Ventiduesimo capitolo

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La costa da San Vincenzo a Piombino è tutta bella. Laura la conosce bene perché è stata per lei il luogo del cuore, quando era la metà di una coppia. Ora le sembra il tempo del sogno.

In Acre l'ha pensata tante volte quella costa, dolce, profumata di pini altissimi, lievemente scoscesa, il prato che arriva quasi al mare e dune alte, lentisco e mirto in chiazze verde scuro.

Il vento scorrazza indisturbato su tutto il litorale con solo il promontorio come ostacolo. Accarezza ciò che incontra con forza gentile, non ammette scuse, deve passare sopra anche ai corpi sdraiati sulla spiaggia, che al contatto reagiscono con un brivido.

Sebastião si stringe nelle spalle e si strofina le braccia. E' un'ora che sta così, seduto sulla spiaggia di fronte al mare, senza dire una parola. Laura si è sistemata su una coperta, distante, ha voluto che fosse da solo nel suo primo incontro con il mare.

Ad un tratto lui si gira e le sorride, poi si alza e le si va a stendere vicino.

- Il suono, la musica, Laura la senti? -

- Sì, certo -.

- Non credevo mica. L'ultima cosa che credevo è che cantava, che suonava, che faceva rumore. Se chiudi gli occhi si sente meglio -.

- Sì, hai ragione -.

- Il fiume non suona, è silenzioso, il fiume passa e non te ne accorgi nemmeno -.

- E' vero, Seba, hai ragione -.

- Il mare invece, eccome se te ne accorgi. Lo senti da lontano, l'avevo sentito già prima di vederlo, prima di uscire dalle dune, là in fondo avevo già sentito il suo rumore -.

- Sì, succede...è bello anche per quello. Te ne accorgi subito se c'è -.

- Sì, forte, davvero -.

Una domenica di maggio, come tante, diversa da tutte.

Laura e Sebastião, stesi vicini ma non troppo, quasi da soli su quella lunghissima spiaggia del Parco di Rimigliano. In giro solo pochi tedeschi e francesi, già in costume.

Gli etruschi hanno abitato quelle spiagge più di mille anni prima, le loro necropoli sono a un passo dal mare, le capanne dovevano essere lì, dove ora loro due sono stesi al sole. Laura ha sempre sentito quel posto denso di energie positive. Sono gli etruschi, diceva sempre Francesco. Lì, su quella spiaggia è impossibile non pensare a lui, non fare i conti con i suoi sentimenti, con i suoi sensi di colpa, con la vergogna per il fallimento più grosso della sua vita.

Francesco non l'avrebbe lasciata se solo lei si fosse fatta amare davvero e se lo avesse amato per quello che era, con le sue piccole miserie, la sua poca generosità, i timori riguardo al futuro, la voglia di sicurezza. Invece lei, sprezzante, lo aveva giudicato non all'altezza. Francesco non era masochista, per sua fortuna, e l'aveva lasciata.

Ora ha Sebastião e altro a cui pensare. Su quella spiaggia di maggio la tristezza che la stringe si trasforma in qualcosa di più dolce e lentamente svanisce consentendole di guardarsi intorno con occhi nuovi e di respirare a pieni polmoni.

Da lontano, sorridente, arriva Alessio.

- Allora: è tutto a posto. Ho parcheggiato qua vicino, alla fine -. 

Si avvicina camminando a fatica sulla spiaggia, in bermuda, la faccia arrossata e una busta di plastica nella mano sinistra.

- Fame ! - grida Sebastião quando lo vede.

- Lo sapevo che avevi fame: ecco i panini -

Laura lo guarda da sotto in su. - Ma, dove li hai trovati? Mica conosci questo posto, mi pare -

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08, 2019 ⏰

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