Chapter 9🍪

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<<Ma ne sei sicuro?>> mi chiede il moro per l'ennesima volta dallo schermo della nostra videochiamata serale.
<<Sì che lo sono Zach. Il motto di Yale ''Urim ve Tummim'' è ebraico, vuol dire luce e perfezione. È una delle università migliori d'America, di certo non è possibile che il gatto del fondatore sia saltato sulla tastiera del computer mentre creava il motto e ha premuto tasti a caso.>>
Certe volte penso a come sarebbe non essere me stesso.
Niente pressioni per l'università, niente test di ammissione, niente colloqui, niente ansia e niente dinastia Avery alle spalle.

Il ragazzo mi guarda con aria confusa dallo schermo, probabilmente ancora troppo convinto della sua tesi sul fantomatico gatto.

Zach per esempio: quanto sarebbe bello avere la vita di Zach?
Mangiare biscotti tutto il giorno, non preoccuparsi di nulla se non di qualche stupida ricetta di biscotti dai gusti disgustosi e dalle combinazioni più assurde e passare un di test di ammissione per Yale disegnando con le caselle delle risposte un clown del cazzo.
Sarebbe tutto così bello.
<<Io ora cerco su internet se il primo fondatore aveva un gatto.>> mi dice imbronciato, cominciando la ricerca e facendomi alzare gli occhi al cielo.
Nel frattempo io ritorno sul mio account di posta elettronica e ricarico la pagina home della mia mail per la milionesima volta nell'arco di un'ora, inultilmente. Nessuna notifica ad indicare l'arrivo di una nuova e-mail. Ormai inizio a credere che non arriverà mai. Non riesco a credere di non essere riuscito ad entrare a Yale. Mi preparo da tutta la vita. Ho rinunciato a un sacco di cose per questo. Persino Zach, fra tutte le persone al mondo, ci è riuscito e non ha dovuto nemmeno impegnarsi. Ho fallito. Ho deluso le mie aspettative e quelle dei miei genitori. Di tutta la mia famiglia, anzi. Inizia a montarmi dentro una rabbia tale da offuscarmi la vista e impedirmi di distinguere persino le schermo del computer che ho di fronte.
All'inprovviso sento il rumore della porta d'ingresso che si apre e poco dopo vedo spuntare la figura di mio padre, appena rientrato da lavoro. Lo vedo lanciare il cappotto sul divano, sfilarsi la giacca e allentarsi la cravatta per poi venire a sedersi accanto a me.
<<Ehi, figliolo.>> mi saluta, dandomi una pacca sulla spalla.
<<Ehi.>> ribatto guardando fisso la schermata sul mio computer.
Mio padre segue il mio sguardo per poi domandarmi: <<Stai ancora aspettando l'e-mail d'ammissione?>>
Evito il suo sguardo, terrorizzato di potervi leggere delusione. La stessa delusione che provo io nei miei confronti.
L'uomo fa un sospiro, capendo da solo la risposta alla sua domanda.
<<Sai, oggi ho incontrato la madre di Zach. Dovevi vederla: non riusciva a nascondere la gioia che provava nell'aver saputo che il figlio era stato ammesso a Yale. Ha detto che avevano appena ricevuto la lettera. Non mi avevi detto che anche lui aveva provato ad entrare.>> continua tentando di instaurare un discorso ma senza successo. Continuo a fissare lo schermo del computer senza proferire parola.
Improvvisamente una voce rompe il silenzio tra noi due.
<<TROVATO. AVEVA UN GATTO, TUTTO TORNA. AVEVO RAGIONE.>>
Zach.
Quanta tentazione di prendere il computer e sbattermelo ripetutamente in faccia in questo momento.
Apro la finestra della nostra video-chat mentre mio padre guarda lo schermo del pc non capendo da dove arrivi quella voce.
<<Oh, ciao, Zach>> lo saluta mio padre.
<<Salve, signor Avery>> ricambia il moro sorridendo.
Fortunatamente ha imparato come comportarsi con mio padre. Dopo l'iniziale ''Come butta signor A?'' durante la nostra prima video chiamata, credevo di dover dire addio a qualsiasi interazione sociale per il resto della mia vita. Ma, dopo aver vietato a Zach di seguire i consigli di Daniel sullo stile, col tempo è migliorato. È riuscito a farsi volere bene dai miei e da mia sorella. E di questo sono immensamente felice.
Due attimi interminabili di silenzio si creano tra noi tre, finchè il moro non rompe il silenzio.
<<Cosa ne pensa dei gatt->>
Prima che possa rovinare il mio duro lavoro nel farlo accettare dalla mia famiglia chiudo il laptop urlando: <<CIAO ZACH.>>
Okay, diciamo che ha ancora bisogno di pratica.
<<Che intendeva?>> chiede confuso mio padre.
Gli rispondo con un occhiata, abbastanza eloquente, che vuole intendere: "Lascia perdere".
L'uomo annuisce confuso per poi riprovare ancora ad aprire il discorso Yale.
<<È un ragazzo particolare, potreste essere coinquilini.>>
Ancora?!
<<Si, potremmo.>>
Se magari quell'università del cazzo si fosse almeno degnata di dirmi che non ho passato il test.
<<Ricordo ancora i miei anni a Yale.>> afferma sognante mentre io alzo gli occhi al cielo preparandomi ad ascoltare per l'ennesima volta la stessa storia di sempre.
<<...e ricordo ancora il gran->>
<<-Party degli Skull and Bones>> rispondo completando la sua affermazione scocciato.
<<Fu la festa->>
Lo interrompo di nuovo.
<<-migliore della storia.>> rispondo per la seconda volta.
<<La conosco già questa storia. La racconti in continuazione.>>
Mio padre sospira per poi affermare: <<È solo per farti capire che Yale è la sede degli Avery, è il tuo posto. Come era il mio, quello di tuo nonno, di suo padre prima di lui->>
<<Beh a quanto pare sarò il primo Avery a non entrare allora.>> affermo alzandomi e fuggendo verso le scale.
<<Visto che il mio posto non si è degnato nemmeno di mandarmi la lettera per dirmi che non sono stato ammesso.>> detto questo, corro verso camera mia lasciandomi alle spalle mio padre che mi richiama, nel tentativo di fermarmi.
Lasciandomi alle spalle la dinastia degli Avery, Yale, Zach e tutto il resto, troppo arrabbiato per vedere le cose lucidamente.

UNROMANTIC💔// Why Don't WeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora