stephan
vederlo li, seduto su quella dannata panchina con il viso nascosto nella maglietta per asciugarsi le lacrime mi spezza il cuore, io in campo e lui li, ed a fargli compagnia c'è una bella fasciatura sulla coscia, con sopra una borsa del ghiaccio.
guardo fisso lo storico schermo dell'olimpico in attesa del triplice fischio solo per correre da lui ed accertarmi delle sue condizioni, il resto della squadra inizia a passarsi la palla giusto per far scorrere quel maledetto contaminuti.
"faraò!"
guardo ale e mi ritrovo la palla sui piedi, inizio a guardarmi in contro correndo, vedo cencio libero e con un lancio millimetrico gli scarico la sfera.
triplice fischio.
abbiamo vinto.
lorenzo.
corro nella sua direzione, metà della squadra è ammucchiata davanti alla panchina ad abbracciare di fra, ma me ne infischio e gli faccio un cenno per catturare la sua attenzione.
"piccolè, come stai oh?!"
"ma vaffanculo va."
con uno scatto e per giunta dandomi uno spintone si ritira negli spoiatoi, senza degnarmi di una parola.
"da quando siete arrivati a i nomignoli è fara?!"
la voce di kostas mi riporta alla realtà, nessuno sa che il nostro rapporto va ben oltre l'amicizia, nessuno tranne alessandro.
"levate ko, non me fracassa i coglioni."
lo rincorro lungo il tunnel ma di lui nemmeno una traccia.
"steph, stephan aspetta!"
mi blocco di colpo sentendo la voce di sandro.
"ma che hai combinato fara?! perché lorenzo stava piangendo?"
"cosa?!
gli fa così male la gamba?"
"no, mi ha detto che non era per quello e poi é scappato, credo sia sotto la doccia, ma era impaurito."
"ale l'ho chiamato piccolè davanti a tutti, e lui mi ha mandato a fanculo."
"ma che cazz... dio regà dovete darci un taglio.
parlate tra voi e poi parlate a tutti.
e non per niente, solo per il rispetto della vostra storia."
"non stiamo assieme."
"ah beh, allora mi vorresti dire che gli volta che state uno a casa dell'altro vi saltate addosso perché siete frustrati sessualmente o perché siete attratti?"
"ale..."
"muovi il culo e vacci a parlare."
"ci sono gli altri, non ho voglia."
