Nel frattempo Scott una volta uscito dalla stanza di Liam, si era recato nella sala d'attesa e si era lasciato cadere su una sedia di plastica.
Non riusciva a capire cosa gli stesse succedendo, quel ragazzino riusciva a farlo arrabbiare e sentire in colpa allo stesso tempo.
Voleva proteggerlo, ma allontanarlo.
Lo vedeva indifeso e bisognoso d'affetto, ma non capiva perché doveva essere proprio lui a dovergliene dare.Lui il capo del suo gruppo, il leader della scuola da quando Jackson era andato a Londra, non poteva preoccuparsi di un “bambino” aveva la sua immagine da preservare. Era sfinito non fisicamente ma psicologicamente .
Prese il suo Iphone e digitò il numero del suo migliore amico.
Dopo un paio di squilli finalmente una voce rispose.– Scott che è successo? È morto qualcuno ? Stai per morire?- chiese Derek con voce affannata.
– Ehm no Derek sto bene.... volevo solo parlare con Stiles - si difese Scott - perché hai tu il suo telef.....- ma venne interrotto bruscamente dall’altro.
- Stiles al momento è impegnato come puoi ben sentire..... ci sentiamo dopo ciao- disse Derek facendogli prima sentire i gemiti del suo ragazzo per poi chiudere il telefono e forse spegnerlo anche.
Scott un po’ destabilizzato e anche, doveva ammetterlo, divertito dal comportamento del più grande rimise il telefono nella tasca e poggiò due dita sulla fronte, a furia di pensare gli stava venendo un emicrania.
Poco più in la un' infermiera, agitando una mano attirò l'attenzione del Dottor Steve, che con fare complice le si avvicinò e intimandole di fare meno rumore possibile, la spinse a seguirlo in una stanza vuota poco più in là.
A Scott tutto quel mistero non piaceva.
Odiava quel dottore dal primo momento che lo aveva visto, quando un paio d'anni prima aveva portato la cena a sua madre per il turno di notte e quel medico non voleva farlo passare.
E ora quell'aria complice lo rendeva sospettoso ancora di più verso quell'uomo.Decise di seguirlo, sapeva che era mal’educazione origliare, ma a mali estremi estremi rimedi, si ripeté poggiando l’orecchio alla porta sottile della stanza.
- Ecco dottore questo è il fascicolo che mi aveva chiesto su quel ragazzino con l'influenza, che è venuto stamattina, si chiama Liam Dunbar, ha 15 anni , è il figlioccio del Dottor Geyer il nostro capo-reparto di Chirurgia- disse l'infermiera.
Scott non capiva il perché il dottor Steve avesse fatto fare delle ricerche su Liam, ma dalla voce della signorina, anche se ovattata dalla porta, si poteva intendere che per lui quelle informazioni erano essenziali. Questo fece incavolare ancora di più Scott, che spinse il pugno contro il muro così forte da far sbiancare le nocche.
-E chi era il padre naturale del ragazzo?- quella frase fece vacillare il suo autocontrollo.
- Secondo la cartella l’uomo è venuto a mancare moti anni fa, a casusa di un medico che aveva sbagliato la diagnosi, somministrandogli un dosaggio errato di farmaci che gli sono stati letali, ma secondo la denuncia allegata il medico è stato assolto- dopo quella rivelazione nella mente di Scott tutti i tasselli andarono al loro posto.
Tutte le paure di Liam adesso sembravano giustificate.
Una cosa non tornava: chi era il medico che aveva ucciso il padre del ragazzo?
E perché questo interessava molto al dottor Steve?Scott si allontanò dalla porta e mentre ritornava a sedersi un dubbio si insinuò nella sua mente, ma doveva esserne sicuro.
Ma come fare senza essere beccato in flagrante?
Ma certo!
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Tutto inizia ad una festa.
Literatura FemininaDal lato opposto della sala, Derek se ne stava appoggiato al muro a sorseggiare il suo drink alcolico. Non amava ballare, ma non gli dispiaceva potersi godere il suo ragazzo che si dimenava sensualmente tra sua cugina e l'amica. Lydia stretta al bra...