Capitolo 10

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Luna Pov's
"Ermal apri questa porta" dico arrabbiata
"Luna io ti posso spiegare tutto non ne sapevo nulla io non -"
"Tu non cosa? Tu non volevi metterla incinta? Beh bel lavoro ci sei riuscito, adesso apri questa cazzo di porta" dico battendo forte la mano sulla porta.
"Entra dentro per favore e ascoltami"
Sbuffo.
Intanto sistemo la mia borsa e vedo Ermal che mi osserva.
"Cosa c'è cosa vuoi?"
"Ascoltami! Io e lei siamo stati insieme per 9 anni ,ma nell'ultimo periodo non abbiamo fatto più nulla, il figlio non è mio
"D-dici sul serio?"
Mi si avvicina e sta per baciarmi.
"Ermal no... ho bisogno di riflettere stare da sola"
"Va bene ma io sono qua non odiarmi ti prego"
Annuisco prendo la mia borsa ed esco.
Penso a quello che ho sentito da Silvia, lei incinta di Ermal, ma Ermal mi smentisce tutto e io qui a perdermi nelle strade più strette di Roma.
Ma ad un certo punto mi arriva un messaggio.
Michele
Luna, mi dispiace scriverti questo messaggio ma Michele ha fatto un incidente,dovevi saperlo, quando puoi passa a Milano .
Non può essere, non è vero.
Cerco di chiamarlo al telefono ma riattacca ripetutamente.
Decido di prendere la metro a Termini e prendere subito un biglietto per Milano solo andata al ritorno ci penserò poi.
Era troppo triste per pensare ad Ermal, anche se non me lo aveva detto non penso che io e lui stiamo insieme e la cosa mi preme Michele è il mio ex .
E tengo a lui più della mia vita.
Metto le cuffie e mi addormento sognando Ermal ma anche Michele che non vedevo ormai da questa estate e sinceramente mi manca ho condiviso molto con lui negli ultimi anni a Londra è stato per me il mio primo ragazzo il mio primo amore, ma è stato Ermal la mia prima volta.
Mi addormento e mi perdo nella musica.
Mi sveglio da un fisichio fastidioso apro gli occhi e con la vista ancora offuscata leggo il cartello Milano Centrale, sono arrivata 4 ore sono passate in fretta.
Scendo con la mia borsone di Danza e vado alla ricerca di Michele.
Lo chiamo, sono sotto al duomo ma lui non risponde.
Decido di andare sotto casa sua e mentre sto per suonare il campanello il mio telefono squilla credendo che sia Michele prendo subito il telefono ma è Ermal.
"Luna dove sei? Perché non sei rientrata?"
"Sono a Milano..." sussurro
"Cosa cazzo chi fai a Milano? Perché non mi hai detto nulla? Cosa stai combinando?"
"È successa una cosa ad un mio amico tornerò presto te lo prometto,ora devo andare"
Riattacco velocemente suono finalmente al campanello ma non risponde nessuno.
Dove può essere, mi avevano detto che stava bene.
Appoggio il borsone affianco ai miei piedi e appoggio la schiena al muro della palazzina.
Da lontano vedo un ragazzo zoppicante, subito non ci faccio caso ma più si avvicina più lo riconosco.
Alto con gli occhiali e capelli neri.
Michele.
Senza aspettare prendo la rincorsa lui alza la testa e mi sorride.
"Michele!"
Lui sorride, quel sorriso, me lo ricordo sempre, quel suo sorriso a quarantadue denti.
Lo vedo con qualche cerotto in faccia ed una fascia sul braccio.
Senza pensarci su comincio a dargli tanti bacia sulla guancia.
Lo sento ridere, sento le guance contrarsi con la mia bocca.
Con le mie mani fredde prendo il suo viso tra le mani e gli dico con tono preoccupato: "Cosa hai fatto?"
Abbassa la testa e quel  suo sorriso bellissimo scompare e lascia spazio ad un pianto isterico.
"Michele cosa è successo? Ti sei rotto qualcosa, sei ferito come è successo?"
Si asciuga qualche lacrima e poi con voce tremante mi dice: "Ho controllato ho controllato non c'era nessuno, ho visto bene, non passava nessuno..."
E continuava a piangere, non potevo far altro che abbracciarlo forte.
"Michele portami lì"
Mi prende per mano che è fredda, gelida quasi di ghiaccio e in lontananza vedo l'ambulanza che carica una donna su una barella.
Michele sembra pietrificato e continua a piangere.
Mi abbraccia mi stringe e continua a dire:
"Ho controllato più volte ero sicuro che non ci fosse nessuno"
Stava tremando come una foglia, volevo calmarlo così mi avvicinai a lui,dandogli un leggero e morbido bacio.
Si calmò subito.
"Michele vedrai che andrà tutto bene si riprenderà non è successo nulla"
Lo accarezzo piano piano dai capelli fino alle guance rosse dal freddo e dalle lacrime.
Un carabiniere si avvicina a noi.
"Michele Bravi? Ci segua in caserma"
Michele mi da un ultimo bacio al volo.
Io comincio a piangere.
Lo stanno portando via.
Questo vuol dire che la donna è morta e la colpa potrebbe essere la sua.
Corro via da quel posto ho gli occhi che mi bruciano talmente fa freddo.
Ad un tratto qualcuno da dietro mi ha coperto gli occhi.

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