Capitolo 3

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Grace osservava la figura imponente di Robin in attesa di una sua reazione, aveva davvero bisogno di quel favore, anche se non gliel'avrebbe mai fatto capire.

Mentre lui si avvicinava lentamente al corpo della giovane ragazza i loro sguardi si incrociarono e lei si perse in quel magnifico azzurro, come se non avesse mai visto nulla di più bello in vita sua, le ricordavano sicuramente qualcuno.

Il fiato di Robin era posato sul collo di Grace e lei, per qualche instante, dimenticò tutto; Caleb era passato in secondo piano.

«Sono sicuro tu sappia quanto io sia potente - sussurrò il ragazzo dai capelli neri, provocandole dei brividi - quindi sono sicuro che saprai anche che posso darti davvero tutto» Disse, allontanandosi da lei.

«Non voglio qualcosa che si può comprare» Rispose lei una volta ripresa, ghignando dopo aver guardato il suo volto titubante.

«Arriva al dunque» Replicò lui, avendo fretta.

«Voglio un appuntamento con Caleb, voglio conoscerlo meglio» Controbattè Grace, sorridendo nella direzione del ragazzo citato da lei poco prima.

«Non mi sembravi quel tipo di ragazza, comunque non posso promettertelo, non sono in ottimi rapporti con lui inoltre è fidanzato» Disse, seguendo il suo sguardo e scorgendola a guardare il suo fratellino.

«Cosa posso dire... mi affascinano i tipi misteriosi. In ogni caso senza Caleb non ci sarà nessun accordo» Sorrise quasi innocentemente.

«Se ti piacciono i guai a me va bene. Farò il possibile per farti avere questo appuntamento» Sbuffò quasi.

«Che farai il possibile non mi basta» Replicò prontamente lei.

«Perché proprio lui? Sai che puoi avere di meglio» Tentò di persuaderla, sapendo di non avere molte speranze nel convincere il fratello, se non usando la violenza.

«Non mi interessano altri appuntamenti, allora? Abbiamo un accordo?» Gli tese la mano

«Certo, abbiamo un accordo» Le strinse la mano dirigendosi, assieme a lei, da Caleb.

«In ogni caso sarà meglio muoversi, non abbiamo tempo da perdere, il luogo d'incontro è il tetto» Continuò incamminandosi frettolosamente.

Dopo esser giunti a destinazione non trovarono nessuno.

«Per quanto dobbiamo stare qui?» Sbuffò Caleb incrociando le braccia.

«Il tempo necessario» Robin, essendo a conoscenza del fatto che l'incontro sarebbe andato per le lunghe, appoggiò la schiena sulla porta dalla quale erano entrati.

«Ora ci è concesso sapere chi stiamo aspettando o farai il misterioso per tutto il tempo?» Disse Grace, dopo aver perlustrato visivamente il luogo.

«Vorrei potertelo dire, ma la verità è che non lo so nemmeno io» Il ragazzo dagli occhi color cielo le rispose senza volgerle uno sguardo.

«So solo che dispone di informazioni riguardanti i miei poteri e che potrebbe aiutarmi. Anche se non te l'ho detto - riferendosi a Caleb - mi è capitato più volte, durante le lezioni di combattimento, di ferire qualcuno a causa della perdita del controllo»

«Qualche giorno fa ho sognato una donna misteriosa, con un volto nascosto; ha iniziato a fare uno strano discorso sui miei poteri e sul come loro mi stessero consumando. L'opzione secondo lei sarebbe una, ma non mi ha detto quale. Pensavo che fosse solo uno strano sogno, ma al mio risveglio il mattino successivo ho trovato un biglietto sul comodino che recitava 'Ci vediamo qualche ora dopo le lezioni sul tetto, non mancare o sarà troppo tardi per aiutarti' il tutto era accompagnato dal disegno di una rosa rossa. Per quello che so potrebbe anche essere uno scherzo di cattivo gusto architettato dai ragazzi della sezione B, ma ho preferito controllare di persona e portare la cavalleria» Continuó lui.

«Quindi ci hai fatto venire qui per uno scherzo?!» Disse Caleb iniziando a perdere la calma.

Robin, sopraffatto dai pensieri che lo stavano tormentando, guardava un punto imprecisato.

«Non ti permetto di portarmi fin qui per poi ignorarmi!» Continuò minaccioso.

«Questo non é ne il luogo ne il momento per litigare» Grace, intuendo la piega che poteva prendere quella situazione, si intromise tra i due.

Il ragazzo dai capelli marroni non permetteva a nessuno di dargli ordini, eppure osservando la ragazza riuscì a frenare la sua ira.

Dopo aver sussurrato parole incomprensibili sedette a terra a gambe incrociate sbuffando.

«Ti va di parlare? Per passare il tempo» Disse la ragazza guardandolo sorridendo, e si accomodò accanto a lui.

«Se proprio vuoi» Rispose osservando le diverse crepe del pavimento.

«Parlami un po' di te» Replicò lei cercando un contatto visivo.

«Sono un ragazzo, sono bello e ho una personalità particolare» Rispose lui iniziando a tormentarsi i pollici a causa della noia.

«Chi sa come mai, ma mi aspettavo una risposta del genere» Ridacchiò la ragazza dai capelli castani stuzzicandolo.

«Che vorresti insinuare?» Si alzò di scatto irritato dal suo commento.

Uno squillo improvviso, proveniente dai cellulari di ciascuno, fermò le loro chiacchiere e, d'istinto, lo estrassero dalla tasca.

Controllando il contenuto del messaggio potettero notare che era una rosa: la firma della donna misteriosa.

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