Capitolo 1.

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- Ero sicuro che vi avrei dovuto accompagnare io... - disse Julian quasi sconsolato, seduto alla tavola della famiglia Darren e osservando sua figlia e Brandy salutare tutti con una certa fretta, dopo aver deciso che sarebbero andate a scuola da sole.

- E lo avresti fatto - disse Darcy - ma vedi è arrivato il momento di tagliare il suddetto cordone ombelicale - e fece spallucce lasciandosi sfuggire una risata.

- Non so che direbbe Allyson - si intromise Emely sistemando la treccia di Brandy con un certo sorrisetto - Ma io sono certa che qui gatta ci cova.

- Zia Emely non hai di che preoccuparti - tentò di incoraggiarla Darcy mettendosi di fronte all'amica e tamburellando sul tavolo con le sue unghie lunghe e rosa - Vogliamo solo sgranchirci un po' le gambe prima della lezione.

- Oh certo - disse Darren sfogliando il giornale e ridendo fra sé e sé - E noi siamo nati ieri.

- Papà, almeno tu dovresti fidarti di noi - lo accusò dolcemente la figlia posandogli un bacio sulla guancia e mettendosi lo zaino in spalla.

- Io non mi fido degli altri - continuò l'uomo guardandole comunque uscire da casa raggianti e spensierate nei loro diciassette anni.

Delle volte avrebbe tanto voluto tenere costantemente sotto controllo la sua bambina, soprattutto a quell'età, per paura che potesse perdersi per strada come accadde con Emely, in fondo però sapeva che alle basi della crescita di Brandy c'era un'altra storia e le possibilità di vacillare erano davvero poche.

Forse, però, avendo abbassato un po' la guardia, difficilmente poteva immaginare che Brandy sarebbe stata una vera e propria attira guai.

- Manda un messaggio alla mamma spiegandole che è una tua idea - disse Julian a voce alta, ma ormai le due ragazze erano uscite di casa spettegolando e nessuna delle due aveva prestato caso alle solite raccomandazioni.

In fretta uscirono dal vialetto del cortile e, lontane dagli occhi e le orecchie dei loro genitori, cominciarono a discutere di quello che Darcy aveva definito per messaggio come un GRAVISSIMO PROBLEMA.

- Allora, che succede Darcy? Quale sarebbe il problema? - puntò direttamente al sodo la ragazza pulendo gli occhiali da sole con la camicia della divisa.

- Non dovrei dirtelo visto che sei stata così stronza da nominare Christian di fronte a mio padre - provò a farle un dispetto Darcy camminando davanti a lei.

- Avanti! - la incitò Brandy alzando gli occhi al cielo - Julian non avrà fatto caso a neanche al nostro discorso.

- Lo spero per te! - disse Darcy con finta stizza fermandosi di colpo e puntandole un dito contro - Perché so perfettamente che papà non lo accetterebbe mai.

- Non siamo nell'Ottocento, Darcy! - disse Brandy perplessa scuotendo la testa.

Fra le due, Brandy era sempre stata quella rivoluzionaria, quella che credeva ardentemente nei propri diritti e nelle proprie libertà, dunque, perché i suoi genitori avrebbero dovuto interferire con la sua esistenza scegliendo per lei?

Non la riteneva una cosa possibile, ecco perché spesso odiava affrontare certi discorsi con Darcy, lei era sempre così elegante e garbata, così osservante delle regole da farle venire il mal di stomaco.

- Ma lo sai che non approverebbe mai uno come lui - continuò ad insistere la ragazza.

Quanto odiava dover sentirla dire quei termini così obsoleti e sessisti!

In meno di un secondo disse: - Va bene, sì, ma adesso dimmi semplicemente che succede!

Concluse con un tono alquanto seccato.

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