Vuol essere un'ode a tutto il tempo
passato a cercare poesia
nella neve,
nel vino,
tra le pagine dei tuoi capelli;
sulle palpebre pallide dei tuoi occhi
-sopra si intravedeva il viola delle vene, piccole-,
tra le ossa dure, mie e tue.
La grande nostalgia dei miei quindici anni
e l'innocenza che avevo scritta in viso
quando ancora potevo far credere
di non avere fame,
me lo potevo permettere
"vuoi una sigaretta?"
io rispondevoNo, ma grazie.
E adesso ogni buco in più della cintura
è come ascoltare belle parole;
passare di fianco al Lambro sporchissimo:
la stessa quindicenne cammina con le cuffie, ma ha i piedi un po' più stanchi,
I polsi più pesanti.
I capelli sotto al sole
scottano da far paura, ma nessuno glielo fa notare.Le sembra un buon momento
per scrivere due parole.