Capitolo 4.

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Amo la primavera. Siamo a marzo e la primavera è appena iniziata.
La natura rinasce e gli alberi tornano verdi. Qui a Milano non c'è molta natura quindi il cambiamento si nota solamente dal punto di vista climatico e per qualche fiorellino qua e là.
Esco di casa e scendo nel giardino.
La natura è davvero imprevedibile, nessuno sa mai cosa aspettarsi.
Non guardo quasi mai le previsioni del tempo, voglio poter percepire con la mia pelle quello che c'è nell'aria, che sia pioggia, neve o vento. Voglio poter accarezzare l'aria e sapere che sarà l'unica cosa che non quieterà di esistere. Sarà sempre qui, qualche giorno più intensa e qualche giorno più leggera, un giorno più fredda e il giorno dopo così calda da render faticoso anche il respiro.
Voglio sentire le gocce di pioggia che cadono sui miei zigomi e si fanno strada sul mio viso.
Voglio sentire il gelo della neve che cade sulla mia mano e in così poco tempo scompare e diventa acqua.
A contatto con la neve le nostre mani sbiancano e poco dopo arrossano. È una tecnica che attua il nostro corpo per evitare il congelamento, si chiama vasocostrizione, l'ho studiato poco tempo fa. Anche noi siamo natura eppure facciamo cose incredibili come queste.
Amo la natura.
Mi ricorda un po' Alaska. Anche lei è imprevedibile come la natura. Un momento è triste e quello dopo è pronta a scattarti una foto, qualsiasi cosa tu stia facendo.
"Click"
Immortala ogni momento.
Anche il tempo è strano.
Ogni tanto sembra scorrere più velocemente ma è solo una nostra illusione. Perché?
Perché quando sono con lei un'ora sembra che passi in un minuto? Perché il tempo ci scivola dalle mani? Perché non possiamo vivere ogni istante della nostra vita senza pensare a quello successivo? Perché non possiamo controllare il nostro tempo?
Mentre mi pongo questi interrogativi addento un'albicocca.

Il sole in AlaskaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora