Capitolo 6

77 12 2
                                    

Tira fuori la teglia dal forno, tenendola con la mano coperta da un guanto rosso con stampato sopra delle galline, e la appoggiai sui fornelli.

Passai un polso sulla fronte un po' umida, colpa del calore rilasciato dall'elettrodomestico e andai verso la tavola, controllando che ci fossero tutte le posate.

Andai verso la porta che dava al corridoio, mi affacciai e urlai il nome di mio fratello, avvertendolo che la cena era pronta e di chiamare anche Kylie.

Mi sentivo una nonna che chiamava i suoi nipotini a tavola nel giorno di Natale.

Sentii una voce ovattata maschile dire 'arrivo' per poi ridacchiare, dal piano di sopra.
Era sicuramente di Toby anche se mi era sembrata un po' più profonda rispetto alla sua.

Alzai le spalle indifferente e rientrai in cucina.

Mi sedetti su una delle sedie e iniziai a giocare con una forchetta, facendola sbattere su un bicchiere improvvisando un concerto.

Passati cinque minuti così, mi fermai e mi soffermai a guardare la sedia di fronte a me senza però darle veramente attenzione.
Il giorno successivo sarebbe venuta Blair per 'indagare', o meglio curiosare, in giro per la casa; avevo davvero bisogno che qualcuno mi aiutasse e per farmi capire che non stavo diventando completamente pazza.
Oggi pomeriggio stranamente era stato tutto tranquillo, Toby era uscito e io feci i compiti badando a Kylie mentre si guardava qualche cartone animato alla televisione. Tutto era calmo e accogliente, come se anche la 'cosa', che forse avevo in casa, si stava godendo quegli attimi di pace e tranquillità.

Sorrisi e scossi la testa come per deridermi.
Stavo impazzendo, non c'era nessuna 'cosa' qua, forse mi stavo immaginando tutto quello che era successo, forse mi dovevo solo abituare a tutto questo, a questa nuova vita, in una nuova città e in una nuova casa.

Ero così sovrappensiero che quasi non mi accorsi del leggero spostamento della sedia che avevo di fronte, ma lo percepii leggermente, ritornando alla realtà.

Confusa mi alzai dalla mia postazione per controllare meglio.
Ogni passo che facevo intorno al tavolo, rimbombava nella mia testa, accelerando il mio battito cardiaco e facendomi sudare freddo.

Ti prego non di nuovo.

La scena da fuori poteva sembrare esilarante: una ragazza alquanto scossa per colpa di una sedia vecchia cent'anni e che camminava come se il pavimento fosse bollente. Ci avrei riso anche io se fosse stato qualcun altro ma questo non era il momento di ridere.

A pochi centimetri dal quella maledetta sedia, alzai la mano, la sfiorai e la osserva attentamente:
era leggermente distaccata dal tavolo, dove prima era accostata. Mi abbassai un po' per osservare il parquet antico al di sotto dei gambi, e vidi dei lievi graffi ancora freschi.

Indietreggiai di colpo, come scottata e rimasi li impalata a fissarla ancora una volta.
I miei pensieri viaggiarono alla velocità della luce, pensai alle cose successe giorni fa fino ad adesso e non trovai ancora una volta una spiegazione logica, per quanto ci provassi.

"Allora, è pronto?" saltai sul posto al suono di quella voce, così presi d'istinto una forchetta e gliela puntai contro.
Mi sentii una perfetta idiota quando mi accorsi che era mio fratello, che al mio gesto alzo le mani in segno di difesa e alle sue spalle Kylie che ci guardava confusi.

"Mi puoi spiegare che diamine stai facendo?" riprese parola mio fratello.

Osservai la forchetta che avevo ancora tra le mani e mi affrettai a rimetterla al suo posto originario.

"Scusami, pensavo fossi qualcun'altro" o qualcos'altro.

"E chi sennò?" mi sfottè e aspettó una mia risposta.

Hidden secrets || Bangtan Boys ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora