《I'm boring, life is boring, evrythink is boring.》
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Non ho mai compreso perché tu avessi scelto quella facoltà.
I plumbei e freddi pomeriggi autunnali li passavi ripercorrendo più volte il perimetro della nostra piccola camera da letto, con un quaderno in una mano e una penna nell'altra. Scarabocchiaivi frasette qua e là tra i quadretti e imprecavi a bassa voce, forse per non disturbarmi, forse per non disturbarti.
E io ti guardavo sempre mentre studiavi, forse non ti accorgevi nemmeno di me che, sdraiato sul letto con il portatile sulle gambe, ti osservavo da dietro lo schermo, in religioso silenzio.Qualunque cosa tu facessi mi toglievi il fiato. Eri il mio pugno nello stomaco quotidiano al mattino, quando ti alzavi con i capelli biondi scompigiati sulla fronte, gli occhi gonfi e la voce impastata di sonno e "ti amo" non detti della sera prima.
A parte lo studio non avevi molto da fare, ti annoiavi tranquillamente guardando fuori dalla finestra.
Guardavi le macchine passare sotto di te, gli anziani zoppicare nelle loro mantelle impermeabili, nonostante non piovesse da giorni.A dir la verità un po' ci somigliavi ad un aziano Yoongi, sai?
Così abitudinario. Avevi sempre lo stesso profumo, dopobarba alla menta e sigaretta spenta male chissà dove.
Non ti piaceva cambiare, e forse è anche grazie a questo tuo aspetto che riuscivo ad amarti ogni giorno sempre di piú, nonostante conoscessi tutto di te per me non era mai abbastanza.Mi facevi uscire pazzo quando prendevi i miei post-it per poi perdere l'intero blocco.
Mi aiutavi a cercarli per tutta casa, con quella tua tipica espressione che di tanto tipico non ha nulla, ma ero talmente abituato alle tue smorfie idifferenti e scocciate che ormai mi parevano le uniche realmente vere.
Alla fine, se non li trovavamo, il mattino seguente me ne facevi sempre trovare dei nuovi sul tavolo della colazione, accanto ad una tisana fumante versata nella tua tazza preferita, quella sbeccata, di quel nell'azzurro che tanto mi piaceva.
Ora quell' azzurro mi fa solo pensare a te.Non chiedevi spesso scusa e non dicevi mai quello che provavi o quello a cui pensavi. Se volevi farmi capire qualcosa non parlavi mai. Un bacio. Sapevi che sarebbe bastato quello; probabilmente per te era più semplice a gesti che a parole. Per me non era mai stato difficile comprendere che tipo di lacrime scorrevano sul tuo viso pallido come il latte, ho sempre capito il perché di quei tuoi baci aggressivi, o di quelli delicati, dati a fior di pelle.
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Passeggiando per il parco mi tornano alla mente alcuni aneddoti che forse dovrei trovare il modo di dimenticare al più presto.
La mia sciarpa profuma fortemente di caffè, di pomeriggi passati in terrazza con un libro, una sigaretta e te, la tua presenza che, silenziosamente, mi riempiva l'anima.
Te ne eri mai accorto? Te ne eri mai accorto che la mia anima era piena di te? Che la mia anima eri tu, Yoongi?Ispiro aria gelida.
Espiro una nuvoletta di vapore tiepido.Oh Yoongi, quei baci mi mancano come il fresco di Busan in primavera, mordere le tue fini labbra screpolate, quelle che un tempo appartenevano solo a me e alle lenzuola della nostra piccola camera da letto.
Pensavo che il freddo di un pomeriggio ventoso come questo, oltre che al mio respiro, potesse inghiottire anche i ricordi, ma a quanto pare mi sbagliavo.
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bittersweet ° namgi
Short StoryCaffè caldo. Odore di carta bruciata. Battiti di due cuori stanchi ma affini. Briciole di una storia d'amore