Quinto capitolo

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Quel lunedì mattina Miguel si è alzato presto, a differenza del solito. La madre gli ha detto che deve andare in un posto: quella ha sempre qualcosa da fargli fare.

Ma dove deve andare non ci vuole andare da solo. Da quel poco che ha capito è un posto vicino alla chiesa e lui la chiesa non la può soffrire. Soprattutto odia le suore, che non si fanno mai i fatti loro e sparlano del prossimo, invece di dare una mano.

Sebastião gli ha promesso che lo accompagna, per farlo stare tranquillo. Lo aspetta all'incrocio dopo il ponte, lui viene dal Taquarì mentre Seba abita in fondo alla Sèis de Agosto.

- Ciao - fa Miguel.

Seduto sul marciapiede, Sebastião saluta l'amico da sotto in su.

- Ciao compare -.

Beve un'aranciata con la cannuccia dal sacchetto di plastica dove Seu Anselmo l'ha versata, come fa sempre, per tenersi la bottiglia vuota.

- Come va? -

- Bene. Vuoi un sorso? -

- Sì - fa Miguel e prende in bocca la cannuccia. Tira su un po' di aranciata e poi rende il sacchetto a Sebastião. - Allora, andiamo? - ,si vede che preferirebbe buttarsi nel pozzo. Se ne sta lì davanti, spostando la polvere con il piede.

- Ma, dove? Mica l' ho capito io dove vuoi andare -

- Ma che ne so! E' la vecchia che mi ci manda a tutti i costi. Dice che ci danno un sacco pieno di roba da mangiare se io vado là ogni tanto. E' venuta una bianca a casa. Una suora penso. E' vicino alla chiesa -.

Forse è la gringa di cui gli ha parlato Josè, pensa Sebastião.

- Ah...- fa lui, - allora ho capito. Se è vicino alla chiesa, sarà la casa rosa -.

- La conosci? -

- Ci sono passato davanti qualche giorno fa. Mi hanno detto che c'è una ragazza bianca che fa un centro, un doposcuola per i ragazzi -.

- Una ragazza o una suora? - chiede Miguel, guardandolo di traverso. Ha la frangia troppo lunga ma non se la taglia, è più bello così, e misterioso.

- Non lo so. E' uguale, no? -

- Non è per niente uguale - e porge la mano a Sebastião che si alza finalmente in piedi.

Davanti alla casa rosa ci sono un po' di ragazzi e ragazze in attesa.  Molti sono conosciuti, ce ne sono anche alcuni di quelli che la sera si sdraiano sul marciapiede dell'Emporio con un sacchetto di colla in mano. Che ci fanno lì? Vanno in quel posto all'insaputa del resto del gruppo, di sicuro. E fanno bene perché se gli altri sapessero che frequentano la Chiesa, non farebbero più vita la sera, davanti all'Emporio.

- Ciao - uno di quelli più piccoli li saluta.

Sebastião e Miguel non rispondono.

- Sei Bastião? - chiede una ragazzina, rivolta a Sebastião che pensa, come si chiama, come si chiama, ah! Elisa, forse.

Elisa è molto, molto carina. Come si fa a non rispondere a una con una minigonna verde e una specie di maglietta rossa che in tutto misurano non più di cinquanta, sessanta centimetri.

- Sì. Ci conosciamo? -

- Abitavamo vicini da piccoli, mi ricordo di te -.

Miguel guarda Bastião e, per via telepatica, gli dice: - Non ci credo che non ti ricordi di questa qui. Bastião, sempre telepaticamente, prova a rispondere – Ma l'ultima volta che l' ho vista aveva cinque anni!

Sebastiano e il mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora