- Monsieur Antoine, Madmoiselle Odette si è sentita meglio e ha preferito venire lei di persona per la colazione, per non farvi scomodare - si inventò Jean, anche se sapeva bene che il ballerino non l'avrebbe mai bevuta.
- Non esistono scuse che tengano, io avevo ordinato esplicitamente che la ragazza stesse nelle stanze dov'era stata portata, ma dato che in questa casa solo i muri mi ascoltano considererò il fatto di dover prendere seri provvedimenti e se ciò accadrà ancora, e senza il mio consenso, potrai ritenerti senza lavoro - lo minacciò Merante dopo averlo rimproverato.
- Vi dò la mia parola che non accadrà mai più Monsieur - giurò Jean per poi incrociare le dita dietro la schiena.
Antoine Merante stette in silenzio per qualche secondo, facendo vagare lo sguardo dalla ragazzina al maggiordomo e viceversa.
Poi fece per andarsene, ma prima disse:- Muoviti ragazzina... In sala da pranzo... Ora...-
Odette rimase sorpresa poi si girò verso il maggiordomo che le sorrise paterno.
- Ma sì... in fondo gli state a cuore - disse rispondendo alla sguardo confuso della ballerina.
- Ma perché l'avete fatto Monsieur? - chiese in seguito mentre Jean la conduceva alla sala da pranzo, come richiesto da Antoine.
- Non vi preoccupate Odette, lui dice sempre e non fa mai, mi ha minacciato talmente tante volte di cacciarmi che oramai ne ho perduto il conto -
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Per tutta la colazione Odette e Antoine non fecero altro che starsene in silenzio a mangiare, ogni tanto il maestro lanciava qualche occhiata alla alunna, ma appena si accorgeva che Jean o Ros gli rivolgevano un'occhiata divertita dalla cucina tornava a guardare la ciotola.
- Verso le tre e mezza cominceremo l'allenamento...- disse appena finito il caffè.
- Ma io devo torna...-
- Non esigo scuse, anzi... dato che mi stai stufando a parlare di tua madre incaricherò Jean di portarla qui... dopo gli fornirai la via ed il numero in cui abiti.
A mezzogiorno in punto il pranzo sarà servito, vedi di essere puntuale... ora, a patto che non mi stai tra i piedi, ti lascio fare ciò che vuoi... ciao...- detto ciò si pulì col tovagliolo, si alzò ed uscì dalla sala da pranzo.A quel punto Rossana uscì frenetica dalla cucina, correndo incontro alla ragazza, cominciando a pizzicarle le guance come fanno le nonne.
- Sei la ragazza più bella che abbia mai visto! Ed anche la più gentile e paziente! Scommetto che io e te andremo d'amore e d'accordo, io sono Rossana, cuoca e... babysitter...- disse questa parola sussultando - del signorino Antoine, ma tu puoi chiamarmi Ros -
- Signorino? Ma se avrà almeno quarant'anni! -
- In realtà ne ha ventisette, solo che stare tutto il giorno rinchiuso in casa e l'andare a letto tardi ed il svegliarsi presto lo fanno apparire più vecchio, ora... Jean mi ha detto che ti ha vista guardare con ammirazione la villa, che dice se, nel mentre che Jean va a prendere tua madre, io e te facciamo un bel tour di questa villa? -
Gli occhi di Odette si illuminarono.
- Lo prendo per un sì - rise Ros prendendola per mano e cominciando il tour dal giardino.
Insomma... Giardino è un termine un po' piccolo per descrivere l'immensità di quel parco.
Al suo interno ci sarebbero potuti stare benissimo la Tour Eiffel, il Louvre e L'Opéra insieme e sarebbe avanzato ancora spazio.
Il laghetto, dove Ros aveva detto che ci si poteva benissimo fare il bagno, era ospitato da graziosi pesciolini variopinti, che, non appena vedevano l'ombra di qualcosa o qualcuno muoversi si rifugiavano sotto le poche ninfee che c'erano dall'altro lato.
Il giardino ospitava una bellissima e graziosa area picnic dove d'estate ci si poteva sedere per terra o, a propria scelta, stare comodamente seduti ad un tavolino ed in entrambe le opzioni si poteva benissimo stare comodi all'ombra degli immensi pioppi.
Poco distante dalla villa, invece era presente un albero di media altezza e robusto era situata una piccola altalena, di sicuro appartenente a Merante quando era bambino.
I cespugli lungo tutto il vialetto erano potati a forma di cigno.
Ma ci fu una cosa in particolare che attirò la sua attenzione: le scuderie.
Odette corse all'interno dell'edificio, venendo raggiunta poco dopo da Ros e Jean.
Nelle scuderie erano presenti cinque cavalli, Jean le elencò i nomi:Elcot, purosangue inglese nero, era il destriero personale di Antoine Merante, la madre gliel'aveva regalato da puledro al suo diciottesimo compleanno e da allora non se n'era mai separato.
Maryon, giumenta Apalusa di otto anni appartenente a Rossana, regalatale dalla Signora Merante assieme a Watson, per ringraziarla dei suoi servigi e per aver fatto da seconda madre ad Antoine.
Watson, Frisone nero, il cavallo preferito da Jean.
Charity, giumenta Shire color cioccolato, senza un preciso padrone.
Ed infine zaffiro, Gipsy Vanner bianco e nero di due anni.
Fu proprio Zaffiro ad attirare la piena attenzione di Odette.
La ballerina si avvicinò ammaliata dall'aspetto del puledro. La ragazza allungò la mano per accarezzarne il muso.- FERMA! -
Sarà Merante??
Voi che dite?
Come avete iniziato la scuola?
Ok sto rompendo...
Loki: Decisamente
Io: Ehi!! gretabull tienitelo a bada!Cooooomunque.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come al solito se vi è piaciuto lasciate un commento e una stella e ci vediamo nel prossimo capitolo.
Sciaoo❤
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Teach Me to Dance [IN SOSPESO]
RomanceMetà anni '30, Odette Le Danse , una ragazza francese, di famiglia più povera che benestante, non vede l'ora di entrare all'Opéra, il teatro più famoso di Parigi. Ma l'insegnante, Antoine Merante, le darà fin dal primo giorno solo problemi di ogni g...