Perdonami.

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"Non puoi cambiare una persona
che non vede alcun problema nei suoi comportamenti. Puoi solo
cambiare il modo in cui reagisci."

**

L'espressione raggiante del mio volto svanì nel nulla non appena una figura varcò la porta di casa mia.

L'ansia e la preoccupazione iniziarono, come sempre, a farsi strada sul mio viso.

Cercai di parlare, ma fui interrotta dalla sua mano che premeva sulla mia bocca.
Opposi resistenza, ma ovviamente, invano vista la sua forte presa.

Spostò la mano -portandosela alla lunghezza dei fianchi- ed io potetti finalmente parlare.

«Che cosa vuoi?»

Gli domandai impassibile, mentre lui mi guardava con occhi misti tra rabbia e delusione.

«Mi hai umiliato davanti a tutti.»

Sapevo dove voleva andare a parare.
Voleva che gli chiedessi scusa.

«Dopo quello che mi hai fatto cosa ti aspettavi?»

Gli chiesi ironica, spingendolo lontano da me.

«Mi fai schifo, Andrew.»

Il mio viso si girò dall'altra parte non appena ricevetti uno schiaffo.

La guancia incominciò a farsi rossa, ma non piansi.

Ridacchiai divertita.

«Continua, vai! Fammi vedere quanto sei forte. Fammi vedere che uomo sei!»

Esclamai avvicinandomi a lui.

«Ti ho sempre amato. Ho sempre dimostrato il mio amore verso di te. Quando eri triste e arrabbiato, io c'ero. Ti ho sempre difeso su tutto, non ti ho mai mancato di rispetto e soprattutto non ho mai alzato le mani su di te. Nonostante questo, mi urlavi contro, mi picchiavi, mi facevi piangere, umiliandomi davanti a tutti. Ma adesso basta, non voglio più soffrire e non voglio più vederti nella mia vita. Mi hai fatto più male che bene. E adesso vattene via e non tornare mai più, Andrew.»

Il dolore che provai dicendo quelle parole, non potetti esprimerlo.

Sono sempre stata una ragazza disponibile e gentile con tutti. Ma se mi facevi del male, con me avevi chiuso.

Si trovava ancora di fronte a me e mi guardava con sguardo perso, senza fiatare.
Portò il piede destro all'indietro e si allontanò lentamente, ma non si voltò.

«Perdonami.»

Sussurrò lui per poi uscire velocemente dalla casa.

Credeva davvero che un "perdonami", poteva giustificare quello che aveva fatto?
Si sbagliava di grosso.

Rimasi lì ancora per un po', fin quando non avanzai per andarmi a sedere.

La testa mi scoppiava e avevo bisogno di un appoggio, così mi sedetti chiudendo finalmente gli occhi.

Non passarono nemmeno cinque minuti, che bussarono di nuovo alla porta.

BORN TO LOVE YOUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora