Capitolo Tre

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 'I think about sex every sex words.' Louis ridacchiò tra sé e sé mimando con le labbra le parole inscritte sulla parete, una mano scorreva sull'estesa collezione di vinili e libri di Harry, che occupava interamente la libreria a muro. Alcune custodie e copertine erano più consumate di altre.

Louis non voleva assolutamente sedersi su una di quelle soffici poltrone o distendersi sul divano con troppi cuscini solo per ascoltare la musica che Harry amava di più mentre sfogliava i libri che Harry aveva letto più di una volta. Proprio no. Perché sarebbe stata una cosa ossessiva.

Invece, fece scorrere distrattamente la punta delle dita sul bordo della mensola, il suo sguardo concentrato su un altro poster vicino alla finestra. 'È una bellissima giornata qua a Londra. perché non andare in un parco a fissare il mio iPhone.'

La statuetta di legno di un gatto lo osservava dal davanzale della finestra con un'espressione compiaciuta, come se sapesse quanto Louis fosse disperatamente affascinato da tutto ciò che era Harry. Il gatto sembrava essere uno di una lunga serie, sparsi per tutto il salotto. Variavano in dimensioni e colori ed espressione, ma sembravano tutti fatti a mano.

"Tu non sai nulla," mormorò Louis mentre prendeva il Gatto Compiaciuto, girandoselo tra le mani. I tenui bagliori prodotti dalle lucine appese al bastone delle tende si rifletteva sulla schiena dipinta di nero del gatto.

"La cena è quasi pronta!" gridò Harry dalla cucina. Aveva cacciato via Louis dopo il suo tentativo di aiutarlo, dieci minuti prima. Potrebbe come non potrebbe aver quasi versato un mucchio di sale dove non doveva metterlo. "Spero che tu non ti stia annoiando di là!"

Louis rimise il Gatto Compiaciuto al suo legittimo posto e ritorno in cucina con le mani tenute innocuamente dietro la schiena. Uno di quei giorni Louis avrebbe fatto sedere Harry sul vecchio tavolo di legno appoggiato contro la parete gialla, proprio sopra la tovaglia con le margherite, per fargli avere un orgasmo così forte che se ne sarebbe ricordato ogni volta che avrebbe fatto colazione lì. "Non sto facendo nulla. Resterò soltanto qui ad ammirarti."

Harry gli lanciò un'occhiata da sopra la spalla, una fossetta sulla guancia e una bandana di seta a fiori in mezzo ai capelli. "Bene. Ti è vietato maneggiare coltelleria o condimenti. O il cibo in generale, a dire il vero."

"Significa che mi nutrirai tu?"

Harry si sistemò il grembiule rosa –c'erano anche dei cupcake sopra, porca puttana, Louis era spacciato- e alzò le spalle. "Se questo è il sacrificio che devo fare, e sia."

Louis gli si avvicinò strascicando i piedi, le pantofole che Harry gli aveva prestato gli stavano un po' larghe ai piedi nudi. "Ha un odore davvero buonissimo. Puoi cucinare per me sempre e per sempre?"

"Non l'hai nemmeno ancora assaggiato. Potrebbe essere tremendo."

"Non è necessario che io lo assaggi," rispose Louis, avvolgendo le braccia alla vita di Harry da dietro e appoggiando il mento sulla sua spalla. Forse lo annusò lievemente. Non importa. Non era per nulla inquietante. "So già che lo adorerò."

Harry chinò la testa, nascondendo un sorriso, ma Louis lo vide comunque. Lo vide e sentì l'affetto quasi insostenibile per quel ragazzo appesantirgli i polmoni. "Harry?"

"Hm?" versò un bicchiere di vino bianco sui gamberetti, li guardò sobbollire. Louis guardava Harry.

"Hai fatto tu quelle statuine di gatti?"

"Oh." Sorrise timidamente mentre si stiracchiava. "Forse? Sono piuttosto bravo con le mie mani." Accarezzò il braccio di Louis in una dimostrazione molto adatta. "Sono sempre stato portato per la lavorazione del legno."

I Like the Way You Bend for Me, Baby - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora