- Che hai ragazzina? -
- Lei mi ha appena fatto... Un complimento? -
- Non ci credo... Fammi capir: ti lamenti quando ti insulto, ti lamenti se non faccio niente ed ora ti lamenti pure se ti faccio un complimento?? E poi sono io il mostro -
- Io... Io non ho mai detto che lei è un mostro -
- Ma molte persone lo pensano, solo perché non mi conoscono, solo perché non mi capiscono, come fanno Jean e Ros e come faceva mia madre -
- Ma se solo mi desse l'opportunità di conoscerla, senza insultarmi, potrei capire anch'io -
- E perché dovrei fare una cosa del genere? Con una ragazzina poi...-
- Perché... Questa ragazzina, è più matura di quello che pensa, secondo lei quanti anni ho? -
- Non saprei... Quindici? -
- Sbagliato, molti credono che io abbia quindici anni e glielo lascio credere, in realtà... Ne ho ben diciotto...-
Il maestro sgranò gli occhi.
- Stai scherzando... Ma se sembro quasi una bambina -
- È per colpa di come vivo, il poco cibo che riesco a mangiare non mi da i nutrienti di cui avrei bisogno per crescere e così sembro quindicenne, ma le posso assicurare che ho diciott'anni quasi diciannove -
- Ma hai un lavoro, come fai a mangiare poco? -
- Il fatto è che spendo quasi tutto nelle medicine per mia madre, e quello che resta lo uso per il mangiare e nel fare le porzioni preferisco dar più da mangiare a lei che a me -
- Ma ti rendi conto di ciò che stai facendo? Potevi avvertirmi subito e sarei stato meno stronzo, ti avrei aiutato con i soldi -
- Odio chiedere prestiti, difatti se mi trovano: Addio Odette Le Danse -
Merante mise un'espressione interrogativa.
- Cioè? -
- Conosce la famiglia Rocher? -
- Certo, Monsieur Rocher è direttore dell'Opéra e mio amico, gli hai chiesto soldi? -
- Sì...-
- E sei nei guai con la moglie -
- Esatto...-
- Quanti ne hai chiesti? -
- Cinquecento -
- Volevi talmente entrare in quel teatro che stai rischiando di morire, ma si può essere più scemi... e fantastici di così? -
Odette sorrise compiaciuta.
- Senti ragazzina, ti presto io i soldi per restituirli, poi me li ridrai quando potrai, d'accordo? -
La ballerina annuì.
- Ora... Io vado...-
- Monsieur! -
- Dimmi -
- Deve ancora raccontarmi di lei -
- Devo? -
- Be', io le ho raccontato un po' di me -
- Allora ti sembra equo che lo faccia anch'io, dico bene? -
La ragazza sorrise.
- D'accordo... Comincio da principio o vado al punto? -
- Dall'inizio -
- Sia guarda che voglio sapere da principio anche la tua di vita -
- Nessun problema -
- Allora... Sono nato qui a Parigi il 30 agosto 1904, da Adrien-Louis Merante e Odette Chevalle, mio padre non ha mai accettato che io volessi diventare ballerino, ma mia madre sì perciò ti lascio immaginare quanto odiasse me e lei, una volta ha persino cercato di annegarmi mentre nuotavo nel laghetto - dicendo ciò si mise a ridere come se fosse stata la cosa più divertente del mondo.
- Ho sempre preferito che maltrattasse me invece che mia madre, quando è morto è stata una benedizione, so che è brutto da dire, ma è così ragazzina, quando è morto io avevo sei anni, ma mi ricordo ogni singolo momento in cui faceva del male e me e mia madre, e quando se n'è andato io ho potuto seguire il mio sogno di diventare ballerino, mentre Jean cominciò a farmi da padre, il padre dolce e amorevole che ho sempre voluto, mia madre, al contrario di mio padre, preferiva vedermi come un bambino normale, non come un bambino prodigio, dato che ho cominciato a parlare quasi perfettamente a soli due anni e mezzo, lei mi amava per quello che ero, a tre anni avevo espresso il desiderio di entrare all'Opéra e lei mi sostenne, dovevi vedere la felicità che sprigionavano i suoi occhi ogni qual volta che mi vedeva danzare, quando è morta, cinque anni fa, mi sembrava di aver perso tutto e da lì ho cominciato a detestare ogni persona con cui venivo a contatto, soprattutto con te, perché tu, oltre ad avere lo stesso nome di mia madre, hai anche la sua energia, il suo carattere, il suo modo di affrontare le cose, per questo ti tratto così -
Odette rimase muta e immobile a guardarlo per qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
- Che hai da ridere, ti sembra divertente? -
- No no, la cosa divertente è che sono stata nella sua stessa situazione, mia mamma infatti, oltre al fatto che si era ammalata, aveva perso il lavoro all'opera anche per colpa di mio padre , quando mio padre ha voluto divorziare mia mamma ha perso tutto , perché il direttore di allora era il migliore amico di mio padre e quando è morto lui l'ha licenziata senza scrupoli, così io ho cominciato a lavorare in quella locanda, anche se era già da quando avevo undici anni che come lavoro avevo il consegnare i giornali, non ho mai avuto il tempo per svaghi o passioni, tutti i soldi che prendevo li ho sempre usati in medicine e cibo -
- Siamo messi bene io e te - rise il maestro.
Odette lo guardava mentre lui era impegnato a ridere.
Non si era mai accorta di quanto fosse bello sotto quell'aspetto.Hola hola hola.
Quand'è che ho aggiornato🤔
Mah, a caso😂Cooooomunque.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e come al solito se vi è piaciuto lasciate un commento e una stella e ci vediamo nel prossimo capitolo.
Sciao❤
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Teach Me to Dance [IN SOSPESO]
RomanceMetà anni '30, Odette Le Danse , una ragazza francese, di famiglia più povera che benestante, non vede l'ora di entrare all'Opéra, il teatro più famoso di Parigi. Ma l'insegnante, Antoine Merante, le darà fin dal primo giorno solo problemi di ogni g...