Capitolo 12

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Siamo entrati nella casa. Oddio ma questa casa è molto più grande di casa mia cioè la mia è abbastanza grande ma questa proprio. <Ti prego non toccare niente> disse Adrian preoccupato. <Va bene. Ma perché sei preoccupato?> dissi. <Be questa è casa dei miei>. Ma perché continua a chiamarla casa dei suoi? Ci sarà un motivo. <Che stiamo cercando qualcosa di preciso?> dissi come se fossimo dei ladri. <Be devo prendere una cosa che per me è importante>. Chissà cosa e  questa cosa così importante. Siamo saliti al piano di sopra. Lui non si preoccupava che ci fosse qualcuno. Entrammo in una porta. In quella stanza c'era un letto matrimoniale delle tende e dei libri centinaia di libri. Sembrava una stanza per un ragazzo visto che era quasi tinto di blu. <Be...> disse Adrian. <Be cosa?>ero confusa non sapevo che dire. <Questa è la mia stanza> disse lui facendo le virgolette alla parola la mia stanza. <Come sarebbe a dire la tua stanza? Se hai detto che è casa dei tuoi> dissi. <Eh...un...discorso complicato> rispose. <Be allora me lo racconterai> dissi semplicemente. <Forse un giorno ma prima devo trovare quello che cerco>disse mettendosi a cercare. Io mi misi di lato in modo da farlo cercare senza che ci sia io a dire sempre:è questo?. <Trovato!>gridò. <Che cos'è?>dissi osservando un ciondolo. <Be questo è il mio portafortuna ma voglio che lo porti tu>disse facendomi girare e con il mio aiuto alzando i capelli. Dietro c'era scritto  Incluso cuando estés lejos estaré contigo era in spagnolo e capivo cosa c'era scritto. Diceva anche quando sarai lontana sarò con te. Mi girai verso di lui avevo le lacrime. <Perché vuoi darlo a me?> dissi quasi singhiozzando. <Be devo dirti una cosa> <Che succede Adrian?>dissi. <Parto per New York>. Come poteva dirmi che partiva per New York? Era come se non respirassi più. Senza accorgermi che già stavo piangendo. <Ti prego non piangere>disse Adrian avvicinandosi. Mi spostai. <Quando parti?> chiesi singhiozzando. <Domani> disse. Non potevo stare là a guardare Adrian così mi misi a correre. Scendendo le scale di corsa come non avevo mai fatto prima. Uscii dalla casa mi guardai intorno e poi pensai a una frase che avevo scritto nel mio libro. Non potrei mai stare con un ragazzo che sarebbe uguale o diverso da me. Era destino quella frase quella dannata frase.

Sotto un cielo stellatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora