Capitolo 19

4.1K 118 3
                                    

"Tesoro! Sbrigati o facciamo tardi!" mi gridava mia madre dal piano di sotto mentre camminavo per tutta la stanza. Okay, dovevo calmarmi, non sarebbe successo niente, sarebbe andato tutto bene "Sto arrivando!" le risposi mentre prendevo la giacca e mi infilavo il telefono in tasca.
Scesi le scale lentamente "Non siamo in ritardo"
"Ci sarà tanta fila dai professori, poi" disse mentre usciva velocemente dalla porta di casa aprendo la macchina, così io salutai mio padre e mi affrettai ad entrare in macchina prima che mia madre partisse senza di me.
Ogni secondo ci avvicinavamo sempre di più alla mia scuola e la mia ansia saliva ogni secondo di più. Potevo sembrare melodrammatica ma ero davvero, davvero in ansia e non aiutava pensare alla conversazione di capodanno, perciò perchè continuavo a pensarci ?!
Non volevo rispondere a quella domanda, molto probabilmente sapere come funzionava la mia mente mi avrebbe spaventata a morte.
La macchina si fermò all'improvviso e capii che la mia ora era giunta.. Okay dovevo darci un taglio.
"Andiamo, tanto sappiamo entrambe che andrà tutto bene" mi disse mia madre avviandosi verso l'ingresso con me dietro di lei. Si, sarebbe andato tutto bene, certo..
Mentre salutavo silenziosamente i miei compagni di classe e altri miei amici ci mettemmo in fila per la Friuli che aveva ancora pochi genitori con cui parlare, ma dopo ci sarebbe stato il pienone.
Avevo Ludovica coi sui genitori davanti a me che parlavano silenziosamente su quello che quella di latino aveva detto, molto probabilmente non cose belle, effettivamente Ludovica non era un asso in latino, ma di certo non andava malissimo.
"Dopo matematica dove andiamo?" mi chiese mia madre.
"Storia, scienze, latino, religione, educazione fisica.." iniziai ad elencare omettendo italiano "Fisica e arte"
"Hai dimenticato italiano" no, mamma, non l'ho dimenticato, ho solo evitato di ricordarlo a te.
"Si, anche italiano" borbottai.
"Tocca a noi" mi spinse delicatamente per farmi entrare nell'aula con la Friuli.
"Salve signora" la mia insegnante di matematica fece un gran sorriso "Allora, non c'è da dire molto su Elena, è una brava studentessa ed è migliorata tantissimo dal primo anno, sia in matematica che fisica"
"C'è qualcosa su cui dovremmo lavorare?" chiese mia madre.
"No, poi ovviamente se sua figlia si sente di dover ripassare qualcosa io sarò felice di aiutarla"
Mia madre sorrise "Va bene, grazie mille"
"Salve" salutai io prima di uscire e metterci in fila per scienze.
Tutti i miei colloqui sono sempre stati brevi e questo faceva avvicinare sempre di più l'incontro di mia madre e Stefano.
Intravidi Teresa che usciva tutta allegra dall'aula con l'insegnante di latino e parlava col padre.
Io e mia madre non avevamo aperto bocca da quando eravamo uscite dall'aula di matematica e aspettavamo silenziosamente che arrivasse il nostro turno con gli altri professori. È sempre stato così tutti gli anni, non c'era molto da commentare.
Intravidi Teresa che, appoggiata ad un muro dell'ingresso dove non c'era nessuno, mi faceva segno di venire e dopo aver avvisato mia madre mi avvicinai alla mia amica.
"Come sta andando?" le chiesi.
"Abbastanza bene, però quello di educazione fisica ha detto che dovrei essere più atletica" sbuffò "Ma sia io che mio padre sappiamo che non mi iscriverò di certo in palestra. Tu che dici?"
"Sta andando bene, abbiamo parlato con la Friuli e ora mia madre andrà a parlare con gli altri"
"A casa avevo iniziato a vedere un film, ma per venire qui ho dovuto stopparlo"
"Che tragedia, io ho camminato per decine di minuti da una parte all'altra della mia camera per calmarmi"
Fece uno sguardo storto "Ancora? Elena.."
"Ho capito! Ma sono nervosa lo stesso, okay?"
"Okay" scrollò le spalle "Dovevi prenderti una camomilla"
"Perchè non ci ho pensato?"
"Perchè sei.." chiuse gli occhi "Non farmi parlare che è meglio"
Le sorrisi divertita "Quando ti faccio esasperare sei buffa"
Altro sguardo storto, ma nascondeva del divertimento, poi si girò e vide il padre che la chiamava in silenzio "Mi aspetti qui?"
Annuii "Non mi muovo"
Teresa andò a vedere cosa voleva il padre e rimasi da sola aspettando che tornasse; certo che la scuola era davvero piena quel giorno, vidi dei volti che non avevo mai intravisto e questo faceva pensare: un sacco di ragazzi nello stesso edificio e molti di noi non si conoscevano, era strano.
Non che volessi essere quel genere di ragazza che tutti conoscono, però mi piacerebbe sapere chi viene nella mia stessa scuola e vedere quante persone simpatiche ci sono.
Alcuni studenti avevano una faccia lugubre mentre i loro genitori avrebbero potuto sputare fuoco da un momento all'altri; altri invece erano tranquilli come i loro genitori e non sembravano per niente preoccupati.
Presi la mia copia di "Madame Bovary" e iniziai a leggere sedendomi a terra appoggiata al muro, sentii la porta di ingresso aprirsi ma la ignorai non distogliendo l'attenzione dalla mia lettura.
Non sapevo bene perchè mi ostinavo a rileggere libri che avevo ormai imparato a memoria, però sapevo che mi faceva bene, era rilassante e in quel momento avevo bisogno di calmarmi.
"Ciao" sentendo quella voce melodiosa fissai per un attimo la pagina che stavo leggendo chiedendomi perchè? Però poi mi alzai salutando Stefano "Ciao"
Ci fu qualche secondo in cui nessuno dei due parlò e rimanemmo semplicemente a guardarci, poi lui ruppe il silenzio "Che leggi?"
Lanciai uno sguardo alla copertina del mio libro "Madame.." mi interruppi un attimo pensando a quando comprai quel libro e sorrisi "Madame Bovary"
Accennò un sorriso anche lui "Lo hai comprato quando ci siamo conosciuti"
Mi venne quasi da ridere pensando a quella strana coincidenza "Giuro che non l'ho fatto di proposito"
"Voglio crederti" disse beffardo, poi mi fissò di nuovo coi suoi occhi dolci e in quel momento l'unica cosa che volevo era buttarmi tra le sue braccia, ma dovevo trattenermi.
"Ora devo andare, ci vediamo tra poco" mi sorrise e poi raggiunse i genitori che dovevano parlare con lui.
Sospirai e rimisi il libro nella mia borsa, forse Madame Bovary lo avrei riletto non nell'immediato futuro per via dei ricordi che rievocava.

Teresa arrivò poco dopo con uno sguardo sofferente "Storia dell'arte sarà la mia rovina"
"La nostra rovina" precisai facendo una risatina nervosa.
Per il breve arco di tempo con cui ero stata a parlare con Stefano, però, il nervosismo era andato via e mi sono persino dimenticata che fossimo ai colloqui. Stare con lui mi faceva stare tremendamente bene, perchè una cosa così bella doveva essere sbagliata?
Raggiunsi mia madre per parlare con il professore di ginnastica, poi lei mi informò che (sfortunatamente) aveva già parlato con tutti gli altri e che mancava italiano.
Tenni lo sguardo basso mentre aspettavamo di entrare nell'aula per educazione fisica, perchè quella di italiano era di fronte e volevo evitare ogni contatto visivo con il professore che c'era all'interno, anche se dentro ce n'erano comunque altri della mia sezione.
Altri professori di matematica, italiano e delle altre materie non erano sul mio piano, perchè non insegnavano alla mia sezione.
"Entriamo, forza" fece mia madre e io la seguii.
"Ah! Salve signora!" la salutò con calore il mio insegnante.
"Salve" dicemmo entrambe.
"Signora, mi dica lei che le devo dire, sua figlia è una brava alunna. L'unica cosa che forse dovrebbe migliorare la sua agilità, ma non gliene possiamo fare una colpa"
"Va bene, grazie. Arrivederci" dopo che io e mia madre salutammo uscimmo dall'aula e ci mettemmo in fila per italiano.
Era arrivato il momento, era arrivato e volevo solo scappare, c'era solo una famiglia davanti a noi, tra pochi minuti saremmo entrate e io volevo andare via.
"Tutto bene, Elena?" mi chiese mia madre "Sembri nervosa"
"Si, solo che non vedo l'ora di tornare a casa"
"Sono orgogliosa di te, lo sai?" le sue parole mi spiazzarono e misero Stefano e i colloqui in secondo piano "Davvero?"
Annuì "Certo che lo sono"
Le sorrisi serena, non mi diceva spesso cose come quella ed è stata una sorpresa piacevole "Ti voglio bene"
Fu lei a sorridermi questa volta, poi lanciò un'occhiata all'aula "È il nostro turno"
Feci un piccolo sbuffo "Andiamo"
Entrai più lentamente di quanto potessi, ma a destinazione ci dovevo arrivare comunque, mentre mia madre camminò con passo spedito "Buon pomeriggio"
"Salve, sono la madre di Elena" gli strinse la mano.
"Piacere di conoscerla" disse lui, poi guardò me "Buon pomeriggio, Elena"
"Salve" risposi silenziosamente, in attesa di sentirlo parlare.
"Sua figlia è molto intelligente" iniziò a dire "Fa delle osservazioni molto acute ed è un piacere ascoltarle, anche se devo ammettere che a volte mi mette in difficoltà con le sue domande" fece un sorriso "Posso solo farle i miei complimenti, ha davvero una splendida figlia"
Non alzai lo sguardo dai miei piedi, però accennai un sorriso e aspettai che mia madre parlasse.
"Grazie" rispose lei "È stato un piacere conoscerla, arrivederci" gli strinse di nuovo la mano, poi si avviò verso la porta "Salve" lo salutai io accennando un altro sorriso, per poi seguire mia madre.
Questa era la dimostrazione che Teresa aveva ragione: non era successa nessuna catastrofe, anzi, mi era ritornato il buonumore.

Amore ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora