Capitolo Quattro

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Louis avrebbe davvero dovuto smettere di andare alle lezioni di yoga di Harry, perché guardarlo allungarsi e piegarsi ed entrare in modalità insegnante –tanto competente e sicuro di sé- era un'arma a doppio taglio. E a Louis sarebbe davvero piaciuto impalarlo. Gli sarebbe davvero piaciuto fargli scorrere i pantaloni da yoga sulle cosce e farlo chinare sul letto, mordergli la nuca e contare ogni vertebra con le labbra prima di cadere in ginocchio e venerarlo talmente a fondo e scrupolosamente da lasciare entrambi incoerenti per la tanta lussuria. E adesso Louis stava sudando sia per l'esercizio fisico sia per il calore che gli strisciava nelle vene.

Avrebbe davvero dovuto smettere di andarci.

Harry incontrò il suo sguardo dall'altro lato della stanza, leccandosi le labbra peccaminose per inumidirsele. L'eco del suo sapore permaneva ancora sulla lingua di Louis. Era più buono delle caramelle.

Sì, ci sarebbe andato anche la settimana dopo.

"Quanto manca alla fine?" bisbigliò Louis a Zayn, che era fortunatamente ignaro della tensione che gli faceva tremare le ossa, delle particelle di elettricità che fluttuavano in aria ogni volta che i suoi occhi incontravano quelli di Harry.

"Shh," bisbigliò Zayn di rimando, sollevò le braccia verso il soffitto mentre inspirava. "Stai rovinando l'atmosfera, amico."

Louis sospirò e osservò i muscoli di Harry incresparsi sotto la pelle abbronzata e il tessuto nero mentre si spostava nella posizione del guerriero, contando mentalmente i minuti fino a che non avrebbe potuto stringerlo di nuovo.

***

"Vieni da me oggi," disse Louis, con il pollice disegnava dei cerchi sulla curva setosa del gomito di Harry mentre l'ultima ragazza rimasta prese le proprie cose ed uscì dalla palestra fiocamente illuminata.

"È una proposta?" il sorriso compreso di fossette gli raggiunse gli occhi e li fece fottutamente luccicare. Ed il motivo era Louis. Era stato lui a far sorridere in quel modo Harry, con infinite galassie riflesse nelle iridi. Voleva farlo per il resto della vita, forse. "Devi sapere che sono un uomo onesto, Louis Tomlinson. Non rinuncerò alla mia purezza così facilmente."

Louis gli si avvicinò abbastanza che i loro calzini si scontrarono, piegò la testa all'indietro solo un pochino. "Oh, non preoccuparti. Intendo impegnarmi per averla. Ho già steso il piano di corteggiamento. Ci sono persino degli elenchi puntati."

"Penso che tu ti stia dimenticando che ti ho sentito parlare al telefono con Zayn ieri. Hai detto che scrivere una lista della spesa è da deboli." Harry mosse le dita dei piedi contro quelle di Louis, abbassò lo sguardo e sorrise. "Tu e gli elenchi puntati? Nah."

"Mi stai giudicando negativamente. Fa male," disse con una scarica aggiuntiva di drammaticità, solleticando il fianco di Harry. Harry scattò via squittendo e puntandogli un dito diffidente davanti al volto. "Non farlo."

Da innocente spettatore quale era, Louis sorrise e basta. "Soffri il solletico, piccolo?"

"Per niente."

"Bugiardo. Torna qui allora," disse Louis con affetto. "Non ti farò di nuovo il solletico, lo giuro."

"Se stai mentendo, io... io ti chiuderò in una stanza con Celine Dion in riproduzione continua."

Louis trattenne il respiro e si tirò Harry vicino prendendolo dalla vita. "Diabolico."

"A volte." Harry strofinò il naso contro la guancia di Louis, le sue braccia forti gli si strinsero attorno alle spalle. "Ma per la maggior parte del tempo voglio soltanto fare il bravo."

"Lo sei." Si sollevò solo lievemente sulle punte dei piedi per lasciargli dei lenti baci sul lobo, appoggiando le labbra su quel punto appena dietro l'orecchio. "Sei il mio bravo ragazzo."

I Like the Way You Bend for Me, Baby - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora