Capitolo 3

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Tutto il viaggio in macchina mamma lo passa al telefono, a parlare con un con un dottore di un certo ospedale, mentre io e papà stiamo in silenzio.
Appena arriviamo davanti il portone di casa, mio padre lo apre e, una volta dentro mi prende per il collo e mi attacca al muro.
Mi tira uno schiaffo in pieno viso e sento la guancia bruciare.
Mia madre, in disparte ha le mani tra i capelli e  continua a ripetere a mo'  "non è possibile, perché proprio a me?"
Poi si avvicina a me e mi mette le mani su entrambe le guance « No tesoro, tu non sei gay, non ti piacciono i ragazzi, sei solo curioso e tra qualche giorno ti torneranno a piacere le ragazze. Vero Jungkook-ie? Dai retta alla tua mamma come hai sempre fatto.» dice von una voce ed un sorriso inquietanti. Penso stia per uscire pazza.
« No mamma, a me piace il cazzo, proprio come a te ». Come cazzo mi è uscita questa frase? Voglio proprio essere preso a sprangate sulle gengive?
Mi tira uno schiaffo ancora più forte di quello che mi ha dato mio padre.
Poi mio padre, mentre sono ancora attaccato al muro, comincia a darmi più ginocchiate allo stomaco e vari pugni in volto. Mia madre si riavvicina a me e mi dice «Cosa ho fatto per avere un figlio come te?» rimango scioccato da quelle parole, ma non riesco a parlare, mi manca il fiato e ed ho iniziato a tossire sangue.
«Ora basta, altrimenti dovrò pulire il sangue di una creatura così immonda» dice a mio padre. Poi si rivolge a me,
«Domani io e tuo padre, ti porteremo in un'ospedale psichiatrico.Quando guarirai da questa malattia potrai tornare a casa» continua lei a  guardandomi con disprezzo, poco prima di andarsene seguita dal marito.












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