Capitolo Otto

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"Ho qualcosa in faccia?" domandò Harry con un sorriso malamente trattenuto, senza mai distogliere l'attenzione dalla televisione.

"Nope." Louis si allungò su tutto il divano e piantò i piedi sul grembo di Harry, sistemandosi due cuscini dietro la testa così da riuscir a guardare Harry che guardava il film. Molto più interessante.

"Solo perché tu lo sappia, hai i piedi sulle mie gambe. Potrei sentire un improvviso bisogno di farti il solletico."

"In quel caso io ti prenderei a calci," minacciò Louis, agitando gli alluci. Noncurante, Harry gli stringe le dita attorno alla caviglia, il pollice gli accarezza il dorso del piede.

"Magari mi piace violento."

"Promesse, promesse," canticchiò Louis e incrociò le braccia dietro la testa. Harry doveva aver atteso quel gesto di resa, perché si lanciò immediatamente su Louis con un grido di vittoria. Il suo peso premette Louis contro il divano, senza un posto dove nascondersi e nessun modo di scappare mentre attaccava il collo di Louis e vi soffiava una pernacchia. E continuò a farlo.

"Soffri il solletico?"

"Harr-" non riusciva a respirare. Non riusciva a smettere di ridere, le sue mani si strinsero in dei pugni attorno al morbido tessuto della maglietta bianca di Harry, affondò i talloni nel divano. "Ha-"

"Ho solo bisogno che tu mi dica che soffri il solletico." Le dita di Harry s'infilarono sotto la maglia di Louis e passarono sulle sue costole, soffiò un'altra pernacchia appena sotto la sua mandibola. Louis stava per pisciarsi addosso. "Dai, Lou, dimmelo e basta."

"Soff-" Louis strinse la gamba attorno al fianco di Harry e cercò di invertire le posizioni, ma Harry non vacillò neanche. Rise soltanto contro il collo di Louis, poi gli leccò la guancia come un cane sovraeccitato. Tutto quello non stava assolutamente facendo restringere le mutande di Louis, perché ma che cazzo. Da quando il solletico lo eccitava?

"Oh Dio."

Harry –che in quel momento gli stava mordicchiando la mandibola- si bloccò. Il solletico mutò in carezze, un lento e deliberato scorrere delle sue mani delicate e forti sulla vita di Louis mentre si allontanava per inginocchiarsi tra le cosce spalancate di Louis. I suoi pollici quasi si toccarono al centro, proprio sopra l'ombelico di Louis. Si sentiva un po' più che leggermente sopraffatto a quella vista.

Harry inarcò un sopracciglio e lanciò un'occhiata ai pantaloni di Louis, l'angolo della bocca gli si sollevò un po'. "Sul serio?"

Louis si nascose il volto dietro un cuscino convenientemente vicino, il cuore gli batteva come un tamburo. "Eri sopra di me e poi tutto quel... toccare!" arrischiò un'occhiata a Harry da sopra il bordo del cuscino prima di nascondersi di nuovo. "È come un fottuto riflesso di Pavlov."

"Allora," iniziò Harry, accarezzandogli la pancia con i pollici. "È a questo che pensi quando ti masturbi? Io che ti tocco?"

"Nah." Louis alzò le spalle, la vera rappresentazione del noncurante e disinteressato. "Penso a Niall che s'infila un burrito gigante in gola, ad essere onesti. Ha il peggior riflesso faringeo del mondo. Mi eccita un sacco."

Harry rise, sfiorando la cintura dei pantaloni. Era una prova del grande gusto di Louis in fatto di ragazzi che Harry non prendesse le cose troppo sul serio. Che riuscisse a gestire il suo corpo come uno strumento finemente accordato. Voleva che Harry toccasse le sue corde. E per corde, intendeva il suo pene.

"Forse mi piace la competizione. Mi fa lavorare più duramente per ottenere ciò che voglio."

Louis squittì contro il cuscino e batté il ginocchio sul fianco di Harry. "E tu vuoi... me?" Lo sapeva. Ovviamente lo sapeva, solo che... gli piaceva sentirsi desiderato. Di essere così sexy che Harry doveva mordersi il labbro a sangue e che il suo sguardo intenso lo avrebbe fatto sentire come la futura vittima di un omicidio se non l'avesse conosciuto bene.

I Like the Way You Bend for Me, Baby - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora