Chapter two.

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Chiudo il mio libro, e noto, guardando dalla finestra, che è ormai sera. I miei pensieri torturano la mia mente, come solo un re crudele può torturare il suo schiavo. Ho un mal di testa terribile. Devo uscire da qui, mi manca l'aria..Quando, mi viene un'idea. Posso andare nel bosco. Ho sempre amato i boschi, sin da piccola, potrei andarci con Evan.

In fondo è con lui che c'andavo da piccola... scappavamo da casa per avventurarci nel bosco, in cerca di nuove avventure... quante cose sono cambiate da allora. Ma ciò non mi impedisce di andarci con lui. Perfetto, mi avvio verso la sua stanza, con un passo molto lento, non so perché, ma sono molto stanca. Eppure, è strano. Ho passato tutto il pomeriggio a leggere. Lascio perdere, ora voglio uscire. Ho quasi percorso tutto il corridoio, sono quasi arrivata alla stanza di Evan.  Spalanco la porta, e trovo mio fratello intento ad accordare la chitarra, quando gliela sfilo di mano, e mi siedo sul letto vicino a lui.

"Ciao Evan.. volevo chiederti se ti andava di venire con me al bosco.." gli dissi, con aria felice.

Ma, quando notai i suoi occhi, il mio entusiasmo si spense. I suoi occhi color d'ambra erano vuoti, infelici, pensierosi.

Finse un mezzo sorriso.

"Ma certo, come ai vecchi tempi, ricordi?" disse con un'aria triste e nostalgica.

"Ehi... ma cos'hai?" Chiesi, senza riuscire a nascondere quel po' di preoccupazione che provavo.

"Niente. Sono solo un po' stanco."

Qui c'è qualcosa che non quadra. Ed io scoprirò cosa. Però ora dobbiamo andare al bosco!

"Prendiamo la tua macchina o la mia?"

"Allora, siccome la mia è un vecchio carretto, direi che scelgo la tua."

"Perfetto" esclamo entusiasta.

"Ma guido io!", annuncia, cercando di sembrare felice.

"Ah, te lo scordi!" Gli urlo, e poi inizio a correre verso la mia macchina, cerco di correre il più velocemente possibile, sono velocissima, amo correre. Sentire l'aria sul mio viso.. è così appagante. Come previsto, sono arrivata prima alla macchina, una mercedes Kuga nera, comprata con dei soldi guadagnati con il duro lavoro, non ho mai voluto che mio zio me ne comprasse una.

E' in ottime condizioni, adoro la mia macchina e guidare in generale..

Prendo le chiavi dalla tasca dei miei jeans, ed entro in macchina, dal lato del conducente ovviamente.

Dopo pochi secondi arriva mio fratello, che tutto arrabbiato si siede dal lato del passeggero. Premo sull'accelleratore, e partiamo. All'inizio è tutto così silensioso, nessuno vuole parlare, iniziare una conversazione. Odio questa situazione! Tutte le domande che faccio ottengono come risposta dei monosillabi.

Ma che cavolo! Mentre guido, prendo un dischetto di Avril Lavigne, lo inserisco e inizio a cantare a squarciagola, lui mi guarda come se fossi una stupida.. oh, al diavolo, dovrò pur far passare il tempo. Siamo arrivati alla strada che porta al bosco, parcheggio con precisione millimetrica la mia macchina nera, e scendo dall'auto,  corro, e in meno di due secondi mi ritrovo nel bosco.

Ah, che bello!

L'aria è fresca, pulita, frizzantina. Intorno a me, solo alberi, la vegetazione è molto fitta, credo che sia, semplicemente, il miglior luogo in cui sia mai stata. Inizio ad arrampicarmi su una grossa quercia.. e mi siedo su un grosso ramo in alto, mio fratello mi sta cercando, lo osservo dall'alto divertita e mi sfugge una risata.

Lui, immediatamente, alza lo sguardo e mi trova. Mi sorride, ed io ricambio divertita, allora si arrampica anche lui, un po' meno veloce rispetto a me. Ora siano seduti vicini sullo stesso ramo. È molto grosso, per questo riesce a reggerci entrambi. Stiamo parlando affettuosamente, quando sento girare la testa, ma io non soffro di vertigini.

Le immagini degli alberi davanti a me si fanno sempre più sfocate, non riesco più a riconoscerne i contorni, tutto diventa così confuso, sento di stare per cadere, voglio, cerco con tutte le mie forze di non scivolare a terra, ma non ci riesco, in pochi secondi mi ritrovo a terra, sono caduta di faccia, sul mento. Provo un dolore terribile, ma, fortunatamente, non sono svenuta. Sento mio fratello vicino a me, ma non voglio vederlo in faccia, non ci riesco nemmeno.

Provo un'emozione strana, sono un ginocchio,  stremata, abbasso la testa al suolo, mi sto sentendo male. Sto provando uno strano dolore, un bruciore straziante mi divora da dentro, sento ogni singolo muscolo del mio corpo dolorante. Do' un urlo di dolore, mi fratello sta cercando di calmarmi, pronuncia il mio nome. Sento partire dalla mia schiena un bruciore diverso da quello che ho provato fino ad ora, questo fa più male, questo mi sta letteralmente facendo soffrire.

Urlo, un urlo che non ho mai dato prima. Sento fuori uscire dalla mia schiena qualcosa, un qualcosa di... soffice.

*Chiedo scusa se ho pubblicato la storia in ritardo, ma oggi sono stata molto impegnata. So che il capitolo è corto e che non sia scritto in modo eccellente, ma spero che sia lo stesso di vostro gradimento! :D*

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