4 - Legami di sangue

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La squadra era in difficoltà, Carter era morto, Kendra era a rischio, e Rip odiava l'idea di mettere a rischio anche gli altri. Martin e Gideon si occupavano di Kendra, anche se non stava messa tanto bene. Infatti i pezzetti della lama viaggiavano nelle sue vene, e lentamente stavano arrivando al cuore, e una volta che un pezzettino avrebbe minimamente sfiorato il cuore anche lei sarebbe morta. Nessuno dei due poteva fare niente per evitarlo. Gideon continuava a darle dei sedativi, per evitare che si agitasse. Nel sonno continuava a dire il nome di Carter, Savage, e altre cose che riguardavano lo scontro di ieri pomeriggio.
Sulla poppa, invece, Rip era in difficoltà, Savage aveva messo il suo re sotto scacco, restava un'ultima per rendere la partita ancora giocabile, oppure sarebbe stato scacco matto. Ma il capitano non aveva la minima idea di cosa fare ora. Anche gli altri iniziarono a fare domande su cosa sarebbe successo adesso. E nel frattempo la Waverider vagava senza meta nella zona temporale.
"Ragioniamo un attimo, Savage è salito al potere per le sue ricchezze, e se noi gli togliessimo i fondi?" propose Sara.
Rip alzò la testa, e interpellò subito Gideon su dove Savage tenesse tutte le sue ricchezze. Il computer fornì un tempo e un luogo abbastanza dettagliato alla squadra, che partì a razzo con la nave. Questa volta Sara aveva davvero colpito nel segno, infatti sarà proprio lei ad entrare in scena, insieme a Leonard e Rip, che aveva già trovato il piano giusto.

Lipsia, 1975

La nave giunse a destinazione, ancora nel 1975, nella città dove Vandal Savage conserva tutte le sue risorse monetarie in una banca privata. Rip e Sara si spacciarono per una coppia, in cerca di un posto sicuro dove riporre le loro finanze, e Leonard interpretava la parte di un avvocato con il compito di stabilire se l'investimento che stava per fare Rip fosse opportuno o meno. Ovviamente ognuno di loro indossò l'abbigliamento adeguato a quel tempo e a quella situazione.

Dopo qualche minuto di attesa, un segretario fece accomodare la banda nell'ufficio del direttore.
"Buongiorno signori, sono Alfred Straberg, il direttore, cosa posso fare per voi?" chiese l'uomo seduto dietro una scrivania.
"Molto piacere, sono Michael Luston, lei è mia moglie Katherine, e lui è il mio avvocato, il dottor James Darrow. Vorremo una consulenza"
"Molto bene signori, siete nel posto giusto. Allora, vogliamo iniziare?" Alfred iniziò a spiegare come funzionava la banca, i sistemi di sicurezza e tutto il resto. Rip e Leonard ascoltavano con attenzione, senza lasciarsi sfuggire una virgola, soprattutto il secondo dei due. Sara, invece, si stava annoiando a morte, ma la sua poca attenzione alle parole la portò a notare un particolare, e non di poco conto. Quando il banchiere si sistemò il collo della camicia, vide che sul collo aveva un marchio, tipico di chi frequentava la lega degli assassini, e rappresentava un piccolo cerchietto con i bordi esteriori seghettati. Era un simbolo davvero molto piccolo, quasi impercettibile all'occhio umano, anche perché il colore era simile a quello della pelle. Infatti, in quell'epoca e per altri anni successivi, il marchio veniva fatto bruciando un pezzo di ferro, che rappresentava appunto quell'immagine, e veniva marchiato il collo. Una bruciatura in pratica. Anche Sara aveva il marchio della lega degli assassini, ma col tempo si era evoluto. Ora veniva inciso con inchiostro nero, come un tatuaggio, e anche il simbolo era stato modificato. Ma Sara, che aveva studiato molto bene la storia della lega, capì subito che Alfred era corrotto, e se lo era lui, figuariamoci il resto del personale. Sara doveva assolutamente dirlo a Rip senza farsi scoprire, ma come?

Intanto sulla nave, la situazione di Kendra non migliorava affatto, anzi, andava sempre peggio, le scaglie si stavamo sempre avvicinando di più al cuore. Non c'era soluzione possibile. Ma Ray ebbe come un colpo di genio: "E se mi rimpicciolissi con la mia atomotuta e distruggessi tutti i frammenti nel suo corpo"
All'inizio Martin ebbe troppi dubbi sulla questione, diceva che era troppo rischioso per entrambi, ma quando anche Gideon si convinse, il piano venne messo in atto. Erano tutti nervosi, nessuno sapeva bene cosa sarebbe successo una volta che Ray sarebbe entrato nelle arterie di Kendra, nemmeno Gideon, ma non restava altra scelta. Atom si era già rimpicciolito, e il professore prese il piccolo Ray e lo mise all'interno di una siringa, con del liquido verde, e lo iniettò nel braccio della ragazza. Sul monitor dell'infermeria c'era una scansione dei vasi sanguigni di Kendra, e si notavano anche tutti i pezzi del pugnale e la posizione di Ray, che aveva un auricolare e Martin gli comunicava tutte le posizioni dei frammenti. All'inizio Ray non ebbe problemi, e riuscì ad eliminare dodici pezzi, ovvero quasi tutti, ne mancava solo uno, quello più vicino al cuore, una sola mossa falsa e Kendra non sarebbe sopravvissuta. Anche Ray adesso sentiva la pressione salire, più alta di quanto non fosse già, le mani gli tremavano e il respiro si fecce affannoso. Anche Martin aveva smesso di fiatare. Ray vedeva il pezzo davanti a se, che lentamente andava verso il cuore, e molto presto iniziò a scorgere anche questo. Aveva una sola possibilità, o colpiva il frammento o il cuore, doveva stare molto attento. La vita di Kendra era nelle sue mani. Allora Ray decise di prendere il coraggio a due mani, farsi forza e sparare. Sistemò la mira al meglio più di una volta, poi, quando non c'era più tempo per indugiare, sparò. Ce l'aveva fatta, aveva distrutto anche l'ultimo pezzo del pugnale che Savage le aveva tirato addosso. Subito le condizioni di Kendra tornarono stabili, ora doveva solo guarire, ma era fuori pericolo. E anche Ray era fuori dal corpo della ragazza, felice e soddisfatto, come Martin e Gideon.

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