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Quella mattina, Yoongi era già pronto a registrare, si era già scaldato la voce ed aveva già provato i microfoni, regolato gli effetti e comprato degli snack, snack che sicuramente non avrebbe mangiato, ma che magari sarebbero piaciuti alla ragazza.
Odiava essere gentile, ma, con il poco preavviso con cui le aveva dato lo spartito e tutti gli accorgimenti che le aveva fatto, pensava che fosse il minimo che dovesse fare.
L'appuntamento era previsto per le 10 ed erano le 9:35.
Yoongi si rese conto che forse era un po' presto per sedersi lì e aspettare per mezz'ora. Per la fretta, non aveva preso il suo solito caffè americano, quindi optò per allontanarsi e prenderlo dal bar vicino all'edificio.

«Aish, devono smetterla di metterci così tanto zucchero, ho dovuto farlo rifare»
«Mi dispiace per il tuo caffé»
Yoongi alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi di Jimin, il quale era seduto sul divanetto della stanza di registrazione.
Sgranò gli occhi non appena vide l'espressione ferma di Jimin, il quale risultava quasi pauroso in quel momento.
Sbuffò

«Cosa vuoi nanetto?»
«Sai benissimo che sono più alto di te»
Yoongi sorrise amaramente

«Prima non lo eri Jiminie»
Al minore si tinsero le guance di un lieve rosso
«Ma hai ancora dei comportamenti adorabili»

Il cuore di Jimin iniziò a battere velocemente, come se la situazione si fosse ribaltata

«Perché sei qui?» chiese il maggiore appoggiando la sua borsa per terra
«Per prendermi le mie parti»
«Cos'hai dimenticato?» chiese impassibile
«Sei tu che mi hai dimenticato»

«Ascolta Jimin, non ho davvero voglia di discutere su questo argomento prima del lavoro e di mattina»
«Ma io non parlo di noi, parlo della canzone»
Yoongi si pietrificò

«Spiegati meglio»
«Ho ascoltato e visto il testo di quella canzone»
Yoongi cambiò immediatamente espressione ed iniziò a respirare affannosamente.

Strinse i pugni, la rabbia si stava lentamente accumulando all'interno del suo corpo.

Jimin, questa volta, non si fece intimorire dalle sue vene in risalto sull'avambraccio o dagli occhi assottigliati; sapeva perfettamente che non lo avrebbe sfiorato.
Dall'altro lato, Yoongi stava implodendo. Avrebbe voluto rompere la qualsiasi cosa

«Come ti sei permesso» sputò
«Tu non hai messo da parte le divergenze tra di noi. Sapevi perfettamente che questa canzone l'avrei saputa cantare, anche meglio di quella ochetta»
«Non giudicarla, non la conosci»
«È per questo che avresti potuto chiedermi di cantarla»
«Ma se non la volessi cantata da te?»
Jimin rimase senza parole.
Doveva resistere
«So che ami la mia voce. In più, la mia voce è molto leggera, va benissimo per fare le armonie»
«Da quando così sicuro di te?»
«Sei stato tu a confessarmi di avere un debole per come canto»
Yoongi si rabbuiò
«Giusto, io ti faccio un complimento e ti svelo una sorta di mio punto debole e tu lo usi contro di me. Bravo»

Ecco, ora Jimin si sentiva una persona orribile. Sapeva benissimo quanto per l'altro fosse difficile aprirsi e quanto odiasse sentirsi indifeso.
Era per questo motivo che non diceva mai niente a nessuno

«Capisci che voglio solamente aiutarti?» disse il più piccolo.
I suoi occhi iniziarono ad inumidirsi e il suo viso assunse un'espressione corrucciata.
Yoongi si rese finalmente conto del modo in cui lo stesse trattando e si maledì mentalmente per avergli fatto ancora del male.
Notò, inoltre, il modo in cui Jimin si era presentato a lui: sembrava non aver dormito per niente, non aveva anelli alle dita e nemmeno del trucco in viso, cosa rarissima per Jimin, il quale era abituato ad agghindarsi. Aveva anche un berretto, il che voleva dire che non si era scomodato neanche a sistemarsi i capelli oppure...non aveva avuto tempo di farlo

«Pensavo avessi smesso di andare a letto alle sei del mattino, sai che non ti fa bene»
«Non è una cosa che ti riguarda, hai sviato la m-mia domanda...e comunque dovevo studiare»
Yoongi fece una faccia confusa
«Come farei a cantare la canzone se non l'avessi studiata?»
Il maggiore rimase senza parole.
Jimin, lui...non aveva dormito per studiare la sua stupida canzone?

Pabo...

Sbuffò.
Il più piccolo tremava dall'emozione, aveva timore di ciò che gli avrebbe detto. Lo avrebbe cacciato via? Sgridato? O, peggio ancora, lo avrebbe lasciato solo per andare in bagno e chiudersi a chiave a causa di una sua crisi?

Aveva davvero paura di quest'ultima ipotesi.

Ma Yoongi non fece niente di tutto ciò, rimase semplicemente fermo.

Bussarono.
La ragazza entrò aprendo lentamente la porta e percepì subito la tensione che c'era nell'aria
«Ops, scusate, se volete esco e torno tra un po'»
Yoongi controllò l'orario, poi si rivolse a lei, mentre l'altro non staccava gli occhi da lui
«Sei perfettamente in orario, non capisco perché dovresti tornare dopo. Io e il mio amico stavamo pensando che le armonie sarebbero meglio se cantate da due voci diverse e, sinceramente vorrei iniziare immediatamente le registrazioni, dato che stiamo perdendo un sacco di tempo solo per quelle che, tra l'altro, sono una parte pressoché insignificante rispetto al lavoro di composizione e interpretazione che ho dovuto fare da solo» disse tutto ad un fiato.

Sia Jimin che Minso erano rimasti sbalorditi dalle parole del ragazzo, il quale ora stava sistemando un altro leggio all'interno della camera.
Sistemò e regolò un altro microfono

«Allora? Io aspetto voi, qui dobbiamo registrare»
Gli altri due si risvegliarono improvvisamente dal loro stato di trance e raggiunsero il maggiore
«Il nostro manager insieme ad un altro compositore arriveranno qui a momenti per avviare le registrazione»
I cantanti annuirono
OK
«Minso, tu canterai per prima insieme a me, così Jimin potrà capire al meglio l'andamento del brano, dato che si è praticamente infiltrato nella mia canzone» continuò fulminando il minore con lo sguardo.

Jimin abbassò lo sguardo, mortificato, anche se dentro di sé stava saltellando dalla gioia.
Aveva ottenuto ciò che voleva.


---> capitolo a dir poco noioso

𝕾𝖊𝖊𝖘𝖆𝖜 ʸᵒᵒⁿᵐⁱⁿDove le storie prendono vita. Scoprilo ora