Come dicevo, tutte le cose sono imprevedibili.
Nel mio paio di jeans slavato trovo una fotografia. Ogni volta che rivedo una sua fotografia le mie orecchie sentono quel suono che tanto adoravo, ma che solo lei sapeva fare. "Click". Lo fanno tutte le macchine fotografiche ma Alaska sapeva farlo in un modo speciale. Con le sue dita un po' gonfie, ma comunque leggere come una piuma, premeva il bottone con una grazia che trasformava completamente la percezione che il mio orecchio aveva di quel suono. Era un suono soave e molto piacevole, ma ormai estinto.
Alaska è morta il mese scorso. Tutte le cose sono imprevedibili ma il suo addio era ormai stato predetto da diversi mesi.
Ho conservato tutti i noccioli delle albicocche che abbiamo mangiato insieme e li ho seppelliti in giardino, spero tanto che con l'arrivo della primavera cresca un grande albicocco, grande quanto il suo coraggio. Tutti i giorni salirò sulla cima di quell'albicocco e guarderò il tramonto addentando un frutto dell'albero che mi sta accogliendo.
Mi manchi tanto Alaska.
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Il sole in Alaska
Short StoryIl racconto è molto breve, proprio come un tramonto, come l'atto dell'addentare un'albicocca, come la durata del flash di un'istantanea, come una vita, la vita di Alaska. L'obbiettivo di questa storia non è quello di fare impersonare il lettore nel...