1

535 45 19
                                    

Era sempre stato tutto terribilmente frenetica la sua vita, così frenetica che adesso era giunto ad un punto di rottura.
Sapete, no? Quando una persona in tutta la sua intera vita cerca di restare positivo e superare tutta la merda che gli viene lanciata addosso ogni giorno, ma ad un certo punto semplicemente non ce la fa più. È terribile.
E così era successo a lui. Era sempre stato un tipo positivo, che cercava di vedere il lato positivo in tutto quello che la vita gli offriva, ma non riusciva più, ormai. 

Sentiva l'impellente desiderio di andare piano per una volta.
Aveva bisogno di rallentare. Di prendersi il tempo per respirare adeguatamente, di fregarsene degli altri e concentrarsi finalmente su di lui.

Tutto più lento; la sua vita, il suo respiro, il suo modo di pensare.
Perché anche quando pensava di non voler pensare stava pensando, e la sua mente era stanca.
Incredibilmente stanca.

Si ritrovò così a camminare di notte senza una meta, quando la pioggia iniziò a battere ripetutamente contro il suolo e la sua figura. 

Oh Dio!, amava la pioggia.
Si ricordava di quanto si divertisse da bambino a correre sotto quella fredda e dolce pioggia, senza problemi, e con il sorriso sulle labbra. Pieno di vita e di aspettative su quello che avrebbe potuto fare da grande.
Da quanto non la sentiva scorrere fredda e menefreghista contro la sua pelle? 
Sempre troppo occupato a correre da un posto all'altro  per potersi godere quel dolce fenomeno atmosferico. 

Ma ora no, ora si stava imponendo di andare più lentamente, poteva calmarsi, poteva godersela ancora una volta. 

Camminava col capo chino, socchiudendo di tanto in tanto gli occhi, contando con la mente tutte quelle gocce che andavano ad infrangersi contro il suo corpo, senza uno straccio di ombrello a coprirlo, e senza la minima voglia di volersi riparare.

Era rilassante, si sentiva un po' compreso, come se la pioggia fosse una cara amica arrivata nel momento giusto per dargli un po' di conforto. 
Scivolava contro il suo corpo ed il suo viso, e lui la lasciava fare. Lasciava mescolare quelle gocce fredde con quelle calde ed amare che fuori uscivano dai suoi occhi senza preoccuparsi.

Raggiunse senza rendersene conto il fiume Han, una delle sue mete più comuni in quelle notturne passeggiate improvvisate. Ma fu lì che, quella sera, notò un ragazzino al limite dell'ampio argine. Non l'aveva mai visto, forse perché non era mai andato lì alle due di notte, chissà.

Sembrava nelle sue stesse condizioni, quel ragazzino. 
Anche lui aveva il viso rivolto in basso, anche lui sembrava piangere e respirare a fatica.

Namjoon voleva avvicinarsi, o per lo meno provare a farlo.
Ma non sapeva come avrebbe potuto reagire l'altro, e poi che avrebbe dovuto dire? Non era in grado di dare conforto neanche a sé stesso, in quel momento. 

Era a lui che serviva conforto, come poteva anche solo pensare di poter dare una mano d'aiuto a qualcun'altro? 

Restò dunque a qualche metro dall'altro, avvicinandosi anche lui all'argine del fiume, e Dio, quanto era bello.
Quel fiume che scorreva davanti ai suoi occhi, con la pioggia che si univa a quella distesa d'acqua, regalando una dolce e malinconica atmosfera. 

Era da un po' che il mondo intero appariva ai suoi occhi di un disturbante grigio, proprio come in quel momento. E la cosa peggiore era che stava iniziando a tollerare e comprendere quel colore così anonimo e straziante.

Non poteva fare a meno di pensare a tutto quello che lo faceva soffocare nelle sue giornate abituali, era tutto troppo per lui, dal lavoro alle semplice relazioni umane, ed avrebbe davvero voluto farla finita. 

Ogni giorno si ritrovava a pregare, restando lì, in bilico tra la vita e la morte, ma non migliorava nulla, mai.
Tutti gli dicevano di stare tranquillo, che quello era un periodo, che tutto passava prima o poi.
Ma ormai non ci credeva più, era arrivato al punto di rottura. Desiderava soltanto che la morte lo avvolgesse tra quelle braccia fredde e confortanti, capaci di donare serenità.

Ma nonostante quel costante desiderio di morte che provava, continuava a vivere, aggiungendo ogni giorno altro peso alla sua quotidianità, portando sempre più peso in quella brutta battaglia, che già sapeva, avrebbe perso.

Non seppe neanche dire per quanto tempo restò lì a fissare l'acqua, e non si accorse neanche se l'altro ragazzo fosse ancora lì o se, magari, se ne fosse andato.

Non gli importava, non gli importava più di nulla ormai.

Fu con quel pensiero in mente che fece un passo verso il fiume, e poi un altro ancora. 

Stava quasi per raggiungere quell'acqua dolce ed impetuosa, quando poche parole giunsero alle sue orecchie.

«Non può piovere per sempre, non credi?»

Poche parole, sì, ma che s'insinuarono dentro di lui con un'irruenza che non credeva fosse possibile. 

Voltò il capo e notò il ragazzo che poco prima aveva visto a qualche metro da lui.

Adesso era dietro di lui, e gli stava rivolgendo un sorriso triste e malinconico. La pioggia continuava a scendere sui loro corpi infreddoliti, eppure entrambi sembravano non farci caso. 

Si fissarono negli occhi, ed entrambi notarono le lacrime negli occhi altrui.

Namjoon accennò soltanto un col capo, anche se non ne era affatto convinto.

Poteva piovere per sempre? Secondo lui sì. Certo, magari non nel mondo, ma dentro di lui sì.
La pioggia era sempre presente, in alcuni giorni calma e piacevole, in altri impetuosa e distruttiva. 

Fatto sta che quello sguardo e quelle parole, insieme a quel triste sorriso, lo fecero indietreggiare di qualche passo, facendogli rendere conto solo dopo che quel basso ragazzino gli stava porgendo la mano. 

Sicuramente per fargli evitare di compiere quel gesto tanto avventato da apparire pazzo. 

Ma purtroppo non era così.
Non era un gesto avventato, quello.
Ci aveva pensato così tanto, che la testa ed il cuore sembravano scoppiargli nel petto ogni volta che si negava di farlo. 

Ma lo seguì, lo fece davvero, ed anche per quel giorno si salvò.

Lui lo salvò.

----

Minchia allegria.
Fa schifo? Probabilmente , ma chissene.

мooncнιld || naмgιDove le storie prendono vita. Scoprilo ora