1. Il vero amore esiste.

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Ottobre 1940.

Fin da piccola ho sempre creduto che il vero amore esistesse e oggi, quando i nostri occhi si sono incrociati per la prima volta, ho capito che è lui, è lui il mio vero amore.

Mi trovo alla cerimonia di inaugurazione del nuovo comune di Glenbrook e mentre tutti applaudono per il discorso che ha fatto il sindaco, io non riesco a distogliere lo sguardo incantata dal ragazzo con in testa un berretto nero che nasconde un po' del suo viso, e come me non distoglie lo sguardo.

E' appoggiato ad un albero con le mani in tasca, un ragazzo accanto a lui con i capelli biondi lunghi, che immagino sia un suo amico, gli dice qualcosa ma lui continua a guardarmi con un leggero sorriso senza degnare l'amico di uno sguardo.

Il ragazzo biondo segue con gli occhi la direzione dell'amico che porta a me, alza un sopracciglio e parla con lui, entrambi che mi fissano.

Imbarazzata distolgo lo sguardo.

La cerimonia giunge al termine e le persone si sparpagliano in giro parlando con parenti o amici.

Mi giro verso l'albero per rivedere quel ragazzo ma lui non c'è più.

Mi guardo attorno cercandolo ma una mano mi scuote la spalla e mi si piazza davanti.

"Mel, cosa cerchi?" chiede mia sorella.

Scuoto la testa. "Nulla. Io vado a farmi un giro" dico allontanandomi da lei.

"Okay ma stai attenta" mi raccomanda.

Faccio slalom tra la folla e quando riesco ad uscirne faccio un grosso respiro profondo.

Non mi è mai piaciuto stare tra la folla e il casino, preferisco restare da sola in tranquillità.

Mi siedo su una panchina sotto ad un albero lontana da tutti.

Guardo in alto nel cielo azzurro e chiudo gli occhi sentendo il vento che dolcemente sfiora i miei capelli rossi e la mia pelle pallida.

"Ciao" dice una voce spaventandomi.

Giro di scatto la testa verso la mia destra e accanto a me c'è quel ragazzo col berretto nero.

Timorosa lo saluto "Ciao"

"Mi chiamo Andrew Stewart" mi porge una mano.

"Melody Stone, piacere" dico afferrando la sua mano per stringerla.

Porta la mia mano alle sue labbra e lascia un dolce bacio sul dorso, dopodiché dice "Il piacere è tutto mio"

Mi sento accaldare sulle guance per questo dolce gesto e distolgo lo sguardo quando lascia la mia mano.

"Cosa facevi qui tutta sola?" chiede.

"Nulla, non mi piace stare tra la gente e quindi mi sono allontanata, tutto qui" dico alzando le spalle e volto la testa per guardarlo.

Si volta del tutto verso di me piegando una gamba sulla panchina e appoggiando un braccio sullo schienale sfiorando con la mano la mia spalla.

"Ti piace la tranquillità?" domanda.

Annuisco.

"Anche a me" dice togliendosi il berretto.

Osservo attentamente ogni particolare del suo viso, è così bello.

I capelli castani che contrastano coi suoi occhi azzurri tendenti al verde chiaro, vedo un accenno di barba che lo rende più bello ancora. Porta una maglietta grigia a maniche corte nonostante il leggero vento fresco di ottobre e gli risalta le braccia muscolose, indossa dei pantaloni neri e delle scarpe anch'esse nere.

Ghost of youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora