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«Stiamo vivendo e morendo nello stesso istante»

Mai parole furono più vere.

Era così bello passare quelle notti con Yoongi.

Loro due, quella strana relazione che oscillava dalla felicità alla disperazione più totale era nata sotto la luna, e sembrava vivere solo in quei momenti.

Entarambi sotto la luce del sole si sentivano soffocare, non erano capaci di reggere. Ma poi la notte arrivava a cullarli, quella dolce luna era sempre con gli occhi puntati sui suoi figli. 

Avevano deciso di ubriacarsi quella notte, al chiaro di luna, al solito posto, e ben presto si ritrovarono a ballare e cantare a squarciagola, insieme. 

Ridevano e sembravano divertirsi davvero, ma dentro...dentro entrambi si sentivano morire.

Come poteva essere così la vita?

Così bastarda da non offrire neanche un attimo di tranquillità.

Namjoon si fermò ad osservare Yoongi muoversi a caso, sulle note di chissà quale canzone gli passasse per la mente.

La sua pelle così chiara da ricordargli la loro amata luna, e lui era lì, vestito di nero, come il cielo che accoglieva quella palla di luce bianca.

Si sentiva spesso così, come se lui avesse l'importante compito di dare supporto alla luna, che era Yoongi.

D'improvviso il centro dei suoi pensieri gli si avvicinò, lanciando a terra la lattina di birra ormai vuota, fermandosi poi a pochi passi da lui. 

«Se mai dovessi sparire prima di te, sappi che ti ho amato come non ho mai amato nessuno»

Sussurrò quelle parole con un'intensità tale da far tremare ancora una volta Namjoon. 

E non ebbe neanche il tempo di chiedere spiegazioni, che Yoongi si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò, avvolgendo le braccia intorno il collo di Namjoon.

Faceva sempre così, quando i suoi pensieri diventavano così tristi e profondi da riempirgli la mente, tanto da vomitare quelle amare parole, lo baciava per non farlo parlare. Perché non avrebbe mai trovato una risposta alle domande di Namjoon che avrebbero potuto tirarlo su di morale.

E lì lo distruggeva ogni volta, perché Namjoon aveva capito, sapeva, che tra loro due, l'amore non era in grado di salvarli, non era abbastanza, seppur fosse così immenso e forte da riportarli per qualche istante in vita.

Erano sempre dei piccoli brutti addii quelli che si donavano, mai che si lasciassero bene per una notte.

Ogni volta se ne tornavano entrambi a casa con una strana amarezza e malinconia in bocca, ma Namjoon non poteva lamentarsi.

Sì, forse era stato un brutto tentativo quello tra loro due, piangevano durante il giorno, si stavano davvero distruggendo insieme, ma era fantastico, proprio come aveva promesso Yoongi.

E quella notte lo fu ancora di più, quando ubriachi si ritrovarono a fare l'amore sull'argine di quel fiume che era stato testimone di tante cose, e che ancora non aveva smesso di vedere chissà quante altre cose.

Si amavano, come nessuno si era amato prima di allora.

Ma l'amore non era abbastanza, e Namjoon se ne rese conto quando, una notte, arrivando al fiume, trovò un'ambulanza e dei poliziotti.
Stavano tirando qualcosa fuori dall'acqua, e Namjoon si sentì morire quando riuscì a scorgere quella pelle bianca come la luna, e poi quei capelli neri come il cielo. 

Era stato dunque Yoongi quello a cedere per primo, e lui non era stato lì, in grado di aiutarlo e salvarlo come aveva fatto lui la prima volta che si erano incontrati. 

Si stava maledicendo da solo, se non si fosse fermato a comprare da mangiare per il ragazzino probabilmente sarebbe arrivato in tempo per fare qualcosa.

Ed invece Yoongi aveva ceduto, e l'aveva fatto da solo. 

I poliziotti cercarono di allontanare Namjoon quando, con rabbia, cercò di avvicinarsi al corpo privo di vita dell'unica persona che aveva mai amato. Dell'unica persona che lo aveva amato e distrutto come non mai.

Cosa avrebbe dovuto fare ora? Lasciarsi andare anche lui o provare a vivere con ancora più ardore? Con un altro peso enorme sulle spalle.

Iniziò a piovere di nuovo quella sera, e Namjoon non si mosse da lì, gli occhi fissi sul sacco nero che conteneva il corpicino di una persona che portava dentro di sè un peso enorme. Lo seguì con gli occhi fino a quando non scomparve dietro le porte dell'ambulanza.

E poi i suoi occhi cercarono la luna, che fedele era ancora lì, a risplendere su di lui, più chiara del solito.
La osservò per qualche istante, e lentamente il suo viso iniziò a riempirsi di lacrime.
Eppure sulle sue labbra vi era un sorriso, uno triste ma allo stesso tempo tranquillo e consapevole.

«Ora stai risplendendo, Yoongi, questo è il tuo momento»




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E fine.
È triste? Probabilmente non abbastanza.
Avevo in mente molto di più, ma nonostante conosca più che bene l'argomento in questa storia trattato, non sono stata in grado di spiegarlo bene. Perché provare certe cose e scriverle, dare loro un certo termine o una certa definizione, è altamente difficile.
Credo che non ci siano parole efficientemente adatte per descrivere certe emozioni, oppure sono io quella che non è in grado di trovare qualcosa di soddisfacente, chissà.
Btw, bye. ✌

мooncнιld || naмgιDove le storie prendono vita. Scoprilo ora