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"L'equitazione caratterizza ogni passo compiuto nella vita. Puoi non aver avuto grandi stelle nella tua famiglia e neppure qualcuno da cui prendere questa strana malattia: l'equitazione può nascere nel tuo DNA senza nessuna logica e spiegazione. È col passare degli anni che, indubbiamente, ti accorgi che il tuo posto deve essere lì, deve essere quello: sopra ad una sella in attesa della tua campana. Tutto si riduce a quel momento: le ore estenuanti di allenamento, sotto alla pioggia o sotto al sole cocente, le ore di divertimento a cui rinunci pur di stare in mezzo al fieno e alla polvere, le cadute, le lunghe code in auto, i "non posso" detti e ridetti. Può essere una passione, uno sport come tanti altri, ma può anche non esserlo. Per anni puoi passare la maggior parte del tempo a cercare di spiegare agli amici, ai ragazzi, ai famigliari, ad ascoltare battute ridicole, a guardare in faccia chi non capisce, e per anni puoi passare la parte restante dello stesso tempo a difenderti da accuse e a dover giustificare le tue scelte, a non curarti di quella gente negativa che cerca con tutte le sue forze di spezzarti le ali e abbatterti, spingerti a terra più di quanto a volte tu lo sia già. Si rischia davvero di non essere fortunati in questo sport. Puoi incontrare parecchia gente disposta a rovinare i pochi momenti felici, ad infrangere i tuoi sogni o lucrarci, a rovinare quel poco, se non niente, che avevi ottenuto in diversi anni. Puoi aver vissuto molti momenti no, possono essere forse i momenti più presenti, in cui hai dovuto dire addio, in cui hai ricevuto pugnalate da chi reputavi amico, in cui hai dovuto fare i conti con le chiacchiere, in cui hai dovuto ricominciare un'altra volta, buttare tutto, asciugarti le lacrime e ripartire, non sapendo come. Ogni volta puoi trovare il modo di uscirne, nonostante le malelingue e l'odio che ti può spingere da dietro le spalle, e ogni volta puoi riprendere quelle quattro cose che "possiedi" e su cui puoi contare, cacciando fuori tutto il male, andando oltre. Tutto per l'amore, la dedizione e la passione che nasce incondizionatamente in te. Tutto per il tuo compagno che si ritrova, per scelta non sua, in quel campo a cercare inspiegabilmente di darti tutto. Ma in questo sport non puoi mai contare solo su di te. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco: i soldi, il tempo, il nome, le possibilità, le conoscenze, la fortuna. Non basta saper correre più veloce degli altri, non basta fare 20 goal magistrali a partita, non basta avere una bracciata più ampia e forte degli altri in vasca, non basta. Ci sono campi stellati in tutto il mondo, dove entrano cavalieri stellati e cavalli stellati con sponsor e prezzi stellati. Puoi avere tutta la determinazione di questo mondo e non riuscire comunque. Siamo in tanti, e tanti non capiscono quanto sia prezioso ogni giorno di gara, ogni ostacolo affrontato, superato o meno, il privilegio di passare anche solo un momento con questi meravigliosi animali. Ora che sono un po' più grande rispetto a qualche anno fa, la passione non é cambiata e i momenti "no" ci sono e ci saranno sempre. In ognuno di questi perdi sempre un pezzo di te, perdi la speranza, una prospettiva, un piano B, e preghi che ti capiti quella fortuna che attendi da tempo e che non sembra mai arrivare. Che fortuna? Non si tratta di grandi quantità d'oro o cavalli che non sono cavalli, ma macchine da guerra. Si tratta di quella fortuna di vedere serenamente ripagati i propri sforzi, di far comprendere agli altri quanto amore puoi metterci e quanto tu creda in quel che hai passato e in quello che sogni, quanto cuore hai sempre buttato e quanto cuore hai sempre messo in gioco, attraversando scelte giuste e scelte sbagliate. Arrivano dei momenti in cui ti dici che sarebbe stato meglio non essere nata con questa strana passione che tanto ti dà, ma tanto ti nega. Ma é proprio in quei momenti in cui scopri quanto tu sia parte di tutto questo, quanto i tuoi piedi necessitino di avere sabbia silicea sotto alla suola dei tuoi stivali, quanto sia rigenerante sentire il tuo nome al vostro ingresso in campo, quanto le tue mani non possano contenere altro che due redini, quanto il tuo sguardo sia legato allo spazio tra quelle due orecchie dritte verso il prossimo ostacolo, quanto tu sia disposto ancora a dare per restare ancora di più su quella dannata, odiata, maledetta, scomoda, ma sempre pronta ad accoglierti nelle gioie e nelle difficoltà, sella di cuio."

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