Il potere del fuoco

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Oneshot scritta per il concorso "Il rifugio" di AfterromanceIT

Parole utilizzate 1500

Poteva percepire la situazione degenerare molto lentamente

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Poteva percepire la situazione degenerare molto lentamente.

La bufera di neve che ruggiva all'esterno di quel rifugio. I fiocchi di neve che turbinavano come piccole lame argentate nell'oscurità notturna. Il vento che ululava contro il legno.

Se c'era qualcosa che non le piaceva proprio erano gli imprevisti e rimanere bloccati a causa di una tormenta di neve in un rifugio chissà dove, rovinando quella che si stava rivelando una divertente gita in montagna era sicuramente un grosso imprevisto.

Per di più, o per fortuna, non era sola. Era proprio con lui.

Si stringe nella coperta, su quel piccolo divano, davanti al camino. Trattenendo un brivido, mentre il fuoco scoppietta allegramente.

Pensieri strani le prendevano forma nella testa.

Preoccupazioni per lo più. Visto che in quella casetta c'era soltanto un letto e si stava facendo piuttosto tardi.

Daniel è sempre stato il suo migliore amico. Da quando erano piccoli. Erano cresciuti insieme, spalleggiandosi come due ombre quando erano in difficoltà, condividendo ogni segreto, ogni dubbio, ogni problema, ogni sbucciatura sulle ginocchia, ogni risata e ogni compleanno.

E lei da qualche tempo sentiva che qualcosa stava cambiando. Lo voleva nella sua vita, per sempre. Senza che nessuno tentasse di separarli più, come aveva cercato di fare il suo ex ragazzo. Lo voleva e basta. Perché senza di lui sapeva che non ce l'avrebbe fatta.

Al primo ostacolo sarebbe caduta. Lui era la sua costante. L'unica cosa che non cambiava mai, nonostante lei sbagliasse strada o inciampasse. L'unica persona che probabilmente la conosceva meglio di quanto conoscesse sé stessa.

Si siede accanto a lei, posando due tazze fumanti sul tavolino davanti al divano. L'odore le suggeriva che all'interno doveva esserci della cioccolata calda.

«Dove hai trovato la cioccolata?» le chiede Morgana, la camicia a quadri rossa e nera stropicciata in quella coperta di lana pruriginosa, tirata su fin quasi al naso.

«Mi dispiace che la tormenta abbia rovinato la scampagnata» dice lui all'unisono della sua domanda, facendo sorridere entrambi.

«Non è colpa tua» si affretta a consolarlo «Non potevi saperlo».

Morgana era sempre stata una ragazza molto freddolosa, nemmeno il camino sembrava scaldarla abbastanza.

Sicuramente sarebbe andata di matto se si fosse persa da sola in quella montagna.

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