Chapter thirty-three. - Alcohol+Sadness+Jealousy

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Nash

La conversazione con Cameron non era stata esattamente pacifica.

A meno che urlarci contro che per lui la rossa sarebbe comunque rimasta una schifosa grifondoro, e che nostro padre, e noi più di lui avessimo la botta per come ci stavamo comportando, possa essere ritenuto pacifico.

Ovviamente la parte della relazione amorosa fra me e la suddetta rossa non era stata menzionata nella spiegazione. Non volevo neanche immaginare cosa sarebbe successo in quel caso.

Non appena sceso dal treno la cercai con lo sguardo e la vidi ridere e scherzare con i suoi amici, qualche vagone più in là. La fissai fino a quando non cominciò a incamminarsi con loro, o meglio, fin quando Hayes non mi tirò una gomitata nello stomaco intimandomi di smetterla.

«Andiamo da loro?» chiese poi.

Mi girai verso di lui «Stai scherzando? Io che giro per i corridoi con tutti loro? Ti ricordo che ho una reputazione da mantenere»

Sbuffò scuotendo la testa «Se lo dici tu...»

«Esatto, lo dico io» ringhiai.

«Va bene, va bene, stai calmo» alzò le mani in segno di difesa «Comunque peggio per te, io vado!» sfrecciò via lasciandomi lì da solo.

E vedendolo lì, con la possibilità di stare vicino a Christine, per un attimo mi chiesi se le mie considerazioni fossero giuste. Poi però i compagni Serpeverde mi chiamarono, e smisi di pensarci.

Non appena ebbi finito di sistemare la mia camera scesi in Sala Comune, dove gli altri si erano riuniti come di consueto dopo il Natale. Ognuno diceva qualcosa di ciò che aveva fatto con la propria importante famiglia durante le vacanze.

Non stavo prestando molta attenzione, quando qualcosa di estremamente fastidioso mi piombò addosso. Era Vicky, che, anche se non riuscii esattamente a comprendere come, si era buttata su di me avvolgendo le sue luride braccia intorno al mio collo e appoggiando il suo lurido sedere sulle mie gambe. Sì, quel sedere che prima mi faceva sognare. Ora stavo per avere un conato di vomito al solo pensiero.

Si mise a schiamazzare «Nash! Tu cosa hai fatto? Dove sei sparito per tutto questo tempo misterioso ragazzo? Mi sei mancato tanto!»

Cercai di trattenermi dal tirarle un cazzotto per farla ritrovare sul muro opposto della stanza.

«Tu no. E non sono affari tuoi» risposi secco «E ora scollati»

Lei rimase scioccata «Cosa?!»

«Scollati. Togliti da qua. Levati di culo. Hai capito o devo ripeterlo ancora?»

Corrucciò le sopracciglia guardandomi malissimo e si alzò, andando via, invece che rimettersi a sedere insieme agli altri.

Hayes, che si trovava esattamente di fronte a me, stava cercando di soffocarsi per trattenere le risate.

«È tutto okay Nash?» domandò Sammy.

«Sì, mi aveva solo rotto il cazzo» risposi, facendo scappare un gemito al mio piccolo fratellino. Il quale invece sapeva benissimo quale fosse il motivo della mia reazione. Lo fulminai con lo sguardo.

«Va bene»

Cameron invece mi lanciò una lunga occhiata ma lasciò perdere e, come mi aveva promesso nonostante l'incazzatura, non disse niente riguardo la nuova scoperta. Non volevamo si sapesse in giro. O almeno non subito.

Mi persi nuovamente nei miei pensieri mentre aspettavo impaziente che quella conversazione finisse.

Impaziente di andare da lei. Di sentire il suo profumo, il suo sapore. Sarei impazzito se non avessi potuto farlo al più presto.

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