Chapter 1

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«Alyson, sbrigati o faremo tardi!» Le stringo la mano e inizio a correre più che posso trascinandola con me. «Alyson, sbrigati » Le voglio far vedere l'alba su Londra questa mattina. Le piace molto questa città e voglio accontentarla. Abbiamo assistito al risveglio di New York, Hong Kong, Adelaide e altre città ancora, ma mi ha confessato che voleva vedere sorgere il sole sulla capitale inglese.

«Harold aspetta ti prego.» Mi dice affaticata. «Non ce la faccio più.» Si lamenta.

Mi fermo e mi volto verso di lei. I capelli castani e lunghi sono spettinati più del normale. Gli occhi azzurri come questo cielo limpido mi guardano spaventati. Le labbra rosse e morbide, come petali di rosa, sono leggermente schiuse. Il suo petto sale e scende velocemente.

«Mi dici perché tanta fretta? Dove stiamo andando?» Mi domanda cercando di prendere fiato.

«Il tempo non aspetta nessuno.» Le dico facendo il misterioso. «Lo scoprirai presto, tesoro.» Le lascio un bacio sul suo naso dai lineamenti delicati. Poi, la prendo tra le braccia. Un gridolino esce dalle sue labbra e le sue ali bianche sbattono appena senza logica.

«Harold!» Mi ammonisce imbarazzata, col sorriso che si va dipingendo sulle sue labbra. Io ridacchio e muovo le mie ali bianche innalzandomi dalle soffici nuvole bianche, sporcate del colore dei raggi fievoli del sole. Il vento sferza sul mio viso e cerco di proteggere Alyson tra le mie braccia. Arrivati a destinazione mi fermo e le pongo le mani sui suoi occhi.

«Andiamo Harold, smettila di fare il misterioso!» Mi sgrida amorevolmente. «Che cosa devi farmi vedere?» Ride divertita.

«È una sorpresa. Te l'ho detto.» Le dico. Poi, subito prendo un pezzo di stoffa dalla mia cinta bianca e le copro gli occhi. «Fidati! Vieni con me.» Le sussurro all'orecchio. Poi, le prendo la mano e camminiamo a piedi nudi sulle morbide nuvole. La sento ridere di gioia e mio cuore sobbalza. Sono contento. Sono emozionato. Mi sento così solo quando sto con lei.

La faccio stendere su questa nuvola che sembra zucchero filato. Il vestito bianco e le ali si stendono. Mi avvicino per poterle sfilare la benda. Sbatte ripetute le palpebre e cerca una spiegazione nei miei occhi.

«Voltati.» Le dico, dolcemente, mostrandole il mio sorriso migliore. Si gira su se stessa e si affaccia su di una nuvola. «Wow!» Mormora entusiasta. «Oh! Harold non posso crederci. È Londra! È Londra!» Esulta di gioia come una bambina la mattina di Natale.

Felice mi stendo accanto a lei, chiudendo le ali dietro di me. «È Londra all'alba.» Le faccio notare.

«Oh! È davvero uno spettacolo meraviglioso.» E il tratto della bambina ritorna in lei. Mi piace farla felice. Mi piace vederla sorridere. Soprattutto, mi piace sapere che la causa di quel dolce sorriso sono proprio io.

«Non avevi detto di voler vedere Londra all'alba? Allora eccoci qua!» Lei si volta verso di me e inizia a soffocarmi con i suoi infiniti baci. Quando, finiamo con baci e dolci parole, ammiriamo la meravigliosa città che si risveglia.

«Grazie, Harold.» Mi abbraccia.

«Ti Amo, Alyson. Non dimenticarlo. Mai.» Le carezzo la guancia bianca e liscia e con il pollice le sfioro il labbro inferiore.

Lei mi guarda. Oh! Questi occhi color del mare sono il mio Paradiso. Dopo secoli il suo sguardo ha ancora un effetto devastante su di me. Mi avvicino con delicatezza alla sua bocca con l'intento di baciarla dolcemente.

«Harold!» Una voce doppia urla, risuonando in ogni dove. Alyson si spaventa, ma so già chi è che sta interrompendo il mio dolce momento. «È il capo!» Le dico rassicurandola.

«Harold!» Mi chiama.

«Sì, capo?» Grido.

«È iniziata la tua giornata di lavoro. Non puoi stare sempre con Alyson.» Mi ammonisce e la sua voce è dolce ma al tempo stesso dura.

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