Gennaio 1943.
Osservo il vaso di fiori annaffiandolo.
"Dovresti stare a riposo, tesoro" dice mia madre alle mie spalle.
"Tranquilla mamma" la rassicuro continuando a guardare i fiori.
Accarezzo i petali delle rose regalatomi da Andrew prima che partisse qualche settimana fa.
Un urlo disperato proveniente da fuori risuona fino in casa mia.
A passo veloce esco di casa seguita da mia madre che mi dice di stare attenta.
Mi guardo attorno e due case più avanti vedo una donna inginocchiata sul prato che urla e piange, dopo aver ricevuto la lettera del postino che dispiaciuto si allontana da casa sua.
La mia paura si fa più grande e una contrazione mi fa piegare dal dolore per qualche secondo, mia madre mi sorregge.
"Tesoro, devi sdraiarti" dice.
Annuisco entrando in casa.
Mi sdraio sul divano accarezzando la pancia ormai rotonda, manca poco.
"Tranquilla piccola, papà tornerà a casa domani" sussurro con le lacrime agli occhi.
"Tornerà" ripeto a me stessa.
*****
La stazione ferroviaria è affollata di donne, genitori, amici, che aspettano chi sta tornando dalla guerra.
Cammino affianco a mia madre, mia sorella e suo marito che tiene in braccio la loro bambina.
Tengo sempre una mano sulla pancia mentre mi muovo tra la folla per andare verso il binario dove arriverà mio marito e quando raggiungo la destinazione mi siedo su una panchina ad aspettare.
"Dovrebbe arrivare tra pochissimo" dice Addison guardando l'orologio.
Il suono del treno sulle rotaie mi fa raddrizzare e lo vedo arrivare, mi alzo dalla panchina.
La folla si sposta verso la porta dove escono gli uomini e a me tocca restare qui in piedi abbastanza lontana, dato che potrebbero spingermi e fare del male alla bambina.
Cerco con lo sguardo mio marito e il mio cuore batte velocemente.
Finalmente quegli occhi che amo fin dal primo giorno in cui li ho visti, incontrano i miei quando si allontana dalla folla.
I miei occhi si inumidiscono e avanzo verso di lui velocizzando il passo più che posso e lo abbraccio forte, anche se la pancia non ci permette di avere più contatto fisico.
"Ci sei mancato tantissimo" sussurro vicino al suo orecchio.
"Anche voi" sussurra.
Mi bacia.
Quanto mi è mancato.
Si inginocchia e lascia un bacio sulla pancia. "Sono tornato piccola"
Quando si alza ci allontaniamo verso i famigliari che abbracciano Andrew.
Mentre ci dirigiamo verso la macchina del marito di Addison, una contrazione forte mi fa uscire un lamento dalle labbra.
Mi fermo all'istante rischiando di cadere dato che le gambe hanno iniziato a cedermi, ma Andrew mi prende appena in tempo.
"Cosa succede?" chiede preoccupato.
"Credo che...ci siamo" respiro affannosamente.
"Oddio!" dice mia madre.
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Ghost of you
RomanceLa storia d'amore tra Melody e Andrew è una di quelle che lasciano un segno nel cuore per sempre.