Secondo Capitolo

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«Ci vorrebbe un'altra vita per fermarci ad un secondo di distanza da un errore...»

Sono due anni che Ermal ascolta quella canzone ogni singola sera, due anni che, entrato nel letto, si mette le cuffie e si perde in essa.

Gli fa male ogni volta, ma allo stesso tempo non riesce a farne a meno.

Sente quelle parole dannatamente sue.

Vorrebbe davvero un'altra vita, tornare indietro a quel dannatissimo giorno e impedirsi di dire quelle parole, di fare quell'enorme cazzata.

Vorrebbe poterlo fare, ma non può. Il suo errore l'ha fatto e non potrà cancellarlo in nessun modo, ed é per questo che quella canzone fa più male di una lama nello stomaco.

É sicuro di starsela immaginando, é già successo altre volte: dopo due anni che l'ascolta averla nella mente anche quando non ha le cuffie addosso é il minimo. E poi quella é l'ora in cui solitamente la sente per la terza volta di seguito e quindi non si fa domande. Non si guarda intorno, si concentra solo sul cercare di non piangere e affoga la voce nelle sue orecchie dentro l'ennesimo bicchiere di scotch.

«Un'altra vita per capire qual è il modo per difenderti e tenerti più lontana dalle tue grandi paure... Ti eviterei certe salite suggerendoti pianure

La voce si perde nella sua mente. Lui lo sapeva qual era il modo per salvarlo... ma non lo ha fatto. Anzi, non ha fatto altro che trovare i suoi punti deboli e sfruttarli, al punto da aver mandato tutto in rovine. Avrebbe dovuto mostrargli pianure e invece gli ha soltanto messo davanti un ostacolo maggiore e lui, davanti a quell'ostacolo...

«Se fosse mai esistita un'altra vita per ritornare sui nostri passi e per ritrovare la pace che non c'è...
Un'altra vita insieme a te»

Chiude gli occhi, perché per loro un'altra vita non ci sarebbe mai stata.

«Ci vorrebbe un'altra vita per comprendere ogni cosa prima che sia già passata fra le mani.
Per difenderti domani dall'ipocrisia del mondo e dai giudizi, dalle ingenuità che il tempo ha trasformato in vizi»

Lui le uniche cose che doveva comprendere le ha comprese troppo tardi, quando tutto é finito e non si poteva più tornare indietro.

Stringe la presa sul bicchiere e chiude gli occhi, perché quelle parole sono lame affilate che lacerano la sua carne.

Si é lasciato trascinare da tutto quello a cui invece non avrebbe dovuto dare retta, si era lasciato influenzare ed era bastato un bicchiere di troppo per mandare tutto a puttane.

Sente rumore di liquido che viene versato e se non fosse troppo impegnato a distruggersi dentro solo per il pensiero della sua voce, scoppierebbe a ridere.

Emìlia é l'unica barista che ha incontrato nella sua vita, che nonostante gli stesse svuotando l'intera bottiglia, non si fa scrupoli a riempire il vetro ancora e ancora. E non lo fa neanche per denaro, perché di nuovo gli dice che l'ha offerto lei. E in verità, non riesce neanche ad aprire gli occhi per ringraziarla. Si lascia andare in un sussurro, ma che lei sente comunque, perché gli accarezza i capelli. Istintivamente si irrigidisce, ma poi si lascia andare, perché non ha neanche la forza di ritrarsi da quel tocco gentile.

«Ci vorrebbe un'altra vita per amarti nuovamente, liberarci del passato e non sbagliare niente.»

E lui di errori, ne ha fatti troppi. Li ha fatti con Silvia e subito dopo con lui. Solo che con Silvia hanno aggiustato tutto, con lui... ha commesso un passo falso di troppo, e ora non si può più tornare indietro per quanto lo desideri ardentemente.

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