Capitolo 3

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Alle otto di sera mi trovai davanti al locale Opera.

"Sarà un bene essere venuta fino a qui?" mi domandai e dopo aver preso un bel respiro, entrai nel locale. A primo impatto, la musica mi investii lasciando posto subito dopo a un dolce suono di violino accompagnato dalla tastiera.

Presi posto ad un tavolo in fondo alla sala facendo scorrere il mio sguardo alla ricerca di Cisilie o degli altri ragazzi. Il locale era pieno di ragazzi che ascoltavano la musica stando in piedi, accalcati vicino al palco, con tanto di urla e battito di mani a tempo di batteria. Chiusi gli occhi, cercando di capirne lo stile musicale, ma sembrava un'impresa con tutti quei schiamazzi da parte dei ragazzi che sovrastavano i suoni del brano.

Mi alzai di conseguenza per vedere che gruppo fosse a suonare così bene da essere acclamati a quel modo e rimasi a bocca aperta dopo ciò che vidi.

Sul palco c'era Cisilie a suonare il violino con il resto del gruppo.

Vidi Max suonare la chitarra elettrica. Sotto i riflettori era diverso. Aveva il viso concentrato e muoveva la testa a ritmo della musica mentre le dita correvano lungo le corde della chitarra. Teneva gli occhi chiusi e l'espressione del suo viso era seria. Aveva leggermente la schiena curva in avanti e la testa inclinata leggermente indietro. Sentii il cuore battermi forte nel petto mentre lo guardavo.

Cercai di distogliere lo sguardo dalla sua figura ma non ci riuscivo, qualcosa mi aveva catturato in lui. Era vestito tutto di nero tranne che per la catena che portava al collo come se fosse una collana e qualche anello tra le dita. Anche il resto del gruppo era vestito più o meno alla stessa maniera.

"Possibile che le farfalle amassero vestirsi di nero?" mi domandai.

Certo non mi dispiaceva visto che ero una ragazza che amava vestirsi, sì alla moda, ma con capi dai colori "spenti". Spesso le mie compagne di classe criticavano gli indumenti scuri perché ritenevano che solo le persone che non avessero un carattere allegro si vestissero a quel modo ma io mi sentivo a mio agio con i capi scuri addosso anche se caratterialmente mi giudicano una persona vivace.

Inconsapevolmente mi avvicinai al palco e ad un tratto lui aprì gli occhi e mi guardò con un sorriso affettuoso. Iniziai a sentire caldo e capii che il simbolo della Farfalla Rossa era comparsa sulla mia fronte ma non ero arrabbiata, anzi percepivo un'emozione diversa da quella che avevo provato in quella stessa mattina quando Max era entrato nel locale di Michele, ma anch'essa era piacevole.

Percepivo tante diverse emozioni dentro di me ed ero molta confusa. Non capivo più quali fossero i miei sentimenti riguardo al mio domani. Prima di incontrare Max, il futuro che avevo progettato era una certezza per me ma tutto era cambiato nel giro di ventiquattro ore. Mi sentivo confusa, insicura persino nel voler continuare gli studi. Non ne capivo il motivo di quella mia insicurezza ma dal momento in cui avevo incontrato Max, avevo capito che di certo il futuro che avevo scelto prima, ora l'avvertivo come un grosso sbaglio e quando lo pensai, sentii la Farfalla Rossa darmi una scossa dentro di me, solleticandomi il petto.

Alzai lo sguardo mentre Max mi stava tendendo la mano per farmi salire sul palco, così gliela strinsi. Mi tirò su sul palco e mi porse il microfono. Si avvicinò pericolosamente al mio viso e intesi di avere le guancia in fiamme quando il suo respiro sfiorava il mio orecchio.

«Ascolta le parole che escono dal tuo cuore e cantale» mi sussurrò Max e lo guardai.

«Ma io non... non so come si fa» dissi un po'emozionata.

"Ma perché ci sono venuta?" pensai nel frattempo.

Percepii una forza nuova invadermi il cuore per poi impossessarsi di tutto il mio corpo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 05, 2018 ⏰

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