato fiducia al romanzo di un autore sconosciuto, pubblicato da un editore, e poi siamo rimasti delusi? A maggior ragione, cosa si potrebbe dire di un romanzo auto-pubblicato scadente?

E allora arrivo al dunque, amico lettore: ti assicuro di aver profuso il massimo impegno nella revisione di questo mio terzo romanzo. Ciò non significa che ti dovrà piacere di sicuro (io lo spero), ma che ti stai apprestando a leggere un manoscritto che è stato sottoposto ad un processo di editing approfondito e dettagliato. Il resto è in mano tua.

Io credo fermamente che la fortuna di un libro dipenda dal lettore e da nessun altro. E, proprio per questo, se al termine della lettura lascerai sui social che frequenti un tuo commento, ne sarò felice e te ne sarò grato, perché un libro auto-pubblicato vive anche grazie al tuo passaparola!



Uno

Il conflitto tra i palazzi di tre piani delle viuzze che stava percorrendo e i grattacieli, che in un decennio avevano modificato il profilo della metropoli, quella mattina gli sembrava irriducibile. Era come se ci fossero due Milano, entrambe vere, reali, ma profondamente diverse tra di loro; due città che insistevano sul medesimo luogo.

Parigi aveva un'anima, Londra aveva un'anima, anche Barcellona ne possedeva una, ma quale era quella di Milano? Quella vera?

A questo stava riflettendo il commissario Paolo Pasubio quel martedì 25 marzo, mentre scivolava per Via Bocchetto alle nove di mattina, con la testa ben piantata nel mezzo del suo corpo ma, come spesso gli capitava, immersa tra le nuvole, a diecimila metri d'altezza.

Quel giorno, Pasubio si era svegliato con il desiderio di fare quattro passi prima di rinchiudersi in ufficio e con la metropolitana era sceso alla fermata di Cordusio, dove aveva lasciato che le gambe lo conducessero a destinazione; del resto quelle stradine caratteristiche della Milano di una volta, le Cinque Vie, le poteva percorrere ad occhi chiusi.

Arrivato al crocicchio svoltò a sinistra in Via del Bollo e fece in tempo a percorrere solo pochi passi che fu ricondotto sulla terra dalla richiesta di aiuto urlata da un uomo, il cui vestito lasciava intendere che fosse il domestico di qualche famiglia agiata abitante in zona.

Pasubio gli si avvicinò e si qualificò.

"Por Dios y todos los santos juntos! Mi chiamo Felipe, la mia signora è stesa nel letto, in casa, sembra morta, prego mi segua" gli disse il ragazzo visibilmente scosso, indicando il piccolo portone aperto del civico due.

Pasubio diede una rapida occhiata all'edificio. Passava da quella via più volte al giorno, da quando lavorava al commissariato centrale, ma non aveva mai alzato lo sguardo verso quel vecchio palazzo. Curioso, pensò: era come con i suoi vicini di condominio, non ne conosceva uno. Che sia questa l'anima di Milano, l'anonimato? - pensò per un secondo. Questo domestico, chissà quante volte l'avrò incrociato per la strada, eppure il suo volto mi risulta completamente nuovo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01, 2018 ⏰

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